Corpi che ritornano affianco e che, pur stabilendo distanze di cautela, possono abitare la stessa stanza. Un avvicinamento che pare un premio dopo un anno pandemico, ma anche possibilità di reinventare i legami e il modo di percepirsi a vicenda. La “giornata di cooperativa” venerdì 4 giugno ha radunato nei locali del circolo Albanova di Cristo Re almeno 50 persone. Il prodotto è stato un momento di sospensione e contemplazione per confrontarsi sul presente, sul futuro e sulle ferite emotive generate da oltre un anno di pandemia. Coordinatori e operatori hanno raccontato le varie anime di Progetto Emmaus: l’area Minori, l’area Innovazione, l’area Disabilità, l’area Psichiatria e l’area Territorio, insieme ai colleghi della cooperativa di tipo B. Sono state condivise storie e soprattutto idee, in un confronto dialettico che ha consentito l’apertura di nuovi scenari.
Mentre la voce dell’esperienza di chi abita da anni la cooperativa sembrava costruire il terreno solido su cui poggiare i piedi, la voce dei giovani esortava a immaginare nuovi scenari. Racconta Giulia Rosso: “Sicuramente il particolare più piacevole della giornata del 4 giugno è stata la presenza dei ragazzi che sono parte attiva all’interno del progetto 8Pari, il vino prodotto dalla nuova cooperativa di tipo B. Nuovi colleghi insomma. Parlare del funzionamento della Comunità Emmaus di fronte ad un ex ospite di comunità e ora collega mi ha fatto un certo effetto, se penso a tutti i momenti che abbiamo condiviso in due ruoli diversi”. Giulia conclude: “La presentazione delle aree di lavoro è utile per conoscere i particolari del lavoro che si svolge. Un “dietro le quinte” sempre prezioso e laborioso. Penso sia importante aprire le porte soprattutto in giornate come quella del 4 giugno. Per farsi conoscere, per abituarci alle “contaminazioni” e per dare spazio a suggestioni che solo persone nuove potrebbero portare”.
Alle parole di Giulia si aggiungono quelle di Maria Alessia d’Amico, che ha presentato tramite slides una parte dell’area Psichiatria: “Ho sentito parlare molto del passato durante la formazione di venerdì. Per noi giovani è importante capire dove sono nati i primi pensieri, i primi valori, il coraggio iniziale di fare cose nuove e importanti, un nuovo modo di approcciarsi al sociale in un spazio ricco, condiviso e libero pieno di ricordi indelebili e importanti. Spesso penso al: “Ma oggi c’è ancora tutto questo?”. La mia risposta è sì, se pur in maniera diversa credo che la dedizione, la passione, voler aiutare chi è in difficoltà, il pensiero, il non dare mai nulla per scontato, l’osservazione, il mettersi in discussione, prendere dei grossi rischi, lottare per quello che è più giusto in una determinata situazione facciano ancora parte del lavoro in Cooperativa. Abbiamo bisogno del passato, del presente ma specialmente di tanto immaginario futuro e di sogni ad occhi aperti come ci suggeriscono sempre i nostri supervisori”. E conclude: “Innovazione o ritorno al passato? Credo entrambe. In questo lavoro in cui spesso ci si trova scoperti e con poche armi a disposizione, avere uno scudo come quello dei valori di riferimento aiuta ad orientarsi. Perché qualsiasi siano le scelte, le posizioni e i trabocchetti del mestiere, se si rimane fedeli al proprio ideale si sbaglia un pochino meno”.
Poi le parole di Sandra Oberto: “Il 4 giugno è stato un momento intenso e pieno di spunti, che spero potremo approfondire nella prossima giornata, in particolare dopo aver avuto un quadro delle diverse aree mi sono venute in mente alcuni pensieri: quale può essere l’utilità nel quotidiano del nostro lavoro? Come possono avvenire le interazioni tra le aree? Potrebbe avere un senso fare una sorta di mappatura di come si è organizzati e delle varie attività nelle varie aree, in modo da capire se esiste la possibilità di fare degli scambi o collaborazioni?”. E infine la voce di Bruno Nano, che apre a futuri scenari: “Se fosse possibile nel prossimo incontro, insieme ai miei compagni, vorrei avere la possibilità di presentare il nostro lavoro ricollegandolo con gli sforzi immensi che sta facendo la cooperativa per erogare borse di lavoro diventando di tipo B”.
Ringraziamo il gruppo Formazione e Risorse Umane per l’organizzazione di questa preziosa giornata di cooperativa.
Progetto Emmaus