“Sulle note di un poeta contemporaneo ci spostiamo da qui, e in mezz’ora atterriamo tra colline e vigneti di Langhe e Roero e incontriamo una casa, anzi una villa, Villa Moffa, sulla collina di Bra. La casa in collina cantata da Gianmaria Testa. Una casa come spazio da trasformare. Questo l’oggetto del nostro progetto, perché oggi l’abbiamo ricevuta, ed è a nostra disposizione in comodato d’uso per i prossimi 30anni. Ma cosa farne?”. Iniziava così la presentazione, lunga 4 minuti (questo il tempo concesso dalla commissione) che il presidente di Progetto Emmaus Alberto Bianco portava a Torino a metà dicembre, nella cornice suggestiva del Circolo dei lettori. L’occasione era importante: la tappa finale del percorso di accompagnamento di Hangar Piemonte. La commissione di valutazione ha selezionato solo 7 progetti che potranno proseguire nel percorso di sviluppo e crescita, tra cui il nostro. Durante il 2025 consulenti ed esperti nazionali ci aiuteranno a sviluppare un’idea di sviluppo complessa, delicata ma dalle molte possibilità evolutive.
“Prima di tutto questa è un’operazione di restituzione di Villa Moffa ai cittadini braidesi che contribuirono a costruirla agli inizi del ‘900. In seguito Don Orione la trasformò per decenni in Liceo classico. Ci piace pensarla come uno spazio aperto per la città”, ha proseguito Bianco. Le linee di sviluppo del progetto si articolano lungo diverse direttrici. La prima è l’ecologia, attivando collaborazioni con i vari stakeholder per creare sentieri ad anello, bikers e cicloturisti, Colline di Giuca, CAI, ma anche nuove sperimentazioni laboratoriali outdoor per nutrire ed educare i ragazzi. La seconda direttrice è l’accoglienza: nelle Langhe il turismo oggi è ormai in prevalenza d’elite, ci piace pensare ad un’accoglienza per tutti, dove la famiglia e il gruppo possano trovare una base per poter esplorare le bellezze culturali ed i paesaggi scoprendo Pavese, Fenoglio, Arpino. Un posto che generi benessere e convivialità insieme a SlowFood, Università del gusto e LangheMonferratoRoero. Poi l’accoglienza di artisti: questa traiettoria culturale prevede laboratori residenziali di teatro, musica, fotografia e scrittura. Sono stati avviati scambi e approfondimenti con Melarancio, La fabbrica dei suoni e Kublaikhan. Spazio anche alle residenze artistiche dove gli artisti – in linea con l’idea di uno “stare lento” – realizzino opere e restituiscano al luogo parte del percorso fatto. Infine, la formazione ed educazione permanenti: uno spazio polivalente dove poter realizzare percorsi residenziali, utilizzando spazi interni ed esterni della casa. Ad esempio abbiamo ospitato una due giorni per dirigenti con i formatori di Aiccon e Secondo welfare.
Conclude Bianco: “Dove sta l’innovazione? Nell’inclusione lavorativa dei soggetti fragili, quello in cui siamo bravi, dalle cucine al verde, alle camere, questo è il cuore del nostro progetto. Puntiamo a replicare a Villa Moffa la nostra osteria sociale e farla diventare la casa del vino 8pari – che presto genererà una start-up innovativa promuovendo l’inclusione lavorativa della fragilità con un prodotto che è etico, buono e pulito. Il nostro sogno è rendere Villa Moffa uno spazio dove il valore che si genera è più importante della ricchezza che si produce”.
Progetto Emmaus