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“COSI’ RIPARTIAMO DAI BAMBINI: L’UNIONE DI COGNITIVITA’, SOCIALITA’ ED EMOTIVITA’ PER SVILUPPARE LE RISORSE INDIVIDUALI”

Novembre 17, 2021|Cooperativa Progetto Emmaus|NEWS

Mai come oggi, in un momento di trasformazione sociale su molteplici livelli, diventa necessario ripensare le modalità pedagogiche e i modi con cui i bambini apprendono, crescono, formano sé stessi e quindi gettano le basi per il futuro. La pandemia ha mostrato la necessità di immaginare nuove relazioni tra i sistemi umani e il mondo, modalità più sostenibili e capaci di valorizzare i talenti individuali. Nel territorio c’è chi implementa e sperimenta nuove forme di apprendimento: nella scuola dell’infanzia Ns del Suffragio di Mussotto d’Alba gestita dalla cooperativa sociale Progetto Emmaus si parla già da anni di “asilo outdoor”, “pedagogia maieutica”, aperture collaborative con progetti esterni, educazione intrecciata alla natura: metodologie didattiche che rendono protagonista il bambino piuttosto che percepirlo come un fruitore passivo di stimoli, e che identificano il contesto esterno non come un semplice scenario da abitare ma come un organismo vivo, con cui scambiare emozioni e apprendimenti.

Spiegano le insegnanti: “La specificità del progetto della Scuola dell’Infanzia risiede nell’esigenza di coniugare apprendimenti, relazioni, affetti (cognitività, socialità ed emotività) integrandoli in una prospettiva educativa che favorisca l’autonomia dei bambini e li renda protagonisti del loro sviluppo personale”. L’apprendere ad apprendere, ossia diventare consapevoli delle proprie risorse, può cominciare in effetti a tre anni. L’insegnante non deve però limitarsi alla trasmissione delle informazioni, ma essere in grado di favorire una progressiva riorganizzazione del vissuto e del pensiero dei bambini, in un processo circolare in cui essi diventano protagonisti. “Per realizzare questi obiettivi pedagogici”, proseguono le insegnanti della scuola, “La progettazione resta aperta, e nell’agire si ridefiniscono gli obiettivi che potranno essere riprecisati o integrati con altri emersi durante l’esperienza. Gli insegnanti accolgono, valorizzano ed estendono le curiosità, le esplorazioni, le proposte dei bambini e creano occasioni di apprendimento per favorire l’organizzazione di ciò che i bambini vanno scoprendo”.

L’organizzazione di momenti di condivisione (festa dell’accoglienza, festa dei nonni, festa di Natale, ecc.) che coinvolgono tutte le sezioni e lavorano sul “senso dello stare insieme” promuovono lo sviluppo delle abilità sociali, aiutano gli alunni a sentirsi parte di una comunità e a sviluppare le prime competenze di cittadinanza.  Il focus di questo modo di fare scuola non è tanto il semplice “uscire”, ma il riflettere sulle esperienze svolte in esterno, concludono le insegnanti, “cosa che comporta una connessione continua delle varie fasi, fatte di uscite e rientri, teoria e pratica, previsione e progettazione delle esperienze, momenti di monitoraggio, valutazione critica e documentazione. E’ in questo contesto concettuale che prende forma la pedagogia maieutica. Il significato può essere sintetizzato in un’idea: “Fare esperienza insieme agli altri e affrontare in gruppo i problemi che rendono capace di imparare autonomamente”. Il presupposto fondamentale è che chi impara deve attivarsi, sviluppare le proprie risorse (vedi intervista).

 

 

L’ASILO OUTDOOR, MAIEUTICA E NATURA: NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA DI MUSSOTTO IL BAMBINO DIVENTA PROTAGONISTA

 Parliamo con Doriana Cencio, responsabile della scuola dell’Infanzia Ns del Suffragio di Mussotto d’Alba – gestita dalla cooperativa sociale Progetto Emmaus.

 Quali sono state le ultime attività realizzate in asilo con i bambini, e come sono state strutturate?

“Dopo il primo mese dedicato all’ accoglienza dei nuovi bambini e ovviamente delle loro famiglie, in linea con un approccio sistemico che ci caratterizza, siamo passati alla scoperta del protagonista (una maestra travestita da bambino) che accompagnerà le classi attraverso un viaggio pieno di scoperte nuove, di emozioni molteplici. Gabi – questo il suo nome – ci ha accompagnato nella vendemmia presso l’azienda agricola Matteo Correggia. Poi abbiamo iniziato una serie di “trasferte” esterne, per vivere il territorio in maniera concreta e diretta. Siamo una scuola molto fortunata perché non solo ci muoviamo ed esploriamo ciò che c’è oltre il “cancello”, ma abbiamo a disposizione spazi immensi, che da anni sfruttiamo in ogni stagione sia per giocare sia per fare attività didattica in outdoor”.

Che cosa significa “asilo outdoor” e quale il suo significato pedagogico? 

“Proviamo da anni a vivere con i bambini esperienze didattiche calate sulle loro curiosità, sul benessere determinato dal vivere all’aria aperta. Il processo educativo è pensato come un “continuum” tra dentro e fuori, una combinazione tra le proposte delle insegnanti e gli stimoli che giungono grazie all’innata curiosità dei bambini. Fare esperienza fuori e poi riflettere sulle esperienze svolte in esterno è ciò che da anni proponiamo come progetto didattico. Per esempio ad ottobre siamo andati con due classi al parco didattico esperienziale di Baldissero d’Alba “Le Colline di Giuca”, e il Laboratorio Musicale condotto da Loredana Cortese si è trasferito nel bosco con noi; nei prossimi incontri riprenderemo a scuola quanto vissuto e lo condivideremo con chi non è venuto con noi”.

L’approccio relazionale utilizzato nella quotidianità della scuola può inserirsi nel concetto più ampio di pedagogia maieutica? Quale il risvolto sui bambini? 

“La nostra scuola è parte di un contesto sociale che si esprime innanzitutto attraverso le caratteristiche dell’ente gestore: la cooperativa sociale Progetto Emmaus. Pertanto alcuni concetti della pedagogia maieutica ben descrivono le azioni educativo-didattiche che abbiamo inteso sviluppare e consolidare in questi anni, come ad esempio il “fare esperienza” insieme agli altri e affrontare in gruppo i problemi che rendono capace di imparare autonomamente. Incentivare le autonomie dei bambini, far vivere loro esperienze dirette e pratiche, aiutarli a dare significato a ciò che compiono e ad apprendere “facendo insieme” è quanto proponiamo alle famiglie. Vivere in condivisione rispettando le caratteristiche e i tempi degli altri è un esercizio complesso soprattutto per noi adulti, sempre volti al fare “tutto e in fretta” e nella massima efficienza; invece i bambini hanno tempi diversi, si impara sbagliando e correggendosi insieme, ridefinendo la rotta ogni volta, perché se l’insegnante è un regista, il copione di ogni giornata spesso non corrisponde a quanto programmato”.

Quali i progetti per l’anno in corso?

“Continueranno i momenti in esterna con le Colline di Giuca, sia a dicembre e gennaio che in aprile e giugno. Organizzeremo poi il laboratorio di musica con Loredana Cortese e quello di di hip hop con l’associazione Be Street. Infine la collaborazione con l’associazione Don Chisciotte per il laboratorio di inglese. In questi giorni abbiamo visitato la Mostra per il Centenario della Parrocchia del Mussotto, all’interno della quale si è sviluppata ed è cresciuta la nostra scuola dell’infanzia prima grazie alle suore e poi, dal 2008, grazie alla cooperativa Progetto Emmaus. Senza dimenticare mai la quotidianità “delle piccole cose”, dove ogni bambino avrà un suo posto speciale nel pensiero educativo delle sue insegnanti in stretta e fattiva collaborazione con le famiglie, con le quali da anni si è stretto un vero patto di co-responsabilità, una bella intesa che ci permette di lavorare in serenità”.

Cosa accadrà invece nel futuro?

“Presto si parlerà delle nuove iscrizioni e stiamo cercando di organizzare – in ottemperanza alle normative vigenti in materia di sicurezza Covid – le importanti giornate di scuola aperta per i bambini dell’anno scolastico 2022/2023. Favoriremo la partecipazione attiva dei più grandi rendendoli veri “esperti” della nostra scuola, nel ruolo di ciceroni alle nuove leve. Ovviamente le famiglie saranno fondamentali: perché l’esperienza diretta, il racconto in prima persona è lo strumento migliore per capire ciò che abbiamo di fronte. Questo tipo di condivisione diventa rassicurante per chi deve affidare i propri figli, avviandoli a un percorso di crescita che durerà 3 anni. Chi è interessato può contattarci telefonicamente al numero 349.106.6623 o alla mail infanzia@progettoemmaus.it. E’ anche possibile seguirci sulla pagina Facebook dal titolo “Infanzia Ns Suffragio”. Sabato 4 dicembre organizzeremo la giornata di scuola aperta, in cui sarà possibile visitare la struttura e partecipare ai laboratori di musica hip hop dei nostri collaboratori esterni”.

Novembre 17, 2021 Cooperativa Progetto Emmaus

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