Che cos’è una cooperativa, come dovrebbe essere, quali sono i risultati finora raggiunti e i punti migliorabili? Come la gestione economica e i rapporti col territorio devono essere organizzati in maniera etica e realmente inclusiva? Queste e altre domande sono state al centro della terza giornata di formazione di cooperativa, che si è tenuta a fine a aprile nei locali della Parrocchia di Cristo Re. Ospite principale era Alessandro Durando, presidente di Confocooperative Piemonte. Le parole al pubblico dipingevano le linee identitarie di un’organizzazione cooperativa, dei suoi scopi e delle sue sfide in un tempo storico dominato dalla competizione, dalla ricerca del profitto e dall’esclusione delle persone con fragilità dal tessuto lavorativo e sociale.
Secondo le parole di Durando, la cooperativa deve assumere i connotati di “un’impresa di proprietà comune, controllata democraticamente”. Vitale è il suo interesse verso la comunità, mantenendo processi di mutualità sia interna che esterna. La relazione è quindi lo scopo primario, il contatto umano ed empatico il tassello principale. Elementi fondamentali per la vita di una cooperativa sono poi la costruzione e il mantenimento della rete, la reputazione, la moralità etica e la qualità del servizio: ognuno di questi nodi è intrecciato all’altro in un rapporto di reciproca interdipendenza. La cooperativa inoltre amplia i confini delle politiche sociali del welfare, con nuovi metodi e analisi dei nuovi bisogni. Per far ciò è necessario maturare la capacità di attrarre risorse plurali, dagli enti pubblici alle fondazioni, fino al volontariato.
Insomma: la direzione oggi non è quella dell’isolamento, ma sempre di più quella di creare valore condiviso con la rete del profit in un rapporto di dialogo e di collaborazione. E’ importante in questa filosofia ricordare che i servizi offerti da ogni coperativa sono connotati da un “alto tasso relazionale” non solo verso l’utenza, ma anche nel contesto, ad esempio con i servizi pubblici, le associazioni, i quartieri, la politica: i criteri “principi” per allestire un lavoro di questo tipo sono l’equità e la trasparenza, la mutualità e la partecipazione.
Gli operatori presenti alla giornata hanno potuto discutere tra loro, porre domande e condividere riflessioni sul presente e sul futuro, su quale sia l’identità attuale e quali gli obiettivi futuri di una cooperativa che cresce ogni giorno e vive in simbiosi con il territorio, con la comunità locale, nel tentativo di portare principi di solidarietà e inclusività in un mondo non sempre abitabile in modo egualitario.
Progetto Emmaus