“Vedere queste persone scendere in piazza e raccontare la propria storia di fragilità con una simile potenza, con uno spirito di condivisione e autenticità, ma anche con rabbia e talvolta tristezza e voglia di riscatto, mi ha commosso davvero tanto”. Luisa è una madre che vive ad Alba e commenta così la quarta edizione del festival “Come buchi nel cielo”, che a fine maggio ha visto fra i protagonisti operatori, famigliari e “diretti interessati” del progetto “In viaggio con Arlo” – dedicato ai giovani fino ai 24 anni che si trovano ad affrontare un periodo di sofferenza.
Attraverso l’azione di un partenariato misto pubblico e privato – tra cui Asl Cn2, cooperative sociali Progetto Emmaus e Alice, associazione Pons, Diapsi Alba Bra odv, Asl Cn2 e Consorzio socio assistenziale Alba Langhe e Roero – il progetto realizzato con il contributo della Fondazione Compagnia di San Paolo si basa su una filosofia innovativa, volta a restituire protagonismo alle persone, a valorizzare le loro risorse e punti di forza, a coinvolgerli in ogni passaggio decisionale rispetto al percorso terapeutico. Non si parla più dunque di utenti o pazienti, terminologie medicalizzate, ma di “diretti interessati” – per sottolineare il ruolo di assoluta centralità della persona e dei suoi desideri nel tragitto di cura.
Giulia Rosso, operatrice di Progetto Emmaus, spiega: “Il gruppo che ha pensato e allestito il festival era formato da operatori della nostra realtà e dell’associazione Pons Aps, ma non solo: alcuni studenti del collettivo studentesco “Cohiba esplendidos” hanno partecipato attivamente alle riunioni organizzative insieme a ospiti di strutture residenziali e protagonisti di Arlo. Ognuno ha portato avanti un piccolo obiettivo, supportato dal gruppo. Il lavoro comune ha consentito l’interfaccia con i giovani delle scuole superiori per raccogliere le domande che sono state sottoposte a Diapsi Alba Bra (associazione in difesa dell’ammalato psichico) durante la serata”.
E’ stato poi possibile ascoltare esperienze dirette provenienti da altre geografie: sono intervenuti tra gli altri Luca Boccanegra, “esperto per esperienza” di Milano, e due membri della cooperativa Esserci di Torino – raccontando la loro esperienza sul tema abitare, le nuove forme di residenzialità e le opportunità connesse.
E’ intervenuto anche Giulio, un giovane coinvolto in un percorso di convivenza supportata. Ha raccontato come il suo protagonismo sia stato assoluto nell’ideare e definire il progetto per costruire la propria autonomia insieme agli operatori, e ha riflettuto sulla difficile situazione del mercato immobiliare albese – escludente verso le persone con fragilità a causa del perdurare di stereotipi, diffidenze immotivate, pregiudizi.
Durante la serata il gruppo albese di candidati a diventare “esperti nel supporto tra pari” (persone che hanno vissuto la sofferenza psichica e supportano altre persone ad affrontare i periodi difficili) ha presentato l’azione partecipata “Dai, tu come stai?”, un invito ai giovani ad esporre attraverso un biglietto anonimo il proprio pensiero rispetto alla situazione delle nuove generazioni in questo periodo storico. Nella piazza sono state allestite delle cassette postali attrezzate in cui inserire i post it. Un momento di comunità che andava oltre gli individualismi, oltre le solitudini per tornare a costruire un senso di reciproca appartenenza e la possibilità di raccontare il proprio disagio, le proprie speranze e i propri desideri.
Progetto Emmaus