UNO SPORTELLO DI QUARTIERE AI “TETTI BLU” DI ALBA
La solidarietà può essere antidoto all’individualismo, sguardo supplementare verso gli invisibili. E’ questa forma di “colla” che può avvicinare le persone non solo con l’Altro, ma anche a se stesse. In questa logica ad Alba al quartiere Tetti Blu la Cooperativa Progetto Emmaus, con la partnership dell’organizzazione di volontariato ‘Associazione Nel viale’, ha deciso di realizzare parte del progetto “L’interdipendenza: l’autonomia che si fa sistema” co-finanziato con il POR (FSE) 2014-2020 e realizzato nell’ambito della Strategia di Innovazione Sociale della Regione Piemonte WE.CA.RE. (Welfare Cantiere Regionale). Racconta il referente del progetto, Davide Crudi: “Qual è il modo migliore per conoscere un quartiere? Ascoltare le persone che ci vivono! Nasce quindi lo “Sportello di Quartiere”, un punto di incontro fra operatori sociali e abitanti, per tendere un orecchio ai bisogni e alle idee e per favorire la nascita di reti informali tra vicini di casa. Questa occasione di scambio, che avviene diversi pomeriggi alla settimana, sta creando le basi per sinergie prossime. Il desiderio di creare nuovi spazi per i bambini, di creare luoghi di aggregazione per adulti e anziani e la volontà di potenziare il decoro delle aree comuni sono tutti contenuti portati in modo sentito da buona parte della popolazione”.
YOGA, UNO STRUMENTO DI SOLIDARIETA’ E LEGAME
Il corpo conosce e intuisce il mondo prima della mente, comunica con gli altri sensazioni profonde. Ed è proprio il corpo che consente di creare legami di meravigliosa vicinanza. “A luglio nel quartiere abbiamo avviato l’attività del gruppo informale yoga tra vicini, l’incontro è stato preparato con cura: la scelta del luogo sotto le fluttuanti fronde dei salici che forniranno riparo dalla calura di un pomeriggio estivo inoltrato, l’accoglienza dei (speriamo) numerosi abitanti del quartiere, una breve introduzione sulla corretta tecnica di respirazione e l’invito a svolgere le asana (posizioni) con presenza mentale, attraverso il costante contatto col proprio respiro. Quando mente, corpo ed anima sono insieme, nel momento presente, allora ci si apre alla possibilità dell’incontro col proprio Sé superiore. Questo significa Yoga, ovvero Unione”.
Creare un’attività di gruppo in un quartiere non è semplice. Ogni gesto va immaginato, soppesato, integrato col contesto. “Anche il volantino per promuovere l’evento è stato pensato con cura da Andrea, uno dei volontari del quartiere Tetti Blu che durante il mese e mezzo di lockdown si sono adoperati per portare la spesa a casa degli abitanti anziani. Andrea, che nasce come geometra e che ha evidenti capacità grafiche, trasforma la mia bozza stile “soviet” anni ‘40 in qualcosa di aggraziato, comunica leggerezza e gentilezza”.
Dopo la preparazione, il momento della realizzazione. “Ci siamo. In ordine sparso, un passo dopo l’altro, i puntini colorati che si muovono dalle diverse zone del quartiere si avvicinano, i loro volti rispondono con un sorriso al mio sorriso, ognuno ha con sé un tappetino. Tra i partecipanti all’ attività ci sono anche gli ospiti dei due gruppi appartamento che la nostra cooperativa gestisce all’interno del quartiere, arrivano anche loro alla spicciolata: si capisce subito chi ha voglia davvero di mettersi in gioco e chi, fumando le ultime note della sigaretta e senza stuoia vorrebbe fare da spettatore discreto; chi esprime il proprio disagio iniziale con proiettive abbuffate verbali e gestisce la propria ansia da performance sociale (stare in un grande cerchio con persone nuove non è cosa facile, ve lo assicuro) ripetendo come un mantra le stesse frasi per più volte. Nessuno dei partecipanti si scompone, le nostre bizzarrie si fondono con l’energia del gruppo dei partecipanti. Il vento fa oscillare i capelli argentati dei salici. La felicità a volte è fatta di piccole cose”.
Lo Yoga diventa così la metafora di una società che prova a ricomporsi, a re-integrare le proprie parti altrimenti frammentate. E’ uno sforzo di appaiarsi, di ritrovarsi nel proprio corpo e negli occhi dell’Altro. “Yoga presuppone essere in contatto pienamente con sé stessi, con ciò che ci circonda e con chi ci sta accanto in un’ottica di non separazione. Presuppone Essere senza distinzione alcuna. E gli ospiti dei gruppi appartamento, ad Essere, sono dei giganti”, conclude Crudi.
LEGAMI ANTICHI: IL VINO 8PARI
Lo Yoga è una forma di linguaggio, un’arte corporea da affinare con anni di sapienza. E sembra proprio questa richiesta di dedizione e cura l’elemento che accomuna questa pratica al mondo del vino: l’uva per essere trasformata necessita di pazienza, di ascolto, di tempo.
