La Festa di Natale dei bambini dell’asilo: un rituale che unisce
Frammenti di magia, laboratori di speranza, linee colorate che corrono in direzione contraria al grigiore: sono molte le storie che provengono dall’Area Minori, “braccio” della cooperativa che si occupa di infanzia e ogni giorno accompagna i più piccoli nel loro viaggio di crescita, nell’esplorare le loro risorse e nel sostenere le loro fragilità.
La prima storia è racchiusa nell’immagine di un bambino che balla, a fine anno, di fronte ai genitori. E’ un rituale che si ripete nel tempo, per generare e proteggere la tenerezza. La scuola dell’Infanzia Nostra signora del Suffragio di Mussotto d’Alba il 13 dicembre ha chiuso in questo modo l’anno, col consueto spettacolo di Natale. Tutto si è svolto in collaborazione con l’associazione corale Intonando. Come spiega la responsabile dell’Area Minori Doriana Cencio, “i bambini, con semplici canti e balletti hanno voluto augurare alle loro famiglie e a tutti gli invitati – parroco, rappresentanti del quartiere e delle associazioni di Mussotto, sindaco e assessori di Alba – serene feste e un futuro veramente di pace”. E conclude: “La musica e le parole scelte volevano essere un messaggio di speranza che, benché partano da un piccolo asilo, vorrebbero raggiungere i cuori dei potenti”.
A chiusura della rappresentazione un “cameo”, canto natalizio dei bambini accompagnato dal sax di un papà. Infine un allegro rinfresco con Babbo Natale ad accogliere i piccoli. Non è mancata la pesca di Natale, che ogni anno devolve parte del ricavato realtà del territorio: quest’anno andranno all’associazione La Collina degli Elfi. Le famiglie dei bambini si sono organizzate per contribuire anche al progetto di solidarietà in favore di un centro africano per persone con disabilità.
L’Area Minori si declinava in molte altre forme, esperienze e immagini. Ad esempio i doposcuola di Cherasco hanno realizzato laboratori creativi per il consueto mercatino di Natale, il PeTer Don Milani di Alba la tombola natalizia, il laboratori creativi col gruppo giovani di Montelupo.
Quando la lettura diventa meraviglia
Dal mondo della scuola di Cherasco a fine anno, in occasione del decimo anniversario del progetto “#Io leggo perché” promosso dall’Associazione italiana editori (Aie), un altro racconto: un gruppo di studenti con disabilità dell’istituto comprensivo “Sebastiano Taricco”, tra cui un ragazzo pakistano con difficoltà linguistiche, si sono recati nella Premiata libreria Marconi di Bra.
Spiega l’operatrice Lucia Martellotto: “L’attività extrascolastica ha visto la collaborazione tra la scuola, che ha accompagnato gli alunni in un percorso di riflessione critica sull’importanza di sviluppare attraverso la lettura nuove competenze linguistiche, cognitive e creative, e la nostra cooperativa con i suoi assistenti all’autonomia. La libreria ha offerto uno spazio in cui realizzare la lettura animata”.
L’uscita, preceduta dalla distribuzione di magliette personalizzate con il logo del progetto, è iniziata alle 8.30 quando gli alunni, i loro assistenti e gli insegnanti di sostegno sono saliti a bordo dei furgoni della cooperativa “tra l’entusiasmo generale”, dice Lucia. “Giunti alla libreria i ragazzi sono stati accolti in un angolo riservato al progetto di educazione e promozione della lettura: qui hanno assistito, con vivo interesse, ad un momento di lettura animata mediante l’utilizzo di un libro dotato di illustrazioni molto grandi, noto come picture book, che ha catturato la loro attenzione in maniera quasi magnetica. Al termine hanno potuto dedicarsi alla ricerca, selezione e scelta dei libri che maggiormente li incuriosiva – il cui acquisto è stato reso possibile grazie al contributo in denaro proveniente dai proventi del progetto “rifi_utile” del plesso della secondaria di primo grado di Cherasco. Questo consentirà la creazione futura di una piccola e ulteriore biblioteca scolastica fruibile dai lettori con gradi di difficoltà differenti, ma accomunati tutti dal desiderio di imparare ed esplorare il mondo che li circonda attraverso i libri”.
Conclude Lucia: “E’ stata una grande esperienza: uscir fuori da ciò che è quotidiano per provare qualcosa di nuovo, insieme ai coetanei e senza la supervisione dei genitori. Alcuni dei ragazzi coinvolti non amavano la lettura, ma l’idea di poterla condividere con altre persone, di dar sfogo alla curiosità nel gesto di scegliere un libro è stata la spinta propulsiva per avvicinarsi al mondo della lettura, ciascuno a modo proprio”.

