Lo scorso anno, nei mesi di settembre, ottobre e novembre, un ragazzo con alcune difficoltà cognitive, che seguivo per quanto come Servizio di Inserimenti Socializzanti che la Cooperativa gestisce, per conto del Servizio Sociale dell’ASL CN2 distretto di Bra, è stato da me inserito all’interno dell’Associazione “Solo Roero”.
L’Associazione è formata da tre giovani viticoltori Alberto, Enrico e Luca, i quali si sono associati per “proteggere” e tutelare i vitigni tipici del territorio roerino, dai quali producono due tipi di vino, ovvero: il Roero (da uve nebbiolo) e il roero Arneis.
L’Associazione ha accolto con favore la mia proposta di accogliere, all’interno del periodo della vendemmia, un ragazzo con alcune difficoltà che seguo da anni sul territorio in vari stage e tirocini.
Così è nato l’inserimento di Manuele, attraverso una chiacchierata nella cantina di Enrico a Santo Stefano Roero, davanti ad una bottiglia di ottimo Roero.
Manuele ha affiancato i tre produttori e i loro aiutanti nella raccolta delle uve nelle vigne e, successivamente, in alcuni lavori eseguiti all’interno delle cantine. Per lui è stata un’esperienza arricchente e stimolante, che lo ha portato a crescere e aiutato a dotarsi di più efficaci strumenti personali che gli danno modo di avere maggiore consapevolezza delle sue forze e delle sue difficoltà; altresì per i ragazzi dell’Associazione è stata un’avventura che hanno saputo gestire e che ha valorizzato ancor di più la loro straordinaria capacità di accogliere l’altro.
Da questa piccola esperienza e dalle chiacchierate che ne sono state il naturale epilogo, è nato un nuovo progetto, reso possibile anche grazie alla Fondazione CRT.
Così, dal mese di maggio, insieme a giovani ragazzi ospiti nelle nostre stutture e ad alcuni ragazzi che seguiamo all’interno di progetti territoriali, andiamo due giorni alla settimana nel territorio compreso tra Canale e Santo Stefano Roero, con la finalità di produrre un VINO Sociale o Etico, che non sia solo un prodotto ma un BENE RELAZIONALE.
Dopo aver caricato sullo scudo Gianluigi, Lorenzo, Luca e Cristian, ci si addentra nel profondo Roero dove ci aspetta la “nostra” vigna. Là ad attenderci ci sono Alberto ed Enrico, che provano pazientemente a passarci la loro saggia ma giovane competenza agricola ed enologica, spiegandoci passo a passo quello che dovremmo fare operativamente e i principi che stanno dietro alla produzione di un vino da uve biologiche; ma che soprattutto ci infondono della loro passione per la terra e per il loro meraviglioso nettare.
Questa è una parte importante, da non sottovalutare assolutamente, è lo scambio tra il sapere, l’esperienza di chi lavora tutti i giorni in vigna ed in cantina e il sogno, l’aspettativa forte, di alcuni giovani ragazzi di poter avere un lavoro vero, mettendo a frutto le propie competenze operative e di realizzazione. Questa è la vera prima vera accezione del nostro (futuro) vino, che è appunto un bene attraverso il quale si producono relazioni sociali significative. E si viaggia verso l’alto significato del nostro vino, che è una storia da narrrare a chi si darà il piacere di bersene una bottiglia con la consapevolezza di avere di fronte un vino vero, fatto di relazioni e lavoro svolto da persone svantaggiate.
È un’eperienza arricchente sotto tutti i punti di vista anche per chi, come me, una decina di anni fa ha iniziato a fare questo lavoro a contatto con le persone in difficoltà. Condividere la fatica, il sudore, l’arrivo di un temporale estivo improvviso e la ricerca di un riparo; le attese pause rinfrescanti all’ombra ammirando le colline roerine; essere soddisfatti per aver iniziato e finito un pezzo di lavoro che domani porterà avanti qualcun altro come vedere il lavoro che va avanti, che quello che hai fatto è dietro di te e che davanti a te hai ancora un po’ di lavoro e che lo fai con una squadra.
Si perché, alla fine, siamo diventati a tutti gli effetti una vera squadra di lavoro ed insieme condividiamo i successi, ma anche qualche passo falso frutto della poca attenzione e concentrazione. Poter poi essere parte di tutto l’iter di produzione, dall’attività agricola a quella di commercializzazione (che avverrà nella prossima estate), passando per il lavoro in cantina, la creazione delle etichette, ti proietta in una dimensione in cui l’Arneis che berrai sarà poi il risultato di un intero processo che da significato al tutto, quando il tutto poi sono le storie delle persone che ci hanno lavorato, le relazioni tra loro, il loro sogno.
Alessandro Milanesio
Sono venuta a conoscenza del vostro progetto attraverso le News di settembre della Cooperativa, sono venuta a cercare altre notizie perché subito mi ha ispirato interesse e vi faccio i complimenti e gli auguri per la nuova attività. Vengo dalla campagna e ho portato sempre con me il ricordo che in campagna eravamo tutti utili,anche i bambini.
Alcune volte mi è capitato di pensare che quello era un esempio da seguire: tutti utili, ognuno con le sue diverse capacità.
Bravi perché il lavoro del contadino è fatto di fatica e di poesia,e fa star bene,è cura del creato.Buona vendemmia,Aurelia
Scusa il ritardo nella risposta. Puoi contattarci all’email cooperativa@progettoemmaus.it