Questo racconto è il primo della serie di aneddoti, ricordi e storie che gli amici di Progetto Emmaus ci stanno inviando per contribuire alla creazione di Emmaus Book: il libro per celebrare i 25 anni di vita della cooperativa. Se anche tu vuoi contribuire puoi inviare il tuo breve testo a formazione.emmaus@progettoemmaus.it.
Come gocce in un oceano
E’ il 2009, mese di aprile. Dopo tanto lavoro di preparazione, coordinati dall’inesauribile Nemo, partiamo con due pulmini a nove posti alla volta di Roma. L’idea è bizzarra quanto rivoluzionaria: coinvolgere due ospiti per ogni struttura accompagnati da un educatore per un fine settimana nella capitale, ospitati in case comuni attraverso Couchsurfing.
Un’esperienza unica. Mimmo, Max ed io finiamo nell’abitazione di Francesco (che si vede nella foto davanti a Santa Maria Maggiore). Un fantastico padrone di casa: utilizza Couchsurfing principalmente per ospitare ragazze, ma si rivela un cicerone inappuntabile e coglie nel segno l’obiettivo del nostro viaggio.
Con Mimmo e Max si crea quella chimica che permette di godere la città, apprezzare i momenti comuni e ricavarsi spazi per spassarsela lontani dal gruppo, visto che noi siamo i “vecchi” della comitiva.
Viaggiare aiuta a capire il mondo e farlo insieme ad altri può essere difficoltoso. Non è questo il caso. Viviamo un viaggio diverso e per questo indimenticabile, lo annovero ancora come una delle più belle esperienze mai fatte.
Esperimenti simili sono stati riproposti negli anni ad ospiti dei gruppi appartamento (mi viene in mente Barcellona). Questa è la forza di Progetto Emmaus: creare situazioni insostituibili per ospiti ed educatori che possano essere riproposte. Una goccia nell’oceano, che si moltiplica fino a diventare forza.
Fabio Tripaldi