A fine febbraio l’Area disabilità è partita in viaggio, lasciando le strutture residenziali e dirigendosi verso Roma. Non si trattava di un viaggio ordinario, ma di un percorso che univa l’esplorazione all’atto spirituale. Raccontano “I ragazzi del trolley” – questo il nome del gruppo che negli ultimi anni ha viaggiato per l’Italia dimostrando che “disabilità” non significa immobilità, che fragilità non implica per forza stasi: “La visione da cui siamo partiti è che un viaggio inizia sempre immaginando un luogo o un’esperienza da fare e condividere. Roma già dal 2021 era un luogo su cui puntavano. Organizzato per ottobre 2022, la trasferta è stata rimandata a febbraio 2024 in quanto qualsiasi progetto, e quindi anche il nostro, deve essere economicamente sostenibile. Un pò di sacrifici, molta generosità e lunedì 26 febbraio alle 6.30 siamo partiti dalla stazione di Bra sotto un acquazzone che, vista la siccità ricorrente, non poteva che portare bene”.
Prosegue il gruppo: “Poiché qualche volta i sogni si realizzano e stupiscono, grazie alla gentilezza e all’impegno di Don Renato Oggero Norchi, tra gli ombrelli, i trolley e i biglietti del treno avevamo un biglietto speciale: l’udienza generale con Papa Francesco. Sul treno emozionati ed entusiasti viaggiano Orietta, Luca, Alberto, Christian, Daniela oltre alle operatrici Cristina e Patrizia. Dopo 6 ore di viaggio arriviamo a Roma: la città ci attende con un clima giustamente umido, ma non ci demoralizziamo. Dopo una decina di minuti in taxi appare il “cupolone”… e iniziano le meraviglie. Ci sistemiamo in una struttura gestita dalle suore Teatine a pochi passi da piazza San Pietro. I nostri viaggiatori affrontano, dopo le scale mobili della stazione, anche l’ascensore in autonomia… sembra poco. Ma non lo è. Credeteci”.
I giorni seguenti scorrono in atmosfere serene: “Visitiamo la basilica di San Pietro, ammiriamo la Pietà, ci soffermiamo davanti alla tomba di Papà Giovanni XXIII e Papa Giovanni Paolo II, saliamo sulla cupola dove ammiriamo il panorama di Roma. Visitiamo piazza di Spagna, la fontana di Trevi, piazza di Monte Citorio, piazza del Parlamento, il Colosseo, i musei vaticani e la cappella Sistina. Abbiamo la fortuna di conoscere l’inclusività dei romani, che mai ci fanno sentire fuori posto, anzi, tra una matriciana, una cacio e pepe e una carbonara trovano sempre il tempo di scherzare”.
Poi l’incontro che cambia, che segna un passaggio interiore. “Il mercoledì ci alziamo presto, non facciamo neppure colazione e arriviamo puntuali per vedere il Santo Padre. Passiamo tutti i controlli di sicurezza e ci fanno accomodare in aula Paolo VI. Eravamo in seconda fila in mezzo a personalità importanti. Abbiamo portato al Papa un piccolo pensiero. Due bottiglie del nostro vino sociale 8 Pari, il libro della cooperativa dal titolo “Emmaus book” e il cd del viaggio in Argentina fatto dal collega Emanuele con la band “La Cricca dij mes-cia” in cui suona, in modo da consentire al pontefice di incontrare la comunità piemontese. Seconda sorpresa: non pensavamo di poter consegnare direttamente al papa tutti questi doni. Lo abbiamo fatto ed è stato un momento meraviglioso”.
E concludono: “Una stretta di mano importante quella col Papa, un incontro che porteremo nel cuore come le parole dette da Christian: “Io non lo conoscevo, non frequento la chiesa ma mi sono reso conto ed ho percepito di essere al cospetto di un uomo unico e grande. Mi sono emozionato veramente”. Un’ultima sorpresa: vivere un viaggio semplice nella sua essenza, generoso per quello che ci ha lasciato e insegnato”.
Progetto Emmaus