La vulnerabilità è biologica, naturale, appartiene ai corpi e ai cicli vitali. Ma in un sistema sociale basato sul primato e sulla ricerca del perfetto, il vulnerabile risulta indesiderato e subisce reazioni espulsive. Servono dunque contenitori in grado di prevenire cadute e di affiancare i destini nei momenti più bui.
Social Housing ViaVai è un progetto iniziato a luglio e pensato per assolvere a questa funzione di affiancamento alla fragilità, consentendo una tregua e al tempo stesso un’occasione di riappropriazione dell’autonomia per persone in difficoltà. L’obiettivo è accogliere donne sole o con figli. Le destinatarie di ViaVai provengono da situazioni di difficoltà economica, maltrattamento, migrazioni obbligate dal proprio paese di origine, condizione di solitudine, persone che hanno terminato percorsi in altre strutture socio-sanitarie, di accoglienza e che sono pronte ad iniziare un percorso di maggior autonomia. L’iniziativa è gestita da Progetto Emmaus, in collaborazione con il Consorzio Socio Assistenziale Alba Langhe e Roero e la Convenzione Gestione Associata Servizi Sociali ambito di Bra, ed è realizzata con il contributo della Fondazione CRC.
Spiega Elena Boccon, psicologa psicoterapeuta di Progetto Emmaus e responsabile del progetto: “Le persone accolte devono essere, già all’ingresso, prese in carico da un servizio sociale o sanitario o essere seguite da un ente terzo. Uno dei punti centrali del lavoro in cui verranno coinvolte riguarda la creazione di un clima di appartenenza alla casa, iniziando dalla cura della quotidianità domestica. Sono poi previsti momenti di gruppo insieme alle ospiti: il pranzo, la merenda o il gioco, occasioni per allacciare legami e sperimentarsi nell’incontro. Lavoriamo in particolare sulle autonomie e sulla costruzione di un senso di responsabilità”. E conclude “Uno degli obiettivi primari di un progetto come ViaVai è quello di rinforzare la territorialità e il senso di comunità, ovvero creare sinergia tra i vari luoghi di accoglienza del territorio: questo consentirà di attivare soluzioni calibrate sullo specifico momento di vita della persona. L’obiettivo ultimo è intervenire in modo integrato e flessibile sulle varie contingenze”.
Le donne accolte in ViaVai verranno coinvolte in progetti di educazione finanziaria (gestione delle spese di una casa, bilancio domestico, gestione del denaro), gestione della casa, educazione alla convivenza in un condominio, supporto alle capacità genitoriali, supporto nella ricerca del lavoro, azioni di segretariato sociale per educare all’adeguato utilizzo di supporti e esercizio dei propri diritti (attivazione Spid, bonus scuola, eccetera), accompagnamento nella fase di uscita dall’housing e nella ricerca della nuova abitazione. Tutto si svolgerà in via Santa Barbara, in 7 bilocali e 1 alloggio con 3 camere da letto dove si possono ospitare anche tra le 3 e le 6 persone contemporaneamente.
Conclude Alberto Bianco, presidente di Progetto Emmaus: “Social Housing ViaVai si pone in continuità con l’esperienza storica dell’accoglienza svolta dai volontari dell’associazione “Il Campo ”, che ha saputo lavorare molto bene in questi 25 anni. Negli alloggi di via Santa Barbara, in collaborazione con i Servizi Socio Assistenziali e in linea con la modalità di gestione precedente, un gruppo di volontari continuerà ad essere presente con il suo prezioso supporto, operando secondo modalità concordate con la Cooperativa per il raggiungimento di obiettivi condivisi e comuni, a beneficio delle persone ospitate. Il ruolo del volontariato risulta fondamentale, attivando risorse e competenze “esterne” e dunque creando un importante legame con la comunità circostante. Speriamo di saper cogliere l’eredità dell’associazione il Campo e di esserne all’altezza”.
Progetto Emmaus
Vorrei contribuire come volontaria. Donna, mamma, in crisi coniugale