Cooperativa Sociale Progetto Emmaus
  • Contatti
  • Lavora con noi
  • Bilancio Sociale
  • Carta dei diritti dell’utente
  • 5×1000
  • NEWS
  • La Coop
    • La nostra storia
    • La struttura organizzativa di Progetto Emmaus
    • Garanzia della qualità
    • Progettazione e Comunicazione
    • Formazione
    • Amministrazione e Personale
    • Manutenzione
  • Area Salute Mentale
    • Comunità alloggio “Emmaus”
    • Gruppo appartamento “Ariete”
    • Gruppo Appartamento “Sipuòfare”
    • Gruppo appartamento “Due Passi”
    • La Valigia di Arlo
  • Area Disabilità
    • Comunità alloggio “Aurora”
    • Comunità alloggio “Casa Maria Rosa”
    • Gruppo Appartamento “Tetti Blu”
    • Gruppo appartamento “Sottosopra”
    • Gruppo appartamento “Pepenero”
    • Gruppo Appartamento “La Rocca”
    • Dopo di Noi
  • Servizi territoriali
    • Il modello operativo del territorio
    • Servizio Fasce Deboli e ViaVai SocialHousing
  • Area Minori
  • Servizi di Clinica
  • Vino 8pari

Come una gatta

Febbraio 2, 2015|Cooperativa Progetto Emmaus|NEWS

artleo-com-3269Mia nonna mi raccontava che quando la sua gatta si ammalava se ne stava arrotolata su se stessa per giorni e giorni, attendendo pazientemente e senza lamentarsi che il dolore passasse.

Dormiva profondamente o sonnecchiava appena accanto al tepore della stufa, non si cibava, non reclamava coccole, né dispensava fusa.

Ma dalla cucina non si muoveva mai in quanto il vociare della famiglia, la carezza della mano grossolana del nonno o i nipotini chiassosi che le passavano accanto, avevano un qualche effetto taumaturgico sulla sua guarigione.

Attendere che il dolore passi. Almeno quello più acuto, quello che ti serra il cuore in una morsa strettissima. E’ ciò che si fa spesso nelle comunità psichiatriche. Si attende, protetti dalle cure degli operatori, rannicchiati nel proprio letto, cercando il sonno dell’oblio o buttati come un cencio sul divano della sala tv, lasciando occupare il silenzio dalla nenia di una televendita come da una finale di champions.

E’ uguale. Si attende, con la cicca accesa, senza aspirarla, che la cenere la consumi e cada a terra. Si attende, riempiendo il vuoto con del cibo di cui non si riconosce nemmeno un gusto. O bloccando del tutto l’appetito, come la voglia di uscire, di parlare con gli altri, di lavarsi, di fare l’amore.

Un giorno la gatta di mia nonna si ammalò seriamente e decise di non fermarsi in cucina come sempre faceva per aspettare di stare meglio. Decise che basta. Uscì dalla cascina e si allontanò col suo passo leggero senza che nessuno se ne accorgesse, senza che nessuno potesse immaginare. “I gatti vanno a morire lontano” proclamava saggiamente la mia nonna “…per non fare soffrire chi li ha accuditi”. Non la videro più tornare.

Ho sempre ascoltato con attenzione gli insegnamenti di mia nonna, ma questo non l’ho mai compreso fino in fondo. Come considerare un abbandono come un gesto di altruismo? Non mi ha mai convinta. Fino a quando non è toccato a Teresa.

Come una gatta, quella notte gelida di febbraio, Teresa ha deciso che basta. È uscita di nascosto dalla comunità, senza cellulare, senza giacca, senza le sue inseparabili sigarette e col suo passo lento si è diretta su quel ponte. Il fiume quella notte aveva un fascino particolarmente sinuoso. E le onde che si infrangevano sugli scogli avevano un richiamo benevolo di pace. La pace che decenni di farmaci e di terapie di riabilitazione non erano riusciti a farle trovare. Uno, due, tre, stop.

Come una gatta, quella notte gelida di febbraio, Teresa ha scelto di morire andandosene lontano dagli occhi e dal cuore, grande, degli operatori che da anni con dedizione professionale e affetto innato si dedicavano alla sua cura.

Cosa hai lasciato sulla sponda del fiume Teresa? Cosa ti sei portata con te? Quale è stato l’ultimo pensiero prima di lasciarti andare? I tuoi figli, di cui custodivi gelosamente la foto nel portafoglio: “l’unica cosa che mi è riuscita bene nella mia vita”, dicevi. Vero, ti sono riusciti stupendamente bene. Ma l’amore non può tutto. E per quanto immenso quello che vi legava, non è riuscito a trattenerti.

