Vacanza!!! Un vago desiderio che si insinua piccino dal freddo cuore dell’inverno e che comincia a prendere forma con lo sbocciare della primavera. Man mano che passano i mesi, nei mattini di turno, nelle notti di ronda ( o quasi…) e nei pomeriggi sempre più chiari, si scatenano tempeste di immagini … spiagge assolate, mari cristallini, sdraio all’ombra con tanto di bibita fresca, prati di montagna, cime “tempestose” e torrenti che scorrono freschi ed impetuosi…
Appena si avvista l’estate nasce dal profondo del cuore dell’operatore un bisogno famelico di spezzare i ritmi serrati, di respirare una boccata d’ossigeno, di vivere un periodo in un’atmosfera diversa e … perché no, per chi coltiva il sogno di lavorare per il benessere delle persone “diversamente abili”, di far sperimentare uno scampolo di normalità anche ai nostri “ragazzi”. E allora… vacanza sia!!!
E, se, durante il resto dei mesi, la fantasia degli operatori si scatena in mille stratagemmi per raggiungere obiettivi progettuali, in questa settimana, l’obiettivo principale è quello di star bene e di divertirsi. E allora, dalle menti pur provate dal duro lavoro nascono le proposte più disparate…
Ma sì! Ad Entracque si possono fare un sacco di cose!! Ed eccoci in pista…
Perché non andiamo a visitare la centrale idroelettrica? Certamente! Ed anche se non riusciamo a cogliere tutti i dettagli della spiegazione tecnica sul funzionamento di turbine ed alternatori, ascoltiamo attentissimi la simpatica ragazza che ce lo spiega e rimaniamo affascinati dal meccanismo del modellino che la rappresenta e che fa scorrere l’acqua dall’alto in basso e viceversa, su un pannello di fronte ai nostri occhi.
E poi ci aspetta il fresco della galleria sotterranea… ci trasformiamo in tanti piccoli operai col casco giallo e saliamo allegramente sul piccolo trenino che ci trasporta nel ventre della montagna, fingendo, come dice il nostro nonno di fiducia, di essere “sul tamagnun”. Ci sentiamo piccoli di fronte agli enormi macchinari che dominano la forza dell’acqua… ed usciamo appena in tempo per non beccarla, l’acqua, scansando un temporale in arrivo… Sotto un cielo che non promette nulla di buono, il nostro equipaggio si mette in marcia verso la casa che ci ospita in questi giorni.
Ma… abbiamo sentito dire che nel Parco c’è niente meno che… un branco di lupi… E se provassimo ad avvistarne uno? Intanto sentiamo raccontare dal nonno la storia di una bambina e del suo incontro con il lupo e poi aguzziamo gli occhi per vederlo noi… Purtroppo è domenica pomeriggio ed il lupo si sta godendo il riposo del week-end… Ha appeso un cartello con “torno lunedì” ed è sfuggito alla nostra vista. … Pazienza! Ci consoliamo con un gelato, gustato seduti sulla scalinata di pietra in paese, mentre guardiamo pigramente la gente passare… e qualcuno tenta di scalare i muretti …
Dopo aver perlustrato il paese in lungo ed in largo, nei suoi anfratti e nelle sue gelaterie più recondite, decidiamo di avventurarci in una gita fuori porta. Abbiamo sentito parlare della “fabbrica dei suoni”, che ha sede oltre che a Venasca, anche a Boves, non molto lontano da noi… Partiamo in avanscoperta, transitando nelle stradine più strette del paese, dove da secoli non passava un furgone, perché il centro è chiuso causa manifestazione imprecisata. Ci aspetta un viaggio dove ci rechiamo ben più lontano, addirittura in giro intorno al mondo, alla scoperta di suoni, strumenti e balli di ogni genere. E ci divertiamo a ballare, suonare i tamburi, provare strumenti che non abbiamo mai visto e gareggiare in un quiz a squadre su canzoni popolari italiane. Che bello!! Ci è venuta una fame terribile… e ci dirigiamo su di un bel prato per il pic-nic di rito.
Queste sono le immagini che mi sono rimaste in testa della vacanza di quest’anno, ma come al solito ci sono “ scene minori”, che come la ciliegina sulla torta, danno un tocco di classe a tutto il resto… Che dire di R. che di fronte ad un tifoso ubriaco ed urlante per la sconfitta della Juve in Champions non trova altro commento che quello di etichettarlo come un “mammalucco”, oppure della splendida performance vocale di A. che si scatena in una appassionata interpretazione a memoria di “Madonnina dai riccioli d’oro” con tanto di mimica e di braccia rivolte al cielo…
Ricorderò di quest’anno anche le partite a carte, l’esultanza per le vittorie ed il tacere mugugnante delle sconfitte, l’entusiasmo per la banda che suonava per le vie del paese… il pranzo della domenica, con tutte le portate di rito… il sole che ci ha scottati e la pioggia che abbiamo sempre schivato in extremis…
Sono state le piccole cose che hanno fatto belli questi giorni, in cui ho ritrovato i ragazzi nella loro espressione più genuina, ed anche i colleghi, tra le chiacchiere a fine giornata, i caffè per iniziarla decisi… gli esperimenti fotografici e le scommesse sui pasticci di M.
Che dire…? Peccato sia finita… e ormai settembre ci sta riportando inesorabilmente verso l’autunno.
Sandra Tortore