Tutto, o quasi tutto, ebbe inizio una domenica pomeriggio ai Canta, frazione di Benevello, a casa di Adelina, la nonna di Andrea Torchio. Erano gli inizi degli anni Ottanta.
Ci eravamo dati appuntamento con Vincenzo ed altri amici per riprendere e discutere quanto avevamo sentito esporre qualche tempo prima in un convegno regionale sulla disabilità. L’occasione era buona anche per incontrarsi e fare una bella merenda sinoira, di domenica pomeriggio, con le nostre famiglie. Partecipava a quell’incontro un amico di Torino conosciuto in quell’occasione e che, col suo intervento, aveva parlato di un nuovo modo di aggregazione, la cooperativa, per avere più forza e determinazione nel raggiungere gli obiettivi.
Ascoltandolo pensavamo sempre più che questa forma organizzativa potesse essere l’ideale per rendere reali i nostri progetti e i nostri sogni. Fu quel pomeriggio, discutendo di problemi reali e ideali forti – con una fetta di tuma ed una di salame, accompagnate da un bicchiere di barbera – che prese forma e concretezza il nostro impegno con la prima idea di cooperativa. Da quel giorno partirono le azioni dapprima sull’inserimento scolastico, intorno al diritto allo studio per tutti e all’inclusione.
A fine anni Ottanta nacque la Cooperativa Insieme, che diede forma alle espressioni lavorative delle persone. A metà anni Novanta fu poi la volta di Progetto Emmaus – che iniziò a promuovere valori quali l’autonomia possibile e l’interdipendenza.
Oggi queste sono realtà importanti, che portano avanti il loro lavoro consapevoli che le difficoltà fanno parte della vita: non ci fermano, si affrontano per superarle con lucidità e passione. Mettendo sempre al centro le persone.
Armando Bianco