A inizio luglio il progetto 8Pari, il vino sociale della nostra cooperativa, si è aggiudicato il primo posto all’interno del contest “GrandUp! – generiamo impatto sociale” della Fondazione Crc, che prevedeva la presentazione di dieci progettualità della provincia ad alto impatto sociale, valutate da esperti del settore “finanza ad impatto economico”. L’altro progetto albese in corsa era “la Casa di Peter Pan”, dedicato all’assistenza a persone con fragilità psicologica anche a beneficio dei familiari.
Il progetto 8pari è un cantiere sperimentale, un atto pratico ma anche poetico. E’ una bottiglia di vino che non costituisce solo un prodotto, ma un “bene relazionale” realizzato tramite l’inserimento lavorativo di persone con disabilità, coinvolte a 360 gradi: dal lavoro in vigna fino all’imbottigliamento, l’etichettamento e la commercializzazione. 8pari si concretizza attraverso due etichette, un Roero Arneis e un Roero, vitigni autoctoni del territorio roerino. Il progetto è condotto insieme all’azienda agricola Matteo Correggia e a SoloRoero, associazione composta da tre giovani aziende vitivinicole (Cascina Fornace, Alberto Oggero e Valfaccenda).
“Siamo stati premiati per la capacità di creare un impatto diretto sui beneficiari del progetto attraverso la produzione di vino di qualità, ma soprattutto per la possibilità di modellizzare l’intervento estendendolo ad altre aziende interessate a produrre beni relazionali (prodotti di alta qualità creati attraverso un processo di inserimento lavorativo di persone fragili)”, spiegano Alessandro Milanesio e Antonio Murtas, responsabili di 8Pari, “in autunno accederemo al percorso di accelerazione per start up ‘Foundamenta’, gestito da SocialFare, per poter acquisire nuovi strumenti ed evolvere l’idea”.
Poche settimane prima 8Pari raggiungeva un altro traguardo. Un gruppo di colleghi di cooperativa a fine 2020 aveva deciso di trasformare l’atto pratico di produzione del vino in conoscenza utile all’intera comunità, scrivendo un articolo scientifico. E’ stato perciò proposto alla casa editrice Franco Angeli un articolo dal titolo “Un processo di produzione vitivinicola come rottura della prassi normalizzante”. Dopo una procedura di selezione articolata l’articolo è stato approvato e verrà inserito nei prossimi mesi nella rivista Welfare ed Ergonomia. “La scrittura per Franco Angeli speriamo possa rappresentare il primo passo di un nuovo percorso, che possa “creare pensiero” e attribuire un valore supplementare ai gesti che ogni giorno i colleghi della cooperativa eseguono nel tentativo di stare affianco alla sofferenza e di leggerla in un modo nuovo, trasformandola in qualcosa di più pensabile e maneggiabile. Siamo contenti della pubblicazione, ma il risultato è superfluo. Non era l’immagine finale che sarebbe apparsa sulla tela a contare, ma l’atto del cucire”, spiega il gruppo.
“IN QUEL BICCHIERE C’E’ TUTTA LA STORIA DI MATTIA, BRUNO, GIANLUIGI E RICCARDO”
Cosa ha significato per voi vincere il contest GrandUp, arrivando primi tra tante altre realtà?
“Nel 2014 – quando il progetto muoveva i primi passi – avevamo iniziato a parlare di “bene relazionale”. Ci abbiamo creduto molto e oggi raccogliamo i frutti di questa perseveranza. Il vino in sé non ci ha portato a vincere il premio, perché la bottiglia rappresenta soltanto la concretizzazione di un’idea più ampia: la fiducia che altre realtà possano arrivare a realizzare il medesimo percorso. Il sogno è quello di arrivare a creare la pasta 8Pari, la linea di nocciole 8Pari, la frutta 8Pari e così via. Si verrebbe in questo modo a costruire un marchio che consente a realtà produttive in tutta Italia di realizzare “beni relazionali” grazie al lavoro di persone fragili. Siamo molto orgogliosi del lavoro di questi anni, una fatica che non solo ha procurato vittorie ma ha permesso di lavorare sui nostri limiti”.
Quali i prossimi passi?
“Durante la premiazione di GrandUp! ci siamo seduti di fronte agli investitori insieme a Gianluigi, Bruno, Riccardo e Mattia – i ragazzi che hanno lavorato a 8Pari. E’ stato un momento importantissimo, perché ha consentito a persone con fragilità non solo di partecipare alla realizzazione produttiva ma anche ai momenti successivi. Nel bicchiere di vino è confluita davvero tutta la loro storia. Da settembre a dicembre parteciperemo al percorso Foundamenta: un team di tecnici, ingegneri ed esperti del settore ci aiuteranno a estrapolare dal progetto tutto il suo potenziale. Poi presenteremo il frutto di questo percorso agli investitori, che potranno decidere se finanziare 8Pari per ampliarlo. L’obiettivo è quello di estendere il marchio ad altre realtà aziendali italiane, arrivando a creare un brand riconoscibile, di estrema qualità e inclusivo verso le persone con fragilità”.
Di recente avete anche lavorato sulla comunicazione del prodotto per renderlo conosciuto alla comunità, non è vero?
“Grazie al lavoro della tirocinante Flavia Cabri abbiamo modificato il nome del vino con uno slogan inedito: “8Pari – pari opportunità”. L’intento era rendere esplicito il valore di inclusione sociale del progetto. Peraltro, abbiamo ancora poche bottiglie disponibili. Chi fosse interessato all’acquisto può scrivere al numero 349.915.4618”.
Alessandro Milanesio e Antonio Murtas