Molti sono i ricordi di questi 25 anni in giro per le strutture di Progetto Emmaus, ma sicuramente i più vivi sono quelli di inizio attività, quando sei ragazzi poco più che ventenni iniziavano una fantastica avventura: fatta di fatica, perplessità, frustrazione ma anche coraggio, determinazione e raggiungimento di obiettivi.
Turno di notte, davanti a me interminabili ore… ancora oggi riesco a sentire il profumo del caffè che iniziava a scorrere a fiumi, nel periodo estivo c’era chi si rintanava in camera e chi si sistemava in terrazza, arredata alla bene e meglio da noi operatori… (mi rivedo ancora appesa alle scale con la mia collega Nadia a legare il tendone per proteggerci dal sole). Anche le parole scorrevano a fiumi, e oltre alle banali chiacchiere tra una risata e l’altra si snocciolavano temi importanti… poi un film, i silenzi, quei silenzi di condivisione, silenzi sereni… silenzi che simulano la tanto aspirata “normalità”.
Già l’una….il tempo passa e se il sonno non arriva: ci si rifà un caffè e si approfitta di quel momento magico in cui si ottiene attenzione. Ospite-operatore si parla, si riguarda un po’ di tv e magari si trova il coraggio per raccontarsi un po’.
Ecco, me le ricordo così le notti, un intrigo di profumi e parole che s’intrecciano e svelano sempre qualcosa di profondo.
Cristina Piampiano