Dopo tanti anni Lucia ed io capimmo perché Richi, uno degli ospiti, fin dall’inizio mi avesse chiamato “Augusta” invece di “Augusto”: la coniugazione del nome al femminile aggiungeva tenerezza alle effusioni dei nostri incontri. Quanto sono preziosi i gesti e i rimandi e quanto ci fanno crescere quando li comprendiamo. La frequentazione con questi amici ci ha insegnato come spesso il pregiudizio nei confronti di coloro che vengono definiti “diversi” sia fragile, e venga scardinato dalla loro disarmante immediatezza e spontaneità. Un aneddoto lo esprime bene. Episodio successo circa 15 anni fa, durante una breve vacanza al mare con alcuni ospiti di casa Maria Rosa e due operatrici.
28 ottobre, giornata splendida, la temperatura permette addirittura di fare il bagno per la gioia di tutti. E’ il compleanno di Augusto, che offre il gelato in un bel bar del lungomare. A spegnere il nostro buon umore è il timore espresso dalla titolare del bar che il nostro gruppo voglia solo utilizzare i servizi igienici. Ci accomodiamo. Veramente ci sentiamo un pò offesi, ad ordinare aspettiamo che arrivi Mariuccia, l’unica che chiede di andare in bagno e si fa attendere anche un bel po’. Al suo arrivo il giusto risarcimento: “Sto proprio bene, ora che mi sono tolta la sabbia dai piedi lavandomeli nel lavandino!” Grande!! Evvai!! Tutti contenti! Il gelato è stato molto più buono del solito.
Tanti fa anni conoscemmo Armando e Vincenzo e inseguimmo con interesse il loro sogno. La disabilità e la malattia mentale erano e sono realtà difficili e pesanti per le famiglie. La nascita di Emmaus ha rappresentato un’importante risposta.
Lucia Davico e Augusto Dalmasso