Appena usciti dal casello dell’autostrada si spalanca il panorama familiare… colline, vigneti, e la fondovalle che scivola dritta e ci porta verso casa…
In questa calda domenica d’agosto il mare alle nostre spalle è già un ricordo… ci portiamo ancora un po’ di sabbia appiccicata addosso, qualche granello che luccica sulla pelle abbronzata.
Rimangono negli occhi le immagini della settimana trascorsa… Lo stupendo panorama dalla terrazza della colonia, con il mare che si spalancava di fronte a noi e la Gallinara a sentinella dell’orizzonte. E per gli intenditori (o per chi si alzava a tirare le tende a proteggere i dormienti dalla luce del sole che invadeva la stanza) lo spettacolo dell’alba sul mare…
Altre “inquadrature” si affacciano alla memoria, con la radio che fa da colonna sonora al “film” che mi scorre dentro mentre guido piano…
Il sentiero tra gli ulivi e le canne in cui scendevamo (e ahimè salivamo al ritorno!!!) fino alla spiaggia; i giochi nell’acqua, tra spruzzi e risate; le tappe al bar in cui chiacchierare del più e del meno, aggiornarsi sui risultati delle partite a bocce, ripercorrere davanti ad un caffè gli avvenimenti della giornata; le passeggiate sul lungomare, a catturare un soffio di venticello fresco e ad ammirare il mare calmo della sera… il “simil-shopping” nel budello, a caccia di vetrine…
Nelle orecchie le voci … soprattutto le voci della settantina di bambini che hanno condiviso con noi gli spazi della colonia!!
E’ finito anche un altro soggiorno… E chi sta a contare ormai quanti ne abbiamo fatti!
Durante il soggiorno le persone si avvicinano… diminuiscono la distanza e le “strutture” dei turni, degli impegni, delle regole… si sospende il tutto per una settimana.
Le nostre storie si avvicinano… Si stemperano i ruoli.
Abbiamo incrociato, in una di queste sere, uno spettacolo di artisti di strada. Un ragazzo ed una ragazza che facevano del loro meglio per far divertire una marea di bambini ed adulti seduti sui gradini della passeggiata.
Mi ha colpito un’espressione della ragazza, che, rivolgendosi al pubblico per invogliarlo a gettare qualche moneta nel cappello diceva: “Siamo abituati a pagare per molte cose, quasi tutte… ma noi abbiamo cercato di darvi qualcosa di meglio di ciò che si può comprare e pagare… vi regaliamo un’emozione, una poesia…”.
Già, penso che alla fine questo soggiorno mi (e ci abbia) dato qualcosa in più di quel che si può comprare e pagare, quantificare e misurare… specialmente in questi tempi in cui tutto o quasi diventa un lusso…: il vedere nelle persone con cui lavoriamo degli orizzonti di crescita, di possibilità, di cambiamento… il vederle divertirsi, stare bene, a volte trasformarsi completamente da quando le incrociamo nello spazio ristretto di un turno… scoprirle capaci di ironia, scherzo, ma anche di vicinanza e solidarietà verso gli altri in alcuni “momenti no”…
Per ridurre il tutto ad un livello più professionale, potrebbe essere solo “un’osservazione al di fuori dal contesto” … ma comunque ne è valsa la pena!!!
E a dispetto dell’età(!) e della “sedentarietà” che ci porta ogni tanto ad adagiarci nella routine del quotidiano e del “conosciuto”, per uno strano percorso, tutte le volte si torna a casa con qualcosa in più che ci accompagna e ci stimola ad affrontare con sguardo e spirito diversi i turni di ogni giorno.
E quindi… buone vacanze… (o buon lavoro!) a tutti…
Sandra
che bello questo racconto, quante immagini di altri soggiorni e di altre esperienze….. anche scrivere permette di regalare emozioni e poesia.
grazie
antonella
Bello rispecchiarsi in queste righe… grazie max
Complimenti Sandra! Fa bene fermarsi a pensare alle cose belle, se no veniamo travolti dalle emergenze quotidiane e il tempo passa inutilmente facendoci dimenticare che la vera vita è quella che sentiamo dentro, il nostro mondo emotivo. Lo dobbiamo custodire con cura, coltivarlo ed alimentarlo con l’energia positiva che troviamo intorno a noi e nelle persone che ci circondano.
Grazie
anna
eh..sì! davvero emozionanti le parole di Sandra che sento di poter condividere appieno! bello poter avere l’occosione di viversi la relazione con i ragazzi al di là della quotidianità…è arricchente e rimotivante!!
… ehm, grazie a tutti… penso che non sia solo una cosa del nostro soggiorno… ma che sia una specie di “Made in Emmaus” che resiste negli anni, ai cambiamenti delle persone, delle cose e delle circostanze…
voglio tornare a lavorare!!!
Beh, ma adesso le vacanze son finite… Aspetta ancora un po’, va’!! ciao. Sandra