Il convegno “Riflessioni in cammino” è stato organizzato dalla cooperativa Progetto Emmaus per celebrare il 30esimo compleanno e discutere con la comunità sul presente e futuro del lavoro sociale. Si è svolto l’1 ottobre nel Palazzo Banca d’Alba e sono intervenuti il presidente di Confcooperative Federsolidarietà Stefano Granata, il direttore della rivista Vita Stefano Arduini, il presidente del Consorzio socio assistenziale Alba Langhe e Roero Gianfranco Bordone e tanti altri.
Alberto Bianco, presidente di Progetto Emmaus, spiega: “La cooperativa nel 2025 ha compiuto trent’anni. Abbiamo deciso di festeggiare il compleanno con una pausa di riflessione, per fare il punto sulle prospettive del sociale insieme agli stakeholder più stretti: le amministrazioni comunali di Alba e Bra e tanti altri piccoli paesi che hanno sempre accompagnato direttamente e attraverso i loro servizi sociali la ricerca di nuove risposte ai bisogni, promuovendo lo sviluppo della cooperativa; le Asl Cn1 e Cn2 sono partner importanti per i quali la cooperativa eroga la gran parte dei servizi; senza scordare tutte le associazioni, gli enti del terzo settore, le cooperative, le scuole, le parrocchie, le società sportive, le aziende private con le quali si scambiano buone pratiche e si innovano i servizi. Ultimi ma non ultimi, i familiari delle persone delle quali ci prendiamo cura – che col loro esempio quotidiano ci insegnano valori quali la gratuità, la perseveranza, la passione e la forza. Siamo grati a loro per l’esempio che ci danno e per il sostegno che ci garantiscono ogni giorno”.
Durante l’evento il sindaco di Alba Alberto Gatto e l’assessora comunale ai Servizi Sociali e assistenziali Donatella Croce hanno consegnato a Bianco una targa di ringraziamento con scritto: “L’amministrazione comunale di Alba alla cooperativa sociale “Progetto Emmaus”, con riconoscenza per i 30 anni (1995 – 2025) di attività svolti con dedizione, impegno e solidarietà al fianco delle persone vulnerabili, offrendo loro opportunità concrete e reali, per una vita più inclusiva e dignitosa”.
Stefano Arduini, direttore della rivista Vita, ha riflettuto su come in linea generale “siamo di fronