Prima lavoravo con le macchine: per circa 16 anni. Poi qualcosa cambiò. Io cambiai, un periodo buio mi costrinse a guardarmi dentro. Feci una promessa a me stessa. Frequentai il corso da Oss e iniziai a lavorare per alcune cooperative del territorio. Entrai in Emmaus nell’ottobre 2008.
Il primo lavoro fu con il progetto di vita indipendente: consisteva nell’accompagnare Rosy – una ragazza che non avevo mai visto prima – a un concerto di Vasco Rossi a Torino, con un furgone che non avevo mai usato e una pedana elettrica per sollevare la carrozzina. Dentro tremavo, ma mi dicevo: se questa serata funziona, posso decollare per un mondo nuovo e posso lasciare la mia impronta, posso fare la differenza. Mi buttai e tutto andò benissimo. Durante il concerto nacque un’amicizia tra la ragazza che accompagnavo e un’altra, anche lei in carrozzina, un legame che dura tutt’ora. La disabilità non conosce la perfezione ma la limpidezza e fragilità tra persone. Sono cose che ancora oggi imparo.
Da allora io e Rosy partecipammo a molti eventi insieme: concerti, pizzate, una passeggiata. E’ sufficiente questo per sollevare un macigno insieme, per oltrepassare un muro. Basta una risata per cambiare la visione del buio, dell’incognito, della paura. Ricordo ancora come in una di quelle avventure dovetti smontare due sedili del furgone e buttarli da una parte per far entrare la carrozzina. Ricordo la delusione della possibilità di non poter uscire quella sera tanto attesa, ricordo… la gioia di quando siamo partite per un viaggio. Sono piccoli episodi, che riempiono però il cuore di qualcosa che le parole faticano a tradurre. Quella promessa è ancora viva, splende in ogni sorriso che posso ancora regalare.
Marinella Chiarle
Brava Mary,en il tuo piccolo fai la differenza,sono orgogliosa,di tua amicizia,grazie Sonia