Questo è il titolo di un interessante percorso di avvicinamento alla tematica del dopo di noi che a inizio marzo avrà la sua tappa albese. Oltre 80 persone, 4 cooperative sociali, operatori del servizio pubblico, associazioni e famiglie si stanno incontrando da qualche mese per riflettere su questo argomento.
Diversi gli spunti di riflessione che questo percorso formativo e di confronto tocca. Qualche parola chiave e le suggestioni che sta evocando in noi.
L’incontro. Forse il primo aspetto interessante semplicemente è proprio quello di creare uno spazio di pensiero nuovo, che non appartiene a nessuno ma è di tutti. Le giornate condivise, per lo più di sabato, per dare modo a tutti di partecipare, vedono nel piacere di trovarsi e passare del tempo insieme la base da cui partire. Un tempo che si riempie poi di vari ingredienti: il viaggio, il confronto, l’ascolto reciproco, il momento conviviale del pranzo insieme a fine giornata.
Il viaggio itinerante. Quattro cooperative sociali, quindi territori diversi, un setting che si modifica e modella di volta in volta a seconda del tema che si affronta e del territorio che si va a esplorare. Cuorgnè, Biella, Tortona, Alba, per finire a metà aprile a Torino: un percorso geografico nel nostro Piemonte che va a scoprire le diversità e le modalità con cui le famiglie ed i servizi navigano in questo mondo.
La Co-progettazione, intesa nel senso più ampio e nei suoi molteplici risvolti. Per la famiglia ascoltare i bisogni del congiunto e non sostituirsi nella lettura dei bisogni stessi; per gli operatori abituarsi ad una co-progettazione continua che si modifica in base alle scelte delle persone e non si muove su modelli precostituiti; per le cooperative la possibilità di scrivere nuove pagine, interpretando questo cambio di paradigma e cercare possibili risposte che siano attendibili, sostenibili e rispondano almeno in parte alle aspettative.
Le non conclusioni. Questo è il tratto distintivo del percorso, nel quale Gianfranco Caramella, file rouge del gruppo di lavoro e collante, ci sta suggerendo traiettorie che pongono domande più che dare risposte. Questo seminare dubbi, senza la pretesa di predeterminare il raccolto è condiviso tra operatori, famiglie e volontari. La fiducia è anche legata alla possibilità di sperimentare che ci è stata data ed alla possibilità di sbagliare, perché autonomia significa anche sbagliare.
Il progetto di vita. L’eterogeneità ci stimola anche a trovare spazi di riflessione condivisi per creare una cultura comune del lavoro. Un interrogativo che spesso ci accompagna è quello del dove ci collochiamo all’interno di una dinamica che ci pone tra due punti estremi ideali: da un lato la tutela, nostra, dei servizi, delle persone e dall’altro quello della promozione della massima autodeterminazione. Noi – operatori, famigliari – possiamo e forse dobbiamo abituarci ad abitare questo spazio che sta tra una funzione di tutela e una invece di stimolo all’autodeterminazione delle persone e alla promozione delle loro autonomie, accettando il rischio e quello che una posizione laica di ascolto ci suggerisce.
L’invito. È quello a partecipare al prossimo incontro, aperto a tutta la cittadinanza, che si terrà ad Alba, nel salone Polifunzionale del Seminario Vescovile, in piazza Vittorio Veneto 1, a partire dalle ore 9.30 di sabato 7 marzo. Dopo aver approfondito le aspettative personali, le paure, i timori nel primo incontro, ci si è soffermati nel secondo sugli aspetti normativi e legislativi e sulla loro applicabilità nei nostri territori, sondando possibili sviluppi dei servizi e nei servizi. Il terzo incontro di Alba sarà relativo alla condivisione di alcune esperienze in giro per l’Italia. Avremo famiglie e servizi che hanno sperimentato traiettorie in Emilia, Liguria, Toscana e Lombardia. Queste realtà condivideranno il loro percorso, con la loro personale risposta a quello che è un percorso condiviso.
Alberto Bianco e Sara Vaschetto
Buonasera. Mi chiamo Matteo Bolla e avrei il desiderio di parlare con qualche operatore per il “Progetto Dopo di Noi”.
Io e mia moglie siamo i genitori di un “ angioletto “.
Potete darmi un referente? Grazie. Matteo
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