Il senso di appartenenza è alla base della possibilità di crescita, senza di esso esiste isolamento e il pensiero non può sollevarsi, concepire orizzonti generativi. Ma l’appartenenza non è sufficiente, bisogna mobilitare uno sguardo critico capace di individuare le proprie ombre per poter immaginare un domani migliore. Sembravano questi i pilastri concettuali della giornata di cooperativa che si è tenuta il 9 marzo nell’auditorium Bper di Bra. Era la prima volta che la cooperativa Progetto Emmaus, dopo la fusione con cooperativa Laboratorio avvenuta a fine 2023 (oggi le due realtà contano oltre 250 lavoratori e oltre mille utenti dei servizi), si riuniva in un solo luogo. Sulle sedie dell’auditorium sedevano soci, lavoratori, ospiti. Insieme ci si radunava in gruppi per scambiare analisi e riflessioni relative al nostro “essere cooperativa”, in un tempo sociale ed economico non sempre facile, costellato di sfide, dalle disuguaglianze crescenti e dalla frammentazione sociale. Il lavoro in gruppi ha consentito l’emergere di alcune immagini condivise, che funzioneranno da traccia per il futuro.
Sul palcoscenico è salito Alessandro Durando, vicepresidente di Confcooperative Piemonte Sud. “Nelle società occidentali se non riusciamo a interescare le esigenze di sviluppo con quella che chiamerei “protezione sociale”, si verificano disuguaglianze e conflitti”, ha dichiarato. “La cooperazione può giocare un ruolo importante in questo senso. Perciò dobbiamo essere consapevoli del nostro ruolo e di ciò che possiamo fare. Come? Lavorando non da soli, ma insieme. Costruendo ponti e alleanze. Solo così è possibile guardare al domani con fiducia”.
Durando ha poi spiegato come in provincia di Cuneo esistano 124 cooperative e 18 imprese sociali, che contano al loro interno oltre 5mila operatori e un fatturato complessivo di 190 milioni di euro. L’80% dei lavoratori è a tempo indeterminato, e per la grande maggioranza si tratta di donne. “Siamo in grado di apportare un contributo trasformativo al sistema anche dal punto di vista politico. Nel tempo abbiamo rivoluzionato la cultura dei servizi, passando dalla segregazione dei soggetti deboli alla loro integrazione”. Eppure, a causa dei cambiamenti demografici, delle strutture famigliari indebolite e delle sempre minori risorse da investire nel sociale, a una cultura individualistica che allenta la consapevolezza del bene comune e ad una crescente de-responsabilizzazione delle persone, le cooperative risultano in affanno. “Viene meno la cultura del noi”, ha concluso Durando. “Perciò dobbiamo imparare ad essere sistema, a dialogare col territorio in maniera più efficace e ad impostare attenti sistemi di monitoraggio e valutazione. Solo così potremo generare visioni strategiche per il futuro”.
E’ poi intervenuta la presidente di Confcooperative Piemonte Nord Irene Bongiovanni. Dichiarando: “Abbiamo una grande responsabilità come cooperative, quella di proporre un modello di vita differente. Oggi il mondo è attraversato dall’individualismo, ed è impostato su meccanismi che vedono poche persone decidere il destino di molti. Scegliendo di essere operatori sociali rinunciamo a un piccolo aspetto economico sul fronte retributivo, ma partecipiamo a una grande e collettiva responsabilità trasformativa – fatta di rispetto e di dialogo”. Bongiovanni ha poi raccontato esperienze differenti provenienti da ogni luogo d’Italia, esempi di progettualità che hanno saputo unire la sostenibilità economica alla possibilità di creare impatto sociale sui territori. Ad esempio una cooperativa di comunità di Ostana, che ha salvato un borgo dallo spopolamento riaprendo la scuola, la merenderia, creando posti di lavoro e possibilità sociali. Oppure una piccola cooperativa culturale che in Friuli Venezia Giulia ha inventato il “festival più piccolo del mondo”, in cui decine di artisti animano per una settimana la comunità e restituiscono prospettive, creando lavoro e valore aggiunto. Ha spiegato la presidente: “Ha ancora senso fare cooperativa? Gli aspetti economici, la fatica del confronto, il lavoro quotidiano nella relazione. E’ nel fare insieme che troviamo il nostro significato più autentico”. Concludendo: “Per realizzare tutto questo dobbiamo coltivare il dubbio. E’ solo facendoci delle domande e rimanendo curiosi che sarà possibile costruire qualcosa di solido e significativo”.
Per la nostra cooperativa la giornata del 9 marzo ha rappresentato un nuovo inizio, accogliendo nel gruppo i colleghi della ex cooperativa Laboratorio e gettando le fondamenta, insieme, di un domani più equo, inclusivo e sostenibile. Non senza difficoltà e punti critici da risolvere.
Per vedere i video degli interventi dei relatori durante la Giornata è possibile visitare il canale Youtube della nostra cooperativa: https://www.youtube.com/@CoopProgettoEmmaus1
oppure cliccando sui seguenti link:
per Irene Bongiovanni https://www.youtube.com/watch?v=AE6qTLoBw1o
per Sandro Durando https://www.youtube.com/watch?v=sjijVK7bQjM
Progetto Emmaus