I miei vicini lavorano per la Cooperativa: lei in una struttura, il marito segue un gruppo di ragazzi in un progetto di vino sociale. Abitano nella casa di fianco alla mia e come me hanno un piccolo giardino sul davanti. Li conosco bene, soprattutto la maggiore delle loro due bambine: tutte le volte che mi vede mi racconta cosa ha fatto, dove è stata. Le piace molto la campagna. In questo istante sto osservando una scena tanto silenziosa quanto profonda. Padre e figlia sistemano i giovani tralci della vite. Vorrei potermi avvicinare di più ma rispetto, nonostante una forza magnetica che mi attira verso di loro, i confini invisibili del cerchio dell’intimità. La voce di lui è poco più che un sussurro. “Ecco vedi, si fa così, appoggia il dito sul ramo e tieni il filo, arrotola, brava! Nonno Giovanni sarebbe contento di vederti in questo momento. Lui era un viticoltore, come anche il tuo bisnonno”. La bimba esegue con garbo, non ha ancora tre anni, ma ascolta attentamente le parole del papà.
Poco più di un anno prima…
Un sabato pomeriggio di fine marzo, siamo a Santo Stefano Roero ed è una bellissima giornata di sole. Alle mie spalle c’è un enorme salone, pieno di gente con dei bicchieri in mano che chiacchiera, ride, assaggia il vino. Oggi è festa qui. C’è gente da tutta Italia. Ho già sentito tanti accenti diversi, alcuni sono un po’ buffi, altri familiari, però mi piace molto ascoltare i diversi suoni dell’italiano. C’è anche l’uomo che ammiro di più al mondo. La manifestazione sta andando bene, lo capisco dal suo sguardo: è felice, parla con molte persone, fa assaggiare il vino a cui dedica il tempo che può, tre mattine a settimana, con i ragazzi, Bruno, Giangi e… non ricordo il terzo nome, li ho conosciuti questa mattina e sono davvero simpatici. Mi piacciono. A dire il vero, mi piacciono quasi tutte le persone che oggi si trovano qui, quelle che incontro mi rivolgono tanti sorrisi e mi fanno un sacco di domande. La Cooperativa Progetto Emmaus partecipa offrendo la degustazione del Roero Arneis 8mani 2018. A casa, da una settimana a questa parte, non si parla d’altro: cavatappi, espositore per le foto, pulmino, sputacchiera (eh si,ogni volta che lui la pronuncia a me scappa da ridere) oltre all’organizzazione generale e alla speranza che vada tutto bene. Oggi sembra di essere nel bel mezzo di una grande festa in famiglia e sono convinta che questa giornata particolare rimarrà impressa nella mia mente. Appena arrivo a casa citofono a Ilaria e le racconto tutto. Dimenticavo, mi chiamo Viola Murtas, ho un anno e mezzo e quel signore, quello che sta facendo conoscere ai produttori “8mani” , è il mio papà.
Emanuela Grillo
Che dire …mi sono commossa….grazie di questo stralcio di vita .
Una vita che un po’ mi appartiene .
Sono figlia di contadini , ed ho imparato ad amare la terra e i suoi prodotti proprio grazie al mio nonno e al mio papa’ .
In questo racconto ci sono anche i ragazzi….tramandate i vostri valori e condividete
La vostra vita anche con loro
E l’aria che si respira dal racconto è veramente ” pura e genuina ” .