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‘Semplicemente noi’, alla ricerca di un nuovo linguaggio

Luglio 10, 2017|Cooperativa Progetto Emmaus|NEWS

 “L’emozione è stata reale, così come la capacità artistica delle ragazze che hanno rappresentato mercoledì 21 giugno 2017, a Bra, lo spettacolo  SEMPLICEMENTE NOI” .   

La rappresentazione teatrale ha avuto luogo presso il Salone di San Giovanni in Via Vittorio Emanuele, alle ore 17.00. L’iniziativa è stata la conclusione del progetto che ha preso spunto dall’attività sperimentale nata nel 2016, iniziata prima come attività di riscaldamento corporeo per poi evolversi in attività, gioco, teatro, in cui i partecipanti nel tempo hanno dimostrato capacità ed interesse di avviare con gli educatori un percorso scenico e artistico.

L’attività è stata realizzata in collaborazione con la SOC Servizi Sociali ASL CN2 di Bra, con il coinvolgimento del Gruppo Agrodolce ed un intervento educativo territoriale.

Il laboratorio teatrale ha avuto l’obiettivo di porre l’accento sul rispetto della gestione dello spazio, delle emozioni e delle tempistiche nel gruppo di lavoro. Uno degli obiettivi principali è stato quello di far leva su certi aspetti caratteriali dei partecipanti e sulla loro improvvisazione, che risulta elemento di crescita molto importante per il gruppo.

“Il nostro lavoro si è evoluto nel tempo, qualsiasi avvenimento che coglievamo intorno a noi era un motivo per elaborarlo e drammatizzarlo”.

Il laboratorio si è svolto una volta alla settimana ed è stato un momento educativo stimolante ed anche divertente, attraverso la sperimentazione delle potenzialità del corpo e della voce, l’esplorazione dello spazio e la relazione con l’altro. La finalità perseguita era quella di favorire il benessere psico-fisico e sociale della persona all’interno di un’esperienza educativa attraverso il teatro, accrescere la sua capacità di instaurare relazioni interpersonali e di cooperare con l’altro, favorire la riflessione sui temi della differenza e della positività in essa contenuta e le potenzialità espressive, emotive e relazionali di ciascuno, nel rispetto delle caratteristiche del singolo.

La disabilità viene compresa e valorizzata attraverso il gioco teatrale. Anche la persona con maggior difficoltà comunicativa, nel momento in cui intraprende un percorso teatrale, assimila strumenti che la aiutano nella comunicazione con l’ambiente che incontra. Ogni corpo parla, anche il più apparentemente muto e chiuso, e viene valorizzato all’interno del laboratorio espressivo. Il corpo della persona con disabilità è spesso inaccessibile e nascosto allo sguardo superficiale, indifferente e distratto (quando addirittura non impaurito) delle altre persone.

Il teatro, se è teatro, non mette tanto in forma una particolare configurazione della persona ma cerca di svelarne una sostanza nascosta.

La forma spesso inganna perché disegna solo esteriormente l’aspetto delle cose e degli esseri. Il teatro con la molteplicità dei suoi linguaggi, cerca appunto una materia più in profondità, non contro la forma, ma per scoprire una nuova, sconosciuta e spesso imprevedibile dimensione del corpo dell’attore, o meglio, dell’essere umano in una situazione di rappresentazione, sia esso disabile o non disabile.

In un certo senso è la ricerca di un nuovo linguaggio, con la convinzione che l’aspetto più importante consiste nel processo e non nel punto di arrivo.

Alice Lucci, Educatrice Professionale

Luglio 10, 2017 Cooperativa Progetto Emmaus

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