L’osteria sociale Montebellina gestito insieme a “La Colomba coj” vuole maturare forza di rottura e di spaccamento di uno schema: la cucina di qualità non è associata ad esclusivi scopi commerciali o turistici, ma a un movimento di inclusione sociale. Nell’ideale di questo luogo, collocato nel cuore del quartiere Moretta, c’è l’idea di una società che consente a tutti pari opportunità. C’è un sogno di ascolto, di restituire dignità a chi troppo sovente vive vite marginali in un ordine sociale competitivo, ossessionato dalla corsa al profitto. Montebellina oggi compie tre mesi, e con il sostegno della Fondazione Crc e la forza lavoro di tante persone accoglie cittadini, turisti, persone di ogni provenienza sociale sui propri tavoli.
Mattia Bianco è uno dei lavoratori. La sua voce dice molto: “Lavoro a Montebellina da aprile 2022 e mi trovo davvero bene con Roberto, che gestisce il ristorante, e ho legato un ottimo rapporto con i cuochi Beppe, Andrea. Davide, Paolo e Ivan. Anche con le colleghe di sala Hanin, Virginia, Elena e Sara. Secondo me questo è un ottimo ambiente lavorativo per un ragazzo giovane, un’ottima “palestra” di futuro in questa cooperativa che oltre a darti consigli importanti pretende puntualità e precisione lavorativa e tiene conto del carattere della persona e dei suoi problemi – presenti oppure passati. Come nel mio caso, che son stati problemi di epilessia ma risolti con grande caparbietà e testardaggine”. Non mancano gli aspetti critici, i nodi su cui lavorare in ottica di miglioramento: “Anche se al momento lo stipendio non è altissimo, ci sono buone probabilità di alzarlo in futuro”.
Ogni inizio necessita di uno sforzo addizionale, soprattutto nel caso di progettualità nuove, di sogni dagli orizzonti lunghi: “Inizialmente siamo partiti un po’ allo sbaraglio” dice Roberto Intelisano – che gestisce il ristorante. “La prima preoccupazione è stata quella di rimettere in piedi il ristorante, fortuna vuole che il team Emmaus e team La Colomba si sono amalgamati bene fin dall’inizio, abbiamo potuto tirare un sospiro di sollievo e ci siamo concentrati sugli inserimenti lavorativi. Mi dispiace perfino usare il termine “inserimenti lavorativi”, quasi ad indicare che questi ragazzi siano colleghi inquadrati diversamente. Hanno fatto prove in loco, si sono formati e in modi differenti ognuno di loro ha trovato il proprio ruolo integrato all’interno di Montebellina. Sono molto soddisfatto del lavoro fatto finora e non nascondo di aver avuto molti dubbi, ma son rimasto disarmato dalla facilità con cui questi ragazzi mostravano a me e al mondo come la loro vulnerabilità fosse solo un dettaglio delle loro vite. Un ringraziamento enorme a loro per avermi sorpreso e a tutti i miei colleghi in “MonteB” dai camerieri ai cuochi, ai fantastici jolly di cooperativa, agli amministrativi che mi sopportano ogni settimana e alla direzione”.
Alberto Bianco, presidente di Progetto Emmaus, racconta come l’iniziativa si proponesse fin dall’inizio di migliorare la qualità della vita e il benessere delle persone con fragilità: “Dopo tre mesi dall’apertura siamo contenti perché stiamo entrando a regime e la collaborazione con i nostri partner della Colomba funziona molto bene. Si è aumentata l’occupabilità sul territorio offrendo una risposta di lavoro anche alle persone in situazioni di fragilità sociale: oggi sono inserite 4 persone stabilmente più un tirocinio, e questo era il nostro obiettivo principale”.
E prosegue: “Si sono iniziate a integrare e valorizzare iniziative del Circolo già in atto favorendone la realizzazione: ci sono stati tornei di carte nelle scorse settimane e si sono presi contatti con associazioni ludiche cittadine per la condivisione degli spazi e per attivare percorsi di inclusione sociale mettendo in rete le azioni del territorio rivolte al tempo libero e alla promozione delle autonomie delle persone con fragilità. La città di Alba ha risposto con entusiasmo alla nostra proposta con numeri importanti: offrendo una ristorazione accessibile e di qualità si mantengono i clienti storici e ci si apre a nuovi potenziali interlocutori, con un’azione doppia di benessere e sensibilizzazione della comunità ad una cultura inclusiva e responsabile. L’offerta di uno spazio di aggregazione per famiglie, giovani ed adulti è anche uno dei nostri obiettivi. Dopo l’estate vogliamo rinforzare le sinergie tra i partner di questo progetto per mettere in rete le risorse territoriali con altre azioni integrate, pubbliche e private, nell’ottica di strutturare nel lungo periodo più risposte alla fragilità sociale.”
Progetto Emmaus
Ciao ragazzi, complimenti e buon lavoro 👍👍👍
BRAVIII!!!!! 😃