L’estate è sempre stata nei miei ricordi uno dei momenti più belli, anche nel lavoro. A partire da quella del 1997, quando si sposarono 4 dei 7 operatori della cooperativa in poco più di due mesi, per la “gioia” dei tre colleghi non maritati che si subirono turni senza senso per coprire i congedi matrimoniali…
Tra i momenti più intensi e ricchi di ricordi ovviamente spiccano i soggiorni, quella settimana di stacco dalla quotidianità che univa ospiti di Emmaus e operatori in un periodo comunitario, una bella dimensione di svago, divertimento e allegria. Settimane intense, in cui si trovava la splendida formula del win win win… tra sostenibilità economica, soddisfazione per gli ospiti di un tempo “senza fine turno” passato insieme, e gli operatori che contribuivano attivamente a tutti i livelli per la realizzazione del soggiorno.
Tra i primi anni sulla riviera romagnola e gli anni della Costa Azzurra, c’è stata la parentesi umbro-toscana. Nei pressi del Lago Trasimeno si affittava per intero un casolare in pietra, La Contea, con annessa piscina e un laghetto facente parte della proprietà.
Le due estati d’inizio millennio vivono ancora in me con ricordi pieni di emozioni:
- John che, all’autogrill per un caffè, si dirige spedito dai Carabinieri, anche loro in sosta, per denunciare il sottoscritto per sequestro di persona;
- Valter – per noi “The good old Gunter” – con il suo immancabile retino, impegnato a bordo piscina a ripulire la superficie d’acqua, snocciolando aneddoti per le colleghe, imprese da maratoneta mixate a ricordi da latin lover;
- Le passeggiate di sera, illuminati solo dalle lucciole e dalla luna;
- Lo strimpellio di Teddy con la chitarra a cantare Ri-Vo-Tril, improbabile sonata farmacologica composta per l’occasione;
- Bongi e le sue immancabili trovate, dalle visite al pronto soccorso per medicazioni periodiche fino alle fughe “solo per scherzo” che facevano scattare l’allarme e le ricerche per qualche ora;
- La colazione al mattino presto sulla piazza del Campo di Siena insieme a Sandra che canta la Nannini;
- La sera in macchina a Pozzuolo Umbro a far la coda davanti all’unica cabina telefonica, in un tempo ancora senza cellulari;
- Piera che ti sveglia all’alba e ti dice di aver appena intravisto, tra la nebbiolina del primo mattino, la bambina del lago – e un brivido ti risale la schiena;
- La giornata di gita in una Roma giallorossa, fresca Campione d’Italia, con la festa dello scudetto e la Ferilli a poca distanza…
Un sacco di ricordi, episodi divertenti e aneddoti da raccontare per noi operatori, un gruppo di giovani non ancora trentenni, mossi da passione ed entusiasmo per il nostro lavoro.
In uno di quei giorni su una stradina bianca di campagna Sandra scattò la fotografia, tra un campo di girasoli e uno di grano nell’Umbria di metà giugno, di due operatori e due ospiti a passeggio, foto che anni dopo avrebbe ispirato il logo della Cooperativa con i profili di Davide, Massimo, Marina e Marco.
Alberto Bianco