“Le nostre giornate in montagna hanno dato l’opportunità ai ragazzi non solo di stare a contatto con la natura e di sperimentare posti diversi, ma anche di ritrovare un ritmo interiore, più calmo e più distante dalla loro quotidianità”. Così gli operatori dell’area salute mentale Silvana Casetta, Cecilia Botto e Monica Fissore raccontano l’esperienza di cammino e contatto con la natura realizzate negli ultimi mesi con gli ospiti delle strutture residenziali di Progetto Emmaus. Si tratta di iniziative realizzate in collaborazione col Cai (Club alpino italiano) all’interno del progetto “Il respiro del bosco. Vita e natura in armonia”, con il contributo della fondazine Crc all’interno del bando “Impegnati nei diritti 2025”.
Proseguono
oglieva l’occasione per allungare la passeggiata e chi, invece, preferiva fermarsi e godersi la natura, eppure nessuno è mai rimasto solo. Ogni salita è stata affrontata insieme, con supporto reciproco, nonostante la stanchezza e la difficoltà. Eppure alla fine si respirava grande soddisfazione”.
I momenti di pausa lungo il tragitto diventano occasioni per guardarsi intorno, per godersi il paesaggio con i suoi colori, per respirare un’aria diversa e rendersi conto di quanta strada era già stata fatta: “Ad ogni camminata ognuno si raccontava, condivideva pensieri, preoccupazioni o sensazioni di benessere, ma ciò che è sempre emerso è l’attenzione verso gli altri, la sensazione di essere gruppo. Grazie ai volontari del Cai, che si sono appositamente formati per dare supporto e protezione ai ragazzi durante le camminate in montagna, e che con pazienza e molta disponibilità ci hanno guidati lungo i sentieri, abbiamo potuto offrire ai ragazzi un’esperienza terapeutica di ri-connessione: con la natura, con sé stessi e con l’altro”.
Gli operatori concludono osservando come “l’obiettivo di ogni camminata in montagna è un invito a credere che il benessere non sia un traguardo distante e difficoltoso, ma un percorso che si costruisce passo dopo passo, nonostante le salite. Sebbene la paura di non farcela e la stanchezza, ogni giornata si è conclusa con “ce l’abbiamo fatta”, con il sorriso, la gratificazione e la consapevolezza di poter andare avanti, insieme”.

