“Cosa è importante per te?”. Un interrogativo che pone la persona non più nel ruolo di paziente destinatario di cure decise da altri, ma protagonista assoluto del proprio percorso disponendo di una “micro-equipe” – ovvero una squadra di lavoro composta da operatori e famigliari, che lavorano insieme in una dimensione di orizzontalità e costruzione partecipata delle scelte e dei significati. Già negli ultimi anni il mondo della salute mentale ha compreso che la cura non può avvenire in modo gerarchico e unidirezionale, in una relazione in cui il professionista dice cosa fare o cosa non fare, ma deve accadere in maniera inclusiva e paritaria, in un assetto in cui la persona interessata ricopre un ruolo di assoluto protagonismo.
Oggi questi concetti teorici trovano fondamento nel progetto “In viaggio con Arlo”, progetto realizzato con il sostegno della Compagnia di Sanpaolo e dedicato ai ragazzi di età compresa tra i 16 e i 25 anni residenti nell’Asl Cn2. Verranno presi in carico 30 ragazzi con l’obiettivo di costruire percorsi recovery, ovvero una ripresa sociale sui fronti della socializzazione, del lavoro e dell’abitare, mantenendo la centralità della persona interessata e sull’ascolto del suo desiderio. Complessa la rete di partner che ha creato il percorso: l’Asl Cn2 con i vari servizi dedicati alla salute mentale (Dsm, SerD e Npi), le cooperative sociali Progetto Emmaus e Alice, i Comuni e i servizi sociali di Alba e Bra, l’associazione Pons e l’associazione Diapsi odv, che garantisce una rappresentanza dei famigliari dei ragazzi con fragilità nella rete di lavoro progettuale.
“Tra gli elementi cardine del progetto c’è la definizione di un modello di presa in carico, cura e recovery che possa essere sostenibile oltre il progetto stesso. Per realizzare questo, fondamentale sarà la collaborazione stretta tra gli enti coinvolti e il territorio tutto. Collaborazione nella quale tutti porteranno il proprio valore aggiunto e specificità, valorizzando reciprocamente la funzione di ciascuno”, ha spiegato la referente del Gruppo famiglie di Diapsi, Anna Ruscazio.
Franca Rinaldi, direttore del Dipartimento di salute mentale dell’Asl Cn2, ha aggiunto: “La pandemia ha assunto un ruolo di amplificatore di una situazione già molto compromessa: negli ultimi anni abbiamo registrato un considerevole aumento di varie tipologie di disturbo, tra cui attacchi di panico, disturbi del comportamento alimentare, atti autolesivi, o patologie complicate dall’uso di sostanze, alcool o psicofarmaci. L’aggressività diretta verso se stessi o altri risulta in analogo aumento”. E prosegue: “La mancanza di una valida rete di supporto sociale, di riferimenti adulti e una cultura dell’individualismo crescente ha inciso in maniera profonda sulla salute mentale dei ragazzi in giovane età, andando a impattare negativamente su vari ambiti di vita, come quello socio-relazionale, lavorativo, affettivo e famigliare. A tutto questo sovente si aggiunge la fatica delle strutture sanitarie, che soffrono la carenza di risorse di personale e una solitudine crescente. E’ importante trovare risposte adeguate e nuove, attraverso processi di integrazione del sistema sanitario e delle comunità nel suo insieme, mettendo al centro la persona e valorizzando le sue risorse. Il progetto In Viaggio con Arlo può rappresentare una valida strada in questo senso”. Alcuni posti nel progetto sono ancora liberi: i giovani tra i 15 ed i 25 anni, residenti nel territorio dell’Asl Cn2 (distretto di Alba e di Bra) e che hanno incontrato la sofferenza psichica e vogliono “mettersi in gioco” per riprendere in mano e migliorare la propria vita, possono autocandidarsi al progetto contattando il numero 328.7219124.
Progetto Emmaus