E noi? Non siamo stati capaci di farti capire quanto speciale e preziosa tu fossi, non siamo stati capaci di tirarti su dal tuo pozzo nero, non siamo stai capaci di offrirti uno sguardo altro dal tuo, che ti mostrasse il tuo valore e che ti facesse capire che nella miseria di questa vita ci sono sprazzi di serenità nelle piccole cose di tutti i giorni che vanno afferrati e tenuti stretti stretti per non sprofondare. Com’è pungente la sensazione del fallimento.

Ma chi ci crediamo di essere? Con quale imbarazzante presunzione pensiamo che due pillolette, un corso di cucina, uno di teatro e qualche colloquio clinico possano bastare a liberare certi cuori fragili e malati dalla morsa letale della depressione?

Non è forse più onesto e “sano” anche per noi arrendersi, accettare e accompagnare i percorsi delle vite umane con cui ci confrontiamo quotidianamente, qualunque essi siano, con rispetto e umiltà?

Te ne sei andata nel silenzio della notte Teresa, non volevi che nessuno ti fermasse ancora una volta, non volevi che nessuno si preoccupasse, che nessuno ti vedesse nella tua disperazione rassegnata. Hai scelto, come una gatta, che basta, che non ne avevi più. Ma hai anche scelto di dileguarti timidamente, per non disturbare, per non inquietare.

Siamo tornati sulla sponda del fiume, giorni dopo, e abbiamo deciso di trovare il tuo sorriso aperto e malinconico, la tua mania per le pulizie, la tua voglia di cantare e recitare, l’odore forte di tabacco, le mani vissute e un poco tremanti con cui preparavi i tuoi manicaretti succulenti. Abbiamo scelto di stringerti ancora una volta e poi di lasciarti andare anche dal nostro cuore, alla tua pace.

Uno, due, tre, stop.

Aprile 1, 2015 Cooperativa Progetto Emmaus

Una risposta a Come una gatta

  • dejar de fumar Marzo 10, 2015

    Me gusta leer y visitar blogs, aprecio mucho el contenido, el trabajo y el tiempo que ponéis en vuestros post. Buscando en Google he encontrado tu web. Ya he disfrutado de varios artículos, pero este es muy ameno, es unos de mis temas favoritos, y por su calidad he disfrutado mucho. He puesto tu blog en mis favoritos pues creo que todos tus artículos son interesantes y seguro que voy a pasar muy buenos momentos leyendolos.
    [url=http://stopaltabacomalaga.com/terapias/terapia-laser-dejar-de-fumar]dejar de fumar[/url]

    Rispondi

Lascia un commento Annulla risposta

Il vostro indirizzo email non sarà pubblicato I campi contrassegnati sono richiesti *

Newsletter

Iscriviti alla nostra NEWSLETTER

Devolvi il tuo 5×1000

Scopri come devolvere il tuo 5x1000
alla Cooperativa Sociale Progetto Emmaus!

Cerca nel sito

NEWS

  • SABATO 1 APRILE 2023 SARA’ POSSIBILE PRENOTARE IL SOGGIORNO ESTIVO NELLA COLONIA MARINA DI BRA IN LAIGUEGLIA
    SABATO 1 APRILE 2023 SARA’ POSSIBILE PRENOTARE IL SOGGIORNO ESTIVO NELLA COLONIA MARINA DI BRA IN LAIGUEGLIA Marzo 15, 2023
  • PENSIERI DI UN OSS IN UNA GIORNATA SUL TERRITORIO
    PENSIERI DI UN OSS IN UNA GIORNATA SUL TERRITORIO Marzo 5, 2023
  • IN PRIMAVERA INIZIANO I POP TOUR, PER SCOPRIRE I QUARTIERI E IL LATO MAGICO DELLA CITTA’
    IN PRIMAVERA INIZIANO I POP TOUR, PER SCOPRIRE I QUARTIERI E IL LATO MAGICO DELLA CITTA’ Marzo 1, 2023

Visita il sito dell’Asilo!

E' online il sito della Scuola dell'Infanzia "N. S. del Suffragio" asilo.progettoemmaus.it

BROCHURE

Scarica la nostra CARTA dei SERVIZI
in formato pdf.

RETI e LINK

  • Fondazione Emmaus per il Territorio onlus
  • Confcooperative – Cuneo
  • Fondazione CRT
  • Compagnia di San Paolo
  • Fondazione CRC
  • Accelerati da SocialFare
  • Agenda della Disabilità

Certificazione di qualità

iso

Cooperativa Sociale Progetto Emmaus

Via Rattazzi, 9
Alba 12051 (CN)
Tel/Fax: 0173 441784
e-mail: cooperativa@progettoemmaus.it
PEC: progettoemmaus@pec.confcooperative.it  PI 02462260049

Seguici su

TORNA A INIZIO PAGINA
Privacy Policy • Cookie Policy • Preferenze Privacy• © 2014 COOPERATIVA SOCIALE PROGETTO EMMAUS • PART OF THE LANGHE.NET NETWORK • LOG IN