Viaggiare diventa occasione di ritrovamento, di costruzione di nuovi equilibri interni ed esterni, di bellezza e autonomia. Nel 2025 gli ospiti delle strutture di cooperativa nell’area salute mentale e disabilità esploreranno terre differenti da quelle del quotidiano, luoghi più e meno lontani da casa grazie alle numerose trasferte in programma. Nel preparare un anno di esplorazioni, condividiamo il racconto di uno dei viaggi che negli ultimi mesi sono rimasti in modo indelebile nella memoria della cooperativa.
Il termine “poesia” deriva dal greco antico “poiesis”- fare, creare; dunque poetico è il processo attraverso cui qualcosa che non c’era può venire all’ esistenza. L’incipit di questo breve lavoro permette di avvicinare i lettori all’esperienza poietica di un viaggio in Sicilia, avvolti da un caldo sole ottobrino del 2023. La trasferta è stata possibile grazie al contributo della fondazione Crc, nell’ambito del progetto “Tutti in cerchio – vivere insieme per crescere”.
Roberto è inquilino del Gruppo Appartamento “Si Può Fare”, insieme a Giuseppe, Micaela e Milena. È nato e cresciuto a Noto, almeno fino a quando “qualcosa” lì si è rotto. Nel corso degli anni l’assenza sicula si è più volte trasformata in presenza, spesso silenziata perché per certi versi dolorosa. Tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023, Roberto, dapprima restìo e quasi riluttante persino a parlarne, apre alla concreta possibilità di ricontattare le sue radici, i suoi luoghi, i suoi vissuti giovanili.
Questo passaggio definisce il senso del progetto che progressivamente prende forma attraverso il coinvolgimento dei coinquilini del Gruppo e di altre persone dell’area Salute Mentale della cooperativa Progetto Emmaus. Tenendo conto della profondità e della qualità delle esperienze individuali di Roberto e delle persone coinvolte, si è cercato, nei mesi precedenti la partenza, di creare uno sfondo percettivo sano, un “ground” di sicurezza che li aiutasse a trovare un equilibrio tra l’interesse per il presente e le difficoltà legate al passato.
In questo delicato processo si sono inseriti i vari preparativi. Per ognuno questo viaggio ha potuto assumere significati diversi: alcuni non avevano mai preso l’aereo, altri mai pensato di centellinare le spese economiche in vista di una partenza, quasi tutti raramente erano stati coinvolti nella macchina organizzativa dell’acquisto biglietti – ricerca di alloggio – preparazione di bagagli contingentati.
Crediamo che l’attenzione posta in questa prima fase abbia resto fertile il terreno per l’emergere di capacità personali, sociali e relazionali di notevole importanza. E così, una volta partiti, di fronte ad eventi di assoluta imprevedibilità – tipici del viaggio stile “on the road”- sono emerse nelle persone coinvolte preziose risorse di adattabilità che hanno arricchito l’esperienza, oltre che restituito grande soddisfazione e fiducia per i traguardi raggiunti.
Dal mondo indifferenziato, “al di là delle colonne d’ Ercole” (Francesetti, 2019), nel quale si districano queste persone, il viaggio in Sicilia è diventato culla di significati e possibilità. Spontaneo è l’affiorare di un profondo senso di gratitudine. A Roberto, perché ci insegna che il dolore si può attraversare e trasformare; per averci guidato nella sua giovinezza. A Micaela, per la potenza rivendicativa che può avere la richiesta di un caffè in aereo. A Milena e al modo migliore che ha trovato per starci. A Giuseppe, alla sua capacità di stupirsi e desiderare. A Bruno, al suo carattere “vulcanico” e alla sua contentezza. A Celestino, alla curiosità che lo muove e alla sua presenza. A Daniele, alla sua calma sorridente. Alle colleghe e ai colleghi, che hanno prestato il loro tempo e spazio affinché questa esperienza accadesse. Alla Sicilia, al suo mare, alla sua Poesia.
Progetto Emmaus