All’interno del progetto WeCare si inserisce anche l’attività di 8Pari, il vino sociale prodotto dalla cooperativa. Prima si chiamava 8Mani, e nel 2020 il cambio di nome ha inaugurato una nuova fase. Spiega Alessandro Milanesio, responsabile dell’Area Innovazione di Progetto Emmaus e referente del progetto: “In questi giorni in cui si intensificano nuovamente emozioni di paura e angoscia, ansia e preoccupazione che ci riportano inevitabilmente a quello che abbiamo vissuto durante il periodo del lockdown, stiamo per “lanciare” il nostro primo Arneis 8Pari in collaborazione con l’Azienda Agricola Matteo Correggia. L’annata è il 2019, che si presenta in ritardo rispetto alla tradizionale uscita prevista nella tarda primavera”. Milanesio prosegue spiegando come la vulnerabilità umana nell’anno della pandemia sia stata accompagnata da analoghi pericoli nel mondo naturale: “Abbiamo toccato con mano la fragilità, che si è manifestata quando abbiamo dismesso una vigna di Arneis attaccata dalla flavescenza dorata: ancora una volta la natura ci ha palesato la vulnerabilità che riscontriamo quotidianamente come esseri umani e che, in un connubio che ci lega indissolubilmente alla terra, rappresenta per noi una terapeutica consapevolezza”. Legami antichi portatori di conoscenza, fiammelle rare: proteggerle dalle sferzate della realtà e aiutarle a crescere diventa operazione di bellezza, di discreta ma potente resistenza.
I protagonisti del progetto 8Pari sono gli ospiti di Progetto Emmaus. Sono loro ad accompagnare la metamorfosi della terra, dell’uva e del vino, poi a maneggiare etichette e bottiglie, tappi e scatole di cartone. Sono le loro storie di inclusione e il loro desiderio di “divenire” a incontrare le biografie dei vignaioli del Roero, appaiando mondi all’apparenza lontani e in verità accomunati dal desiderio di realizzare qualcosa di profondo, qualcosa che rimane. Di seguito l’intervista a Bruno Nano, collega inserito da anni all’interno del progetto.
“Cosa State facendo ora in vigna?”
Bruno: “In questo momento ci stiamo occupando della vendemmia, prima dei vini bianchi e ora abbiamo quasi terminato i rossi. Per i nostri viticoltori la vendemmia è sempre una grande festa, anche per me è un momento bellissimo perché si inizia a intravedere il risultato di tutto il nostro anno di lavoro che poi si trasformerà nella bottiglia di vino 8Pari”.
“Quali sono le emozioni che provi quando ti occupi di 8Pari?”
“Mi piace tanto partecipare al progetto 8Pari, anche se è una tipologia di lavoro diversa rispetto al mio percorso universitario, perché partecipiamo lo stesso attivamente alla creazione di un prodotto, la bottiglia di vino Arneis e nebbiolo Roero 8Pari. Per produrla passiamo comunque attraverso tante fasi, le principali sono la stralciatura, la vendemmia, l’etichettatura e infine la presentazione stessa del nostro vino alle fiere, e questo ci rieduca anche a un futuro lavorativo diverso e allo stare in gruppo”.
“Come ti trovi all’interno del gruppo di lavoro?”
“Mi trovo molto bene con i miei compagni di lavoro che partecipano o che hanno partecipato al progetto 8Pari, l’ambiente è molto bello, sia per il bellissimo scenario naturale delle colline del Roero, sia per il grande affiatamento che gli operatori del progetto sono riusciti a creare con noi ragazzi che vi ci dedichiamo con grande impegno”.
INCUBATORI DI IDEE
Da maggio 2020 8Pari partecipa al programma di GrandUP!, promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo con il contributo della Camera di Commercio di Cuneo. L’iniziativa punta a coinvolgere imprese, cooperative, startup, amministrazioni pubbliche, scuole e cittadini interessati all’Innovazione Sociale per creare sinergie virtuose, condividere e accrescere competenze, know how, e attrarre investimenti sul territorio.
Dice Alessandro Milanesio, responsabile dell’Area Innovazione di cooperativa e che con Antonio Murtas partecipa alle attività di GrandUp!: “All’interno di questo percorso proviamo a definire meglio la nostra progettualità per raggiungere il maggior impatto sociale possibile, attraverso il raggiungimento di un equilibrio e di una sostenibilità che, oltre che sociale, è anche economica e ambientale. Supportati da SocialFare stiamo costruendo un Social Business Canvas con l’obiettivo di concretizzare maggiormente la nostra vision e di raggiungere l’interesse di eventuali finanziatori che incontreremo a gennaio”. Grazie a questi strumenti sarà possibile generare un valore economico che potrebbe “irrobustire” i progetti della cooperativa. Creare profitto non diventa quindi il fine primario (come accade nel mondo imprenditoriale odierno), ma uno strumento per raggiungere obiettivi sociali e ideali di inclusione.
Conclude Milanesio: “Nel mese di novembre presenteremo l’edizione limitata del nostro Nebbiolo Roero Docg 2018, frutto della collaborazione con SoloRoero che raggiunge, proprio in questi giorni, i 6 anni di attività insieme – anniversario che possiamo celebrare accompagnati da questo vino che lentamente, dalla vendemmia 2018 ad oggi, è arrivato sulle nostre tavole. Per acquistare i nostri prodotti contattateci al 348.9154618”.
Davide Crudi, Bruno Nano, Alessandro Milanesio
(Immagini precedenti agli attuali DPCM)