Ho visto nascere Progetto Emmaus. L’evento ha cronologicamente coinciso con la morte di nostro figlio, Giorgio – l’unico che avevamo. Sono passati 25 anni. La Cooperativa è l’esaudimento di un desiderio che Armando aveva da sempre e in cui abbiamo creduto, cominciando a lavorare in una stanzetta di pochi metri quadri. Armando alle inaugurazioni invitava le autorità, poi diceva: “Se avete piacere di un bicchiere d’acqua io ve lo offro volentieri, ma niente di più”. Per lui queste ricorrenze formali non erano qualcosa di vitale importanza, preferiva utilizzare le risorse per gli ospiti, per coltivare la sostanza reale del lavoro.
Dico sempre che noi volontari riceviamo molto più di quello che diamo: basta un sorriso, una carezza. Andrea quando lo vedo gli scompiglio i capelli e gli dico: “Ciao Andrea”. Lui mi guarda e mi manda un bacio. Rispondo: “Per oggi sono servita”.
Oppure ricordo Edo, un ospite della Cooperativa. Un giorno si accovacciò vicino a me e disse: “Senti, tu non hai più nessuno che ti chiama mamma. Ti dispiace se ti chiamo “mamma Giò”?”. Rimasi un attimo interdetta, poi lo abbracciai. E piansi tanto. Sono interazioni dense di luce, una luce che non puoi dimenticare.
Giovanna Boggione