Come creare rimedio e bellezza quando attorno è buio? Come allestire nuovi incontri, quando il contesto allontana? Dopo un anno e mezzo segnato da conseguenze pandemiche, frammentazione sociale e divisioni, l’esigenza è quella di costituire nuovi luoghi di incontro e creazione di pensiero. Un contenitore in cui sia possibile fermarsi e riflettere consentendo scambi di intuizioni, di letture del reale e di valorizzazione dei reciproci destini.
In questa cornice, con il contributo della Fondazione CRT e di Fon.Coop, la cooperativa organizzerà un convegno dal titolo “Riflessioni in cammino. Progetto Emmaus: 25 anni di incontri con la comunità”. Appuntamento a giovedì 23 settembre, dalle 9 alle 13, nel Palazzo Mostre e congressi di piazza Medford ad Alba. Ospite principale sarà Franca Olivetti Manoukian, psico-sociologa dello studio Aps di Milano: una personalità conosciuta nel mondo sociale per la sua capacità di creare letture critiche, analitiche e trasformative sulle dinamiche emotive e sociali che attraversano l’epoca odierna.
Il convegno inizierà con il saluto delle autorità, è poi prevista una parte dedicata al racconto del percorso realizzativo dell’Emmaus Book (un volume scritto da circa 100 autori e che racconta la storia lunga 25 anni della cooperativa), l’intervento di Manoukian e infine una tavola rotonda a cui parteciperanno alcune delle realtà territoriali che ogni giorno operano a contatto con la comunità: cooperativa Alice, associazione Lunetica, Cinema Vekkio e associazione Sportabili. La mattinata si concluderà con un buffet. Considerando il permanere della situazione pandemica e nel rispetto della normativa vigente, all’ingresso verrà richiesto di esibire il green pass.
Spiega Franca Olivetti Manoukian, che salirà sul palco con un intervento dal titolo “Ri-conoscere orientamenti e percorsi per continuare a costruire, progettando nel territorio, con il territorio”: “Nel mio intervento rifletterò sui passaggi evolutivi che si presentano per la cooperativa che compie 25 anni. Li compie in un momento di grandi trasformazioni, di disagi stratificati, resi più evidenti dalla pandemia, di contraddizioni negli interventi sociali, di contrasti e competizioni tra sanitario e sociale, tra pubblico e privato, tra interessi individualistici e progettualità comunitarie. Continuare il cammino richiede di ricollocarsi in un contesto incerto, intriso di potenzialità e insieme di ripiegamenti e chiusure. Implica al tempo stesso riconoscere la vita vissuta fin qui. Ri-conoscere significa vedere quello che si è guardato per poter apprendere qualche cosa di diverso e nuovo che non si era considerato. Significa anche essere ri-conoscenti, esprimere gratitudine a chi ha contribuito a permetterci di arrivare dove siamo. Richiamare le esperienze porta a ricollocarsi e a rendere più visibili le scelte che le hanno guidate, a proporre i valori con cui guardare al domani”.
Aggiunge Alberto Bianco, presidente della cooperativa: “La storia di Progetto Emmaus è composta da emozioni, dolore, sofferenza e gioie, riscatto, lavoro, cadute e ripartenze, risate e pianti, progetti sognati e talvolta realizzati. Il tutto parte sempre dalle persone, dai loro volti e dalle loro parole – e a loro torna sempre”. E prosegue: “Il convegno diventa opportunità di racconto e integrazione, creando un terreno su cui immaginare il futuro. Perciò una parte dell’incontro sarà dedicata all’Emmaus Book. Un libro che custodisce la memoria della grande ricchezza che si è creata intorno a noi, con le narrazioni di chi ha attraversato il mondo Emmaus per un giorno, una settimana, un mese, un anno. Per lavoro, cercando di dare un significato ed una prospettiva generativa alla propria professionalità. Per volontariato, dedicando una parte del proprio tempo agli altri. Per percorsi personali, alla ricerca di una realizzazione piena che sfugge agli occhi dei più ma si innesta profondamente nelle motivazioni, nella forza e nei gesti quotidiani. Per legami famigliari, per dar forza a congiunti e cercare insieme soluzioni sostenibili che mirino al benessere delle persone, per una qualità di vita che sia realmente percepita”. Conclude Bianco: “Armonizzare il tutto è stato entusiasmante e quel che ne esce è un puzzle ricco seppur parziale. Le immagini ed i volti che accompagnano le narrazioni sono la colonna sonora di questi primi 25 anni in una storia più lunga, che arriva da prima e ci sorpassa, guardando al futuro. Un grazie a tutte le persone che hanno contribuito a scrivere ogni giorno la storia di questi anni con passione”.
Il convegno di Emmaus diventa così uno strumento per guardare indietro con occhi nuovi, considerare il passato non come qualcosa di trascorso ma qualcosa di vivo e “pulsante”, in grado di condizionare il presente e il futuro. Diventa occasione di mobilitare la capacità di trasformare e di immaginare, due strumenti che in un tempo di paura rischiano di impallidire.
Per informazioni è possibile scrivere una mail all’indirizzo formazione@progettoemmaus.it oppure telefonare al numero 333-3650193.