Domenica l’altra gli educatori hanno portato i “ragazzi” a Diano. Il tempo non era bello ma sono riusciti a stare insieme. E’ stata un’escursione a corredo di una settimana fatta di incontri per migliorare la qualità della vita nelle professioni legate al sociale ed alla cura della persona. Ma la Cooperativa Emmaus ha organizzat anche un convegno aperto anche ad altre realtà territoriali. Con Le trame del territorio si terrà un confronto per approfondire i temi della disabilità in ottica territoriale. Si terrà martedì 20 maggio, presso la Sala Multimediale dell’Asl cn2, in via Vida, ad Alba. Dal momento che il convegno è organizzato dalla cooperativa Emmaus, Gazzetta ha chiesto al presidente Alberto Bianco cosa si tratterà nel convegno:
Presidente, perché questo convegno?
«In un periodo in cui aumentano i bisogni e le fragilità mentre le risorse a disposizione si riducono, pare importante avere un momento di riflessione per fare il punto della situazione sui servizi territoriali a favore dei disabili, anche attraverso il confronto con buone pratiche ed esempi di altre realtà, impegnate a realizzare sperimentazioni di welfare innovativo e di prossimità».
Chi vi prenderà parte?
«A questa giornata abbiamo invitato alcune realtà del non profit regionale e locale. Tantintenti, una cooperativa sociale di Biella, l’Associazione Bottega del possibile di Torre Pellice, con una lunga esperienza sui temi della domiciliarità che ha fatto scuola come modello di prossimità. Sono presenti i Committenti, regia degli interventi territoriali, con l’Asl, i Comuni ed i Servizi Socio assisenziali di Alba e Bra a portare un proprio contributo e vedere come sui territori vengono organizzate le risposte ai bisogni sempre crescenti che emergono».
Quali associazioni albesi presenzieranno?
«Avremo la testimonianza di due associazioni locali che da anni lavorano con la disabilità, ovvero La Carovana e la Bottega di Elia. Condividere il loro punto di vista rispetto al coordinamento delle attività e la rete che si costituisce sul territorio, le aspettative dei destinatari e dei loro famigliari sugli interventi, la difficoltà ma l’importanza di implementare una rete di contatti e di relazioni per lavorare bene e dare alla persona le capacità di sfruttare questi contatti e contaminazioni».
Mi pare di capire che il tema principale sarà il confronto e la rete tra associazioni.
«Si snoderà un discorso di confronto su come i vari momenti dei laboratori, l’assistenza, le uscite, i soggiorni, gli interventi domiciliari, l’affiancamento nella scuola siano solo alcuni strumenti attraverso i quali si nutrono le relazioni e si risponde a bisogni di varia natura. Spesso gli interventi sono ideati dalle persone alle quali sono rivolti in una coprogettazione, quindi gli operatori ed i volontari partono dai bisogni e dalle richieste dalle persone “fragili”, alle quali ciascuno unisce le proprie competenze ed i propri talenti per realizzare».
Maurizio Bongioanni (da Gazzetta d’Alba)