L’emozione è sempre grandissima in ogni partita che i Fallo Tattico giocano, sia nel campionato di Torino, “Matti per il Calcio”, che in quello di Alba, “Terzo Tempo”.
Per quanto riguarda il torneo di Torino, il ritrovo è sempre davanti al portone della sede Emmaus alle 12-12,30. Ogni volta c’è grande fermento tra i giocatori e la trepidazione cresce nel viaggio, mentre ci avviciniamo a Torino. Sul pulmino i discorsi hanno come argomento principale la squadra che incontreremo: qualcuno fa il galletto, dicendo che sicuramente vinceremo, qualcun altro più cauto si informa prima sugli avversari. “Ci abbiamo già giocato l’anno scorso”, “Sono al nostro livello, li possiamo battere”, “Quest’anno sono più forti degli anni passati…”, e così via… Finalmente siamo in vista del centro sportivo, scesi dal pulmino qualcuno fuma una sigaretta e poi subito negli spogliatoi. A questo punto non manca molto: gli allenatori danno le indicazioni, e dopo ognuno può esprimere i propri dubbi e dire la sua.
Ricevuta la divisa e indossate le scarpe si può entrare in campo. Breve riscaldamento, appello da parte dell’arbitro, saluti tra le due squadre e poi finalmente si comincia, inizia lo spettacolo, si va in scena: siamo noi i protagonisti! Ognuno affronta la partita col massimo impegno, che ci sia o no pubblico, che si tratti di una finale o solo di un’amichevole. Mille pensieri in testa, dalla panchina compagni e supporter incitano i giocatori: quanto fa piacere sentirsi parte di un gruppo da cui si riceve sostegno e a cui ognuno può dare il proprio contributo.
Man mano i minuti scorrono: se siamo in vantaggio bisogna dosare le energie, non perdere la calma e la concentrazione. Se siamo noi sotto di gol, invece, bisogna dare tutto: nel calcio a 5 nessuna partita è mai persa, bisogna mantenere i nervi saldi, nel giro di qualche minuto le sorti dell’incontro possono capovolgersi. Fondamentale è cercare, in campo, di giocare per la squadra e non solo per se stessi, quindi passare la palla al compagno anche quando si vorrebbe dribblare l’avversario, oppure tornare indietro a dare una mano quando subiamo contropiede.
Minuto dopo minuto, azione dopo azione arriva il fischio finale dell’arbitro: è il momento di esultare coi compagni per la vittoria, oppure di farsi coraggio in caso di sconfitta. A prescindere dal risultato, ora viviamo uno dei momenti più belli dell’incontro: è il terzo tempo. Si abbracciano gli avversari, li si ringrazia per la partita, appuntamento alla prossima. Quindi si rientra negli spogliatoi, dove gli allenatori danno una lettura della partita, cosa ha funzionato e cosa no. È poi inevitabile che sul pulmino nel viaggio di ritorno proseguano le discussioni: ogni partita è davvero unica, ognuno si assume le proprie responsabilità e ogni volta si torna a casa con tanti insegnamenti. Impossibile d’altronde in questo sport non fare errori: anche dopo le vittorie c’è sempre da imparare, qualche elemento da migliorare, qualche aspetto da correggere, da mettere a punto per il futuro. Mentre arrivati a casa si disfa la borsa, puntualmente si sente forte la voglia di giocare la prossima partita, per vivere emozioni ogni volta nuove e sorprendenti.
Emanuele Bevione