Costruire non è mai un gesto soltanto pratico, ma un movimento narrativo. L’atto pratico del creare e del manipolare l’oggetto trasmettono sempre la storia della persona che lo esegue. Perciò gli artefatti della Piccola Falegnameria Progetto Emmaus sembrano racchiudere al proprio interno il desiderio di inclusione, la potenza dell’immaginazione e la capacità di trasformare la difficoltà in bellezza.
Sono due i gruppi di ragazzi che ogni settimana a Bra animano la Falegnameria con la supervisione dell’educatore Andrea Gosmar. Che spiega: “In questo periodo di difficoltà il gruppo ha raggiunto un obiettivo importante e per nulla scontato: dare continuità al servizio anche durante la pandemia. I ragazzi sono rimasti in contatto con me e con i compagni durante i lockdown e siamo riusciti a costruire un murales in legno che ha transitato tra le varie strutture di cooperativa. E’ la dimostrazione che l’unione fa la forza, nonostante la difficoltà”.
Dopo i lockdown del 2020 la falegnameria è ripartita mobilitando energie progettuali e creative. Ci si domandava: come riuscire a mantenere la capacità produttiva e le relazioni del gruppo, la voglia di sperimentare in un mondo sociale in grave difficoltà? Racconta Gosmar: “Abbiamo preso contatto con la scuola dell’Infanzia NS del Suffragio di Mussotto d’Alba – gestita dalla nostra cooperativa. Le insegnanti ci hanno chiesto di costruire delle panchine utilizzando bancali rotti. Ci abbiamo lavorato, ma il risultato non è stato soddisfacente. Consapevoli che ogni ostacolo può costituire occasione di crescita e riscatto abbiamo “rilanciato” il progetto, proponendo la costruzione di una cucina per ambienti esterni. Quattro giornate piene di lavoro, grazie anche alla collaborazione con Paolo Torchio che ha trovato il lavandino e il gas. A luglio siamo riusciti a consegnare un bel prodotto, funzionale e solido, un traguardo che ci ha reso felici. In cambio abbiamo ottenuto un piccolo compenso, utilizzato per mangiare una pizza unendo i due gruppi di ragazzi che partecipano alla falegnameria. E’ stata una bella serata: le due squadre non si conoscevano ma il lavoro sul legno le accomunava, le univa in un unico obiettivo”. La collaborazione tra Scuola dell’Infanzia e Falegnameria proseguirà in autunno: la possibilità è quella di realizzare giochi per bambini, un’altalena, un puzzle e molto altro.
In parallelo al mondo dell’infanzia, la falegnameria ha lavorato sul mare. La colonia marina di Bra in Laigueglia, gestita da Progetto Emmaus e che ogni anno ospita sul lungomare ligure centinaia di turisti e vacanzieri, ha commissionato ai ragazzi una serie di lavori da realizzare la prossima primavera: una scacchiera per la sala ricreativa, un puzzle per bambini, una balena (simbolo della falegnameria) costituita da pezzi di legno da appendere nel salone. “Realizzeremo poi dei numeri in legno da appendere sulle porte delle camere e dei numeri a forma di balena da utilizzare come segnaposto, e infine un’ancora di legno gigante da appendere all’ingresso della colonia – sul muro perimetrale esterno. Il lavoro dei ragazzi potrebbe essere remunerato con un weekend lungo nella colonia, la prossima stagione estiva. Non si tratterà soltanto di un momento di intrattenimento, ma di un’importante occasione per creare legame e costruire senso di appartenenza”. Michela Ferrero, responsabile della Colonia marina, aggiunge: “La collaborazione tra la struttura di Laigueglia e la falegnameria si inserisce in un’ottica di circolarità tra progetti e risorse della cooperativa, che scambiano tra loro forze creative ed energie per un percorso congiunto di crescita. Inoltre, sia la colonia che la falegnameria sono unite dalla comune appartenenza territoriale al distretto braidese: questo legame rende possibili scambi identitari e operativi importanti, che aprono prospettive stimolanti per il futuro”.
Dal punto di vista emotivo, conclude Gosmar, “Il segreto della nostra squadra è quello di saper alternare i momenti di lavoro a quelli di intrattenimento. Non siamo una realtà ultraproduttiva, che punta unicamente al risultato. Ricaviamo invece numerosi momenti di gioco e relax, di canto e musica, di interazione relazionale. Le condizioni lavorative non creano mai un eccesso di pressione, si seguono i tempi e i ritmi individuali, si monitorano le energie disponibili e si creano equilibri sostenibili, tutto in un’ottica di progressiva responsabilizzazione della persona. Sul fronte materiale ringraziamo in particolare il Brico di Roreto, che saltuariamente ci regala materiale, legno e colla.”. Nei prossimi mesi l’obiettivo è quello di incrementare il numero dei partecipanti al progetto e allargarlo a quanti interessati a collaborare all’iniziativa. Per informazioni aggiuntive è possibile scrivere a andrea.gosmar@progettoemmaus.it.
Andrea Gosmar