Alle diciotto di una giornata di fine giugno arriva una telefonata di Davide: “Domani bisognerebbe andare a prendere a casa Y., un bimbo di origine cinese, e portarlo a un soggiorno estivo a Sant’Anna di Valdieri. Troverai sulla scrivania tutte le indicazioni e le chiavi della macchina che ho prenotato, e il numero di telefono della persona che devi contattare al tuo arrivo”.
Il mattino seguente recupero le chiavi della mitica Punto verde e parto. Mi inerpico lungo una stradina di campagna dissestata dai temporali estivi per arrivare nel cortile di una cascina di Langa, dove ci sono ad aspettarmi un bimbetto sorridente e la sua nonna. Il piccolo mi corre incontro fiducioso e sale senza esitazione in auto col suo zainetto verde a forma di rana.
Partiamo e dopo pochi chilometri il piccolo, fortunatamente, si addormenta: dico fortunatamente perché il bambino è da pochi mesi in Italia e conosce solo due parole, “ciao” e “sì”, quindi la conversazione durante il viaggio potrebbe dimostrarsi difficoltosa.
La radio non funziona, così al suo risveglio lo intrattengo cantando “Fra Martino”: mi fissa per un poco con stupore, poi dopo un primo momento di indecisione si unisce a me nel ritornello, aumentando il suo vocabolario di ben tre parole, “din”, “don” e “dan”.
Arriviamo a Sant’Anna di Valdieri puntualissimi. Provo a contattare per telefono Elena, la referente, ma non è raggiungibile.
Cerco informazioni da una signora di passaggio, che mi comunica che l’unico centro di soggiorno è presso le terme, a pochi chilometri da Sant’Anna. Alle terme, nessun traccia del campo scuola. Cerco di telefonare a Davide, ma non c’è campo. Percorro la strada a ritroso, incontro altre strutture di soggiorno ma l’esito è sempre negativo. Tornato a Borgo San Dalmazzo, il cellulare si riconnette col mondo. Ricontatto Davide per risolvere il “mistero del campo scuola fantasma”, ma lui è occupato in un’altra conversazione.
E’ a quel punto che mi viene l’idea di telefonare ad un’amica che lavora nei servizi sociali: mi risponde, le espongo il mio problema e lei scoppia a ridere. Dice che il campo scuola non è a Sant’Anna di Valdieri, ma… di Vinadio.
Provo a contattare Elena per avvisarla del disguido e giustificare il nostro ritardo, ma non è ancora raggiungibile. Giunge in mio soccorso la telefonata di Davide. Gli racconto le recenti peripezie e lui mi fornisce il numero telefonico del posto pubblico. Telefono, mi risponde una signora che gentilmente mi va a cercare Elena, così dopo pochi minuti posso finalmente parlarle e ci accordiamo per incontrarci a… San’Anna di Vinadio! Dopo altri chilometri in compagnia di Fra Martino campanaro arriviamo alla meta e ad aspettarci ci sono Elena e sua figlia.
Y. corre loro incontro e le abbraccia, io racconto un po’ mortificato la nostra avventura, resa ancora più complicata dalle comunicazioni telefoniche difficoltose. Elena mi spiega che tutti i cellulari della zona erano isolati a causa di un guasto al ponte radio. Affido il mio piccolo amico e compagno di coro a Elena, lui mi abbraccia e poi si allontana col suo zainetto verde sulle spalle.
Roberto Reggio