“…hai programmato quella giornata nei minimi particolari: l’orario di partenza, la meta, i vestiti, i mezzi, il pranzo… arrivi in comunità, i ragazzi sono entusiasti: quello che per noi è una semplice gita in montagna per loro è LA gita, la possibilità di uscire dalla routine quotidiana, vedere posti nuovi e fare cose mai fatte prima. Poi arriva lei, la collega che conosci da una vita e con la quale hai condiviso di tutto… basta un suo sguardo per capire che ciò che volevi tenere lontano, ciò che temevi potesse accadere è successo. Piangi, vorresti mandare tutto all’aria.
Però poi guardi Riki, Olly che ti saluta con un sorriso strepitoso… e capisci che devi andare, che il tuo lavoro è anche questo, che devi pensare a rendere questa giornata speciale perché è la loro giornata anche se tu hai la morte dentro. Una gita bellissima: Carmela, Jonny e Riki che scendono sul bob e ridono divertiti, Mario che non vuole metterci il piede sopra e che poi non si riesce più a farlo scendere… Il nostro sforzo venne ripagato dai loro sorrisi e dai loro sguardi e oggi, dopo anni di distanza, capisco che forse questo è stato il nostro modo per salutare Anna”.
Sandra Oberto