L’imprevisto non è equo e la sofferenza non si distribuisce in maniera omogenea nei momenti emergenziali: la parte di popolazione più marginale patisce in misura maggiore perché sprovvista di difese sociali, economiche e psicologiche. Perciò a partire dal 2020 è stato necessario equipaggiarsi e generare protezioni aggiuntive. Così è nato il progetto “Stop&Go: ripartiamo insieme”, realizzato grazie al contributo della Fondazione CRC all’interno del Bando Ri-Attivare, per favorire ed accompagnare l’autonomia e il benessere di persone in situazioni di particolare fragilità sociale e psicologica, anche in relazione alle conseguenze della pandemia Covid-19. E’ oggi momento di tirare le fila del percorso, non solo per “far tesoro” di quanto accaduto ma anche per impostare futuri più equi.
Una parte del percorso successivo ai lockdown ha coinvolto l’Area psichiatria della Comunità Emmaus, con una serie di azioni volte a permettere agli ospiti inseriti all’interno delle strutture residenziali di partecipare alla vita della comunità territoriale. Un modo per ricostituire fili spezzati, per rimediare all’isolamento e all’esclusione. Non può esistere infatti alcun movimento terapeutico senza l’integrazione della persona nel suo “attorno” sociale. Racconta Davide Tedesco, coordinatore di Area: “Abbiamo individuato tre operatori – Giulia Rosso, Giulia Isaia, Daphne Malgaritta – che hanno formato un gruppo di lavoro con l’obiettivo di lavorare con il territorio e la comunità circostanti alla struttura residenziale. Diversi gli obiettivi del team: prima di tutto l’ampliamento delle collaborazioni, con un’operazione minuziosa di ricerca di risorse profit e non interessate a collaborare con l’Area al fine di attivare borse lavoro, inserimenti socializzanti o ricreativi. Questi partner sono stati coinvolti chiedendo di porre un’attenzione e una sensibilità specifiche per permettere l’inserimento di persone portatrici di fragilità all’interno di contesti non protetti e aperti alla cittadinanza”.
Dopo la “mappatura” del contesto, l’azione. Aggiunge Giulia Rosso: “Il secondo filone di intervento ha riguardato l’attivazione di borse lavoro e inserimenti socializzanti e ricreativi, con attività di tutoraggio per gli ospiti inseriti al fine di monitorare l’andamento degli inserimenti e di supportare ospiti e risorse territoriali nel superamento delle eventuali difficoltà incontrate durante i percorsi”.
Infine nel centro cittadino, e quindi in aree geografiche facilmente raggiungibili, alcuni ospiti della cooperativa insieme agli operatori hanno partecipato ad una serie di assemblee libere di piazza indette da vari collettivi e associazioni cittadine col fine di confrontarsi sulla vita collettiva e su temi “critici” di natura sociale. Un momento importante, che ha consentito di sperimentare pratiche inclusive di cittadinanza attiva proprio nel periodo più critico per la sussistenza dei legami umani.
Grazie ai Servizi di Clinica della cooperativa, poi, sempre nell’ambito di Stop&Go è stato possibile attivare percorsi psicologici individuali per gli ospiti delle nostre strutture. Spiega la referente dei Servizi, Elena Boccon: “Se l’emergenza sanitaria ha catapultato tutti noi in una realtà nuova e sconosciuta, non facile da comprendere, accettare e gestire, le persone in situazione di disagio sociale e psicologico hanno vissuto e vivono le conseguenze della pandemia in maniera amplificata. Nel 2020 la mobilità fisico-spaziale e le modalità relazionali si sono fortemente modificate: l’isolamento forzato, l’impossibilità ad esplorare il mondo e l’Altro, in persone particolarmente fragili dal punto di vista sociale e psichico hanno innescato maggiori difficoltà a livello individuale e relazionale. Ecco perché abbiamo proposto percorsi rivolti agli ospiti delle comunità e gruppi appartamento, per offrire uno spazio di ascolto, riflessione e condivisione emotiva che permettesse loro di ritrovare benessere psicologico e relazionale. E conclude: “Dopo la fine delle restrizioni “pesanti” i colloqui di supporto psicologico individuale hanno permesso di fornire uno spazio dedicato per favorire la discussione e il dialogo, prendere contatto con le sensazioni corporee proprie e altrui, esprimere stati d’animo difficili, negativi, ambivalenti. Sto&Go si conclude con questo patrimonio invisibile fatto di incontri, di ascolto, di evocazioni emotive, di relazioni profonde; un patrimonio immateriale e non quantificabile, ma proprio per questo più prezioso di qualsiasi statistica.
Progetto Emmaus