In ottobre lo scorso anno, sotto i portici di piazza Pertinace ad Alba, molte persone si erano ritrovate per discutere insieme, ballare, osservare oggetti d’arte e spettacoli teatrali, ascoltare le parole di operatori e famigliari.
Ricorreva la Giornata della salute mentale e la nostra cooperativa – insieme a molte altre realtà del territorio tra cui la cooperativa Alice, l’associazione Pons, l’Asl Cn2, Diapsi Odv e i servizi sociali del territorio – aveva organizzato “Come buchi nel cielo”, un momento di incontro con la cittadinanza per parlare delle difficoltà odierne dei giovani e delle loro famiglie. Negli ultimi anni a livello sociale le sofferenze si sono moltiplicate e con esse l’impotenza, la solitudine, il senso di isolamento delle persone coinvolte.
La serata di ottobre costituiva un momento simbolico per restituire voce a persone solitamente prive di protagonismo: un momento poco teorico o formale in cui essere presenti in maniera orizzontale, senza gerarchie né etichette. Questo “stare assieme” poco istituzionale e molto relazionale favoriva l’incontro e la speranza, che diventavano prioritarie rispetto alla trasmissione dei contenuti.
Quest’anno il 20 ottobre, in occasione della medesima ricorrenza della Giornata della salute mentale (la ricorrenza ufficiale è dieci giorni prima, ovvero il 10 ottobre) organizzeremo un altro evento all’interno del progetto “In viaggio con Arlo: percorsi di recovery”, col sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo. Un incontro ancora da definire nei contenuti, ma realizzato insieme alla medesima ampia rete di partner.
Il luogo sarà sempre il centro di Alba, in modo che la complessità della tematica trattata e le persone protagoniste – sovente al centro di processi di esclusione o discriminazione, di dimenticanza o etichettamento – possano invece trovare centralità e riappropriarsi del proprio contesto di appartenenza. Perché se un giovane sviluppa difficoltà sul fronte della salute mentale, è la comunità intera che deve occuparsi del suo percorso di crescita e di riscoperta delle risorse. Momenti come quello di ottobre servono per riconnettere i fili, per costruire ponti e generare consapevolezze. Nei prossimi giorni pubblicheremo il programma dettagliato dell’evento, con gli ospiti e gli artisti coinvolti.
Davide Tedesco, responsabile dell’area Salute mentale della nostra cooperativa, spiega: “Dopo l’esperienza dello scorso ottobre abbiamo pensato che fosse importante mantenere viva l’attenzione sul tema della salute mentale, continuando a promuovere spazi di dibattito e di scambio aperti a tutta la cittadinanza. Siamo convinti che la sofferenza psichica investa, oltre ad una dimensione prettamente personale, racchiuda anche aspetti che hanno a che fare con dinamiche sociali e come tali devono essere affrontati. Crediamo che salute mentale significhi anche mettere in discussione alcuni elementi di una cultura che promuove la performance e la competizione ad aspetti valoriali assoluti, dimenticando che fragilità e sofferenza sono caratteristiche imprescindibili della condizione umana”.
Progetto Emmaus