Il Gruppo Adolescenti è un progetto condotto da Roberto Schinca e Elena Fontana di Progetto Emmaus e supervisionato da Gloria Gonella del Consorzio socio assistenziale Alba, Langhe e Roero. Nelle ultime settimane è stato allestito un laboratorio di giornalismo, utilizzando lo strumento dell’intervista: con carta e penna per i ragazzi è possibile creare uno spazio di ascolto fuori dall’ordinario flusso della quotidianità, in cui il tempo si sospende e l’interlocutore viene visto sotto una luce differente, nuova. Intervistare significa avvicinarsi, allenare differenti prospettive di sguardo. In una parola, conoscere meglio se stessi. Di seguito, Schinca e Fontana spiegano l’idea e il suo sviluppo.
Com’è nato il progetto?
“I nostri progetti hanno lo scopo di supportare la fase del ciclo di vita che i ragazzi stanno vivendo e le attività sono studiate in modo collegiale, in modo da stimolare le loro capacità e il loro interesse. Il progetto nasce da un’idea di Roberto Schinca, che ha immaginato una collaborazione tra il Gruppo Adolescenti coordinato dalla nostra cooperativa, il Consorzio e il giornalista Vincenzo Nicolello. Iniziare un laboratorio di giornalismo è stato per noi un modo per offrire ai ragazzi che partecipano degli strumenti per raccontarsi e raccogliere da persone illustri memorie e vissuti del periodo adolescenziale, considerato come fase di crescita che accompagna alle scelte della vita adulta. Il progetto, tuttora in corso, prevede di intervistare persone di rilievo per il territorio con domande di carattere personale – che possano fornire suggerimenti e indicazioni, oltre che a possibili modelli, su quella che è l’adolescenza. I ragazzi del gruppo hanno avuto modo di imparare a condurre un’intervista e a procedere nelle sue varie fasi, a partire dalla costruzione delle domande fino alla stesura di un articolo e la sua pubblicazione. La nostra idea è, nonostante la situazione di emergenza, di poter continuare con lo svolgimento del lavoro”.
Cosa vivono i ragazzi in questo percorso creativo?
“Come dicevamo, il progetto è ancora in corso. Per i ragazzi fare parte di un progetto di giornalismo è un modo per migliorarsi sotto tante sfaccettature. Alcuni di loro si sono trovati a dover far conto con la timidezza e con la paura dell’esporsi in pubblico, altri con la difficoltà dell’iniziare un progetto nuovo. Abbiamo chiesto ad un ragazzo cosa ne pensasse e ci ha riferito che partecipare al gruppo è per lui utile per imparare il rispetto e la stima reciproca tra compagni. I ragazzi si aiutano a vicenda e si sostengono nei momenti in cui la voce scende o le parole non arrivano, si suggeriscono le domande nei momenti di più grande imbarazzo e alleggeriscono con risate i momenti più complicati. Troviamo che questa attività abbia permesso al gruppo di sentirsi più unito, favorendo la condivisione di momenti seri e faceti, vivendosi comunque in un ruolo molto preciso”.
L’intervista è una forma di contatto intimo, e allo stesso tempo capace di offrire una posizione “decentrata” verso l’interlocutore e il mondo che lo accompagna. Perché scegliere proprio questa forma di indagine?
“Lavorare attraverso interviste ha permesso ai ragazzi di sperimentarsi in un ambito lavorativo che richiede grande prontezza, attenzione e flessibilità e ha voluto avvicinarli alla cultura scritta, cercando di renderli più curiosi verso di sé e verso le storie di vita delle altre persone. Abbiamo provato a dar loro strumenti per comunicare esperienze ed emozioni in un continuo confronto con pari e adulti. L’attività di giornalismo è un’attività dinamica e di condivisione, in un’ottica relazionale e di ascolto fondamentali per l’età adolescenziale. Il progetto ha permesso infatti di normalizzare alcuni vissuti emotivi intensi e incomprensibili, aiutando i nostri ragazzi a vivere in maniera più serena un momento di vita tanto complesso e sfumato”.
Elena Fontana, Roberto Schinca
(Immagine precedente agli attuali DPCM)