L’asilo affronta la sfida della pandemia e della chiusura temporanea, guardando al prossimo anno
DAD O VICINANZA EMOTIVA?
L’ultimo giorno di scuola in presenza ci siamo ritrovate con i nostri piccoli, insieme, insicure e malinconiche per ciò che sapevamo stava per accadere di nuovo. Ci preparavamo con la tristezza nel cuore a regalare sorrisi, speranze e certezze, ad inventare parole ed emozioni che potessero in qualche modo creare un filo conduttore con ciò che già tanto faticosamente stavamo costruendo con loro, e ci chiedevamo: come?
Così ci siamo di nuovo chieste: per loro quale DAD? O forse è più appropriato il termine quale “VICINANZA EMOTIVA”, e come tradurla in pratica?
Quanto e cosa proporre per tenere collegato quel filo, per tenere aperto il canale della scuola con i bimbi dai 3 ai 6 anni? Trascorreranno parte del loro tempo con i nonni o con i genitori, che a loro volta sono impegnati con il loro lavoro “da casa” o nella gestione di fratelli più grandi che seguono lezioni e fanno compiti, o dei più piccoli che hanno bisogno di attenzioni diverse. Ci siamo chieste quale potesse essere il modo migliore per “esserci”. Le parole che risuonavano in noi erano tante: distanza, tempo, contatto, presenza, vicinanza, ma anche disappunto, amarezza, sconforto.
Ecco allora la necessità di ri-definire “il nostro modo di essere presenti con la scuola a distanza” attraverso alcune azioni che si sono concretizzate sin dal primo giorno (ricalcando in parte ciò che purtroppo tutti avevamo già vissuto lo scorso anno e proprio nello stesso periodo). Come?
Abbiamo deciso di contattare le famiglie fornendo loro spunti da proporre ai bambini nei modi e nei tempi più consoni all’organizzazione famigliare, cercando di non tralasciare il percorso didattico che si era impostato e che si sarebbe svolto regolarmente se fossimo stati in presenza.
ACCORCIANDO LE DISTANZE
Certo: “proporre” racchiude il timore di essere invadente, troppo richiedente e di mettere a disagio chi deve coinvolgere il bambino: quindi si è deciso di farlo a piccole dosi, con video in cui i bambini possano VEDERE E ASCOLTARE le loro maestre (finalmente con il volto libero dalla mascherina) e fare così una sorta di “didattica a distanza” anche per loro, che sono sempre “i nostri cuccioli” della scuola dell’infanzia.
Grande è il merito delle rappresentanti che agevolano lo SCAMBIO e accorciano le distanze, rendendo il tutto semplice: il lavoretto richiesto viene poi “restituito” alle maestre e agli altri compagni, proprio come accadrebbe a scuola, accompagnato da “foto di rimando” oppure da messaggini nei confronti delle maestre.
Il momento più bello e più atteso però si vive nell’incontro serale una volta a settimana: il tempo si dilata, siamo tutti più VICINI, entriamo ognuno nelle case dell’altro e ci si racconta, in mezzo alle risate e ai baci che ci si scambia a distanza ma che sono messaggeri di vicinanza e AFFETTO.
NEI LORO OCCHI
Il tempo-scuola in questa fascia di età racchiude un valore importante: lo sperimentarsi in relazione con gli altri, acquisire regole e routine comuni che identificano ogni bambino in uno spazio affettivo diverso da quello famigliare, uno spazio che offre nuove esperienze e competenze diventando “palestra” per crescere nel contatto e nella condivisione con gli amici e con le maestre.
Ed è il tempo, il suo valore e la sua qualità che riprende vita e che a volte temiamo di “sprecare” perché è innegabile: la distanza per quanto la si voglia accorciare con stratagemmi non sarà colmata sino a quando non si ritornerà ognuno nei propri ritmi di vita, dove lo spazio e il tempo saranno liberamente a disposizione e le parole ABBRACCIO, BACIO, VICINO non saranno più foriere di paure ma solo di sorrisi e rinascita.
In questi giorni tante sono ancora le paure, tanti pensieri e tante parole, poi all’improvviso ecco scorgere la chiave: è nei loro occhi. Quelli che incontriamo nelle foto inviate o sullo schermo durante i nostri incontri settimanali online, nei loro sorrisi, nelle loro parole nella loro incontenibile voglia di salutare gli amici distanti attraverso lo schermo.
E’ da qui che forse bisogna ripartire per diventar tutti più forti, imparare a sdraiarsi per terra e guardar con loro ciò che ci circonda.
IL PROSSIMO ANNO
Quanto sin qui espresso è scaturito dal cuore delle insegnanti, che per il secondo anno si sono dovute allontanare forzatamente dai bambini. Eppure si resiste. Perché, come accaduto lo scorso anno, abbiamo le energie per rimetterci in pista fornendo ai bimbi un luogo sicuro, controllato e protetto anche da un punto di vista “sanitario” – con l’enorme sforzo che la gestione della pandemia implica.
Fermarsi ha però voluto dire anche trovare quanti più mezzi possibili per azzerare la lontananza: ecco allora nascere proprio in questi giorni la nostra pagina Facebook, dove si potranno condividere quasi in tempo reale le esperienze e perché no, il vissuto di questo ultimo periodo da parte delle famiglie.
Siamo pronte a riaprire per concludere l’anno scolastico e ad accogliere chiunque voglia conoscerci più da vicino, in vista del prossimo anno scolastico, visitando la nostra scuola in sicurezza e contattandoci per un appuntamento: per chi desiderasse informazioni è possibile scrivere all’indirizzo mail infanzia@progettoemmaus.it o al numero 349.1066623 o visitare il sito www.progettoemmaus.it.
Ultimo, ma non meno importante, confidiamo nella prossima apertura della scuola e ad un ritorno ad una vita “normale” per ritrovare la bellezza dell’incontro, per poter condividere anche con il territorio cui apparteniamo e con il quale collaboriamo con vari progetti rivolti alle famiglie, i nostri spazi esterni e i nostri nuovi giochi da poco rinnovati e resi fruibili anche ai bambini con disabilità motorie grazie al progetto ‘IAP – Insieme al parco- Uno spazio verde a misura di tutti’ realizzato con il contributo della Fondazione CRC .
Doriana Cencio