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Cristalli di sabbia

Settembre 2, 2015|Cooperativa Progetto Emmaus|NEWS

“La fantasia non potrà mai invecchiare, per la semplice ragione che rappresenta un volo verso una dimensione che giace al di là del tempo”.
Walt Disney

Cristalli di sabbia

– Che dici, ce li sfruttiamo questi ultimi raggi di sole?
– Cosa hai in mente stavolta?
– Andiamo a fare merenda all’aria aperta?
– Se i ragazzi son d’accordo, perché no? Sai già dove?
– Direi di si … ma non lo dico nemmeno a te, è una sorpresa …

aurora1Eccole li, oggi sono in turno Anna e Chiara. Ste due quando sono insieme si inventano sempre qualcosa. Ovviamente sono felicissima di uscire, ma non ho proprio idea di dove andremo. Io sono tra quelli che qui dentro ha più difficoltà, non deambulo bene, a parlare non ci penso nemmeno e se mi mettessi a elencare i miei problemi di salute..non mi basterebbe questo foglio..

Beh, ovvio, comunico, tutti lo fanno, ma io lo faccio alla mia maniera e prima o poi tutti arrivano a comprendere che cosa ho da dire. Addirittura Anna, lei da noi è arrivata lo scorso autunno. Prima lavorava nei Gruppi Appartamento.. quanto ce l’ha fatta andare con sta storia che lei era un’operatrice dei Gruppi, che il Gruppo è un’altra cosa, che le piaceva di più … eccetera eccetera.

A me, all’inizio, non mi considerava proprio, però pian pianino ha iniziato a capirmi. E adesso, devo ammettere, mi sta simpatica. Chiara invece lavora qui da più tempo e quest’anno è diventata la mia operatrice di riferimento. C’è anche Federica, la ragazza che svolge il Servizio Civile. Quando c’è lei, è più facile organizzare le uscite di gruppo, e oggi è un giorno di quelli. Ah, dimenticavo, io mi chiamo Angela e sono ospite della Comunità Aurora da quasi dieci anni, ormai.

Dicevo, noi viviamo a Pollenzo, un paesino sicuramente molto carino, ma le nostre giornate, molto spesso iniziano e si concludono qui. Non possiamo permetterci di girare il mondo. Io e i miei compagni stiamo invecchiando, e comunque, anche da giovani abbiamo sempre avuto qualche problemino. Per non parlare dei soldi; ormai ne spendiamo tantissimi in medicine. Dunque, quest’anno per noi, come per molti altri, niente vacanze.

Io però, di natura sono un’ottimista, vedo sempre il bicchiere mezzo pieno, anche dopo che ho bevuto: nonostante tutto, io e i miei compagni siamo dei privilegiati perché il nostro territorio ci offre uno spettacolo mozzafiato per gli occhi e per l’anima. Per vedere delle cose belle, non dobbiamo per forza prendere e partire, anzi! A pochi chilometri da “Aurora”, scorre il fiume Tanaro, ma questo lo sanno tutti. Quello che invece non si sa è che esiste un posticino lungo questo fiume, denominato “la spiaggia dei cristalli”. Beh, Io non so perché hanno deciso di dargli questo nome, ma posso assicurarvi che è un posto davvero speciale.

– Hai preso il cappellino per Marta?
– Si..
– La crema solare?
– Pure…
– L’acqua? I bicchieri?
– Siii li ho messi dentro il borsone, possiamo andare.

Chiara è una molto precisa, non ci muoviamo mica se non è tutto a posto, eh!
Dunque, mettiamo in moto e partiamo per questa avventura.

Lasciamo la macchina in un parcheggio sterrato e iniziamo a camminare. Anna dice di sapere dove stiamo andando, che avremo da percorrere a piedi all’incirca un chilometro prima di giungere a destinazione, ma lei e l’orientamento non vanno proprio d’accordo..tutte le volte che andiamo in giro, o sbaglia strada, o imbocca quella più lunga..non lo fa apposta, è fatta così. E anche stavolta si confonde..dopo qualche centinaio di metri, ci rendiamo conto che in pratica stiamo tornando indietro, nel posto in cui avevamo parcheggiato … lo sapevo.. è la solita imbranata..

Vabbè, ci facciamo una risata e ritorniamo al punto di partenza. Per fortuna riesce poi a ricordarsi quale stradina bisogna prendere, e ripartiamo. Due giorni fa da queste parti c’è stato un forte temporale, quindi bisogna far attenzione a non scivolare nella terra bagnata.. ma le pozzanghere che incontriamo durante il tragitto, come piccoli occhi di acqua e fango, ci vedono passare e ci sorridono Io, dal canto mio, ricambio il saluto, con un forte applauso e una risata di ringraziamento.

Giunti davanti a un enorme campo, Anna ci chiede di fare silenzio, altrimenti non riusciamo a sentire il rumore dell’acqua … e proprio in quel momento scorgiamo una piccola scaletta fatta di legno e terra, la via d’accesso alla nostra meta. Io mi aggrappo a Federica, almeno sono al sicuro..bisogna scendere piano piano e fare attenzione a non cadere. I miei compagni, come vi ho già detto, sono quasi tutti anziani, e quindi c’è voluto un po’ prima che ci ritrovassimo giù tutti insieme, ma alla fine ce l’abbiamo fatta. Dietro di noi il sentiero, con i suoi alberi e rovi, davanti a noi, cristalli di gesso, sassi, rocce e… sabbia.

Mi sdraio, e faccio scivolare sotto le dita quei piccoli granelli. Le mie mani sono matite che disegnano piccoli sentieri. La sabbia diventa una grande lavagna, sulla quale lascio traccia di me. Inizio a giocare, mi accorgo che i miei compagni mi stanno sotterrando i piedi con la sabbia, sorrido e il sole mi fa luccicare gli occhi come quei sassi di cui sono circondata; sento che questo momento mi sta riempiendo di gioia, un’emozione così forte che non riesco proprio a contenere.

Rido a squarciagola, la mia voce rimbalza sulle pietre e da un senso di me all’aria. Chiudo gli occhi e rido, la mia risata invade ogni granello di sabbia, ogni centimetro della spiaggia, ma non voglio smettere… alzo le mani e le avvicino, le unisco, inizio a batterle, una contro l’altra, finché non produco un suono che piano piano diventa musica. Il cuore sta impazzendo di gioia, così continuo a ridere e a battere le mani, sempre più forte. Ed ecco che d’un tratto sopraggiunge un ricordo: quando da bambina andavo in vacanza con i miei genitori, stavo tutto il giorno a giocare sulla spiaggia.

Mi piaceva proprio tanto. Il mio babbo cercava di costruire per me tanti piccoli castelli che però io mi divertivo a distruggere… eh si, sono sempre stata una birbantella… allora lui ci riprovava e rideva, ma io non glielo permettevo perché mi attaccavo a lui e lo abbracciavo forte forte. Quello era l’unico modo che conoscevo per dirgli che gli volevo bene.

All’improvviso alzo gli occhi e mi sembra di stare sognando: vedo davanti a me una distesa di acqua, limpida e abbagliante, bella a tal punto da incantarmi, così da fermare ogni mio movimento: che meraviglia. Lentamente appoggio le mani sulla sabbia, e cerco di tirarmi su. Federica dove sei? Voglio andare vicino all’acqua. Ah eccoti qui, dai su, avvicinati a me, andiamo a vedere che cosa c’è li…

Oh..la vedi anche tu? Che bello, ci stiamo specchiando e quella che vedi lì riflessa è la felicità, guardala bene. A me però non basta vederla, la voglio toccare, così immergo le mani nell’acqua e produco tanti schizzi, che faccio arrivare fino a te… Adoro sentire l’acqua sotto i mie piedi. La morbida sabbia mi fa sentire come una piuma che ondeggia di qua e di là… barcollo così tanto che… ops, cado nell’acqua e tu con me…. Dai Fede, non ti arrabbiare, ridiamo insieme! Ora si che posso sentirla la felicità, posso toccarla; è così fresca e pura. Adoro prenderla con le mani e lanciarla, vederla scintillare nel cielo e per poi ricadere sul mio viso..

È ora di rialzarsi. Prendimi per mano e aiutami a uscire, stammi vicino e accompagnami.
Torniamo sulla spiaggia.
Dammi le mani e accarezza la sabbia, ridi con me, ridi come me…

La giornata sta per finire, sento che mi dici che dobbiamo andare, mi metti le scarpe e delicatamente mi pulisci il viso e le mani dalla sabbia, questo mi rende triste, non voglio lasciarla qui e dover tornare… va bè dai, ne prendo ancora un pugnetto e la porto con me.

E’ faticoso dover tornare a casa, ma ancora di più lo è dover ripercorrere quella scaletta…
Di nuovo mi aggrappo al braccio di Federica, e torniamo su, purtroppo inciampiamo e lei sta quasi per cadere. Stavolta sono io a tenerla, altrimenti rischia di farsi male… qualche istante dopo, una piccola pioggia dorata avvolge i nostri corpi: i granelli di sabbia che tenevo tra le mani..

Quella notte non sono riuscita a chiudere occhio, invece di dormire, ho passato    il tempo a picchiettare il mio libro sulle sponde del letto; il mattino dopo sentivo l’operatore della notte raccontarlo ai colleghi, durante la riunione d’equipe. Tutti si scervellavano per cercare di capire cosa avessi visto, perché non fossi riuscita a riposare..
Ehi? Ma cosa vi pare? Certo che mi sono emozionata ieri, sono stata in un posto magico! Mica tutti hanno questa fortuna? A voi non capita mai di restare svegli tutta la notte perché troppe emozioni vi gironzolano nella pancia? Beh..peggio per voi, non sapete cosa vi perdete!

Comunità Aurora

Settembre 3, 2015 Cooperativa Progetto Emmaus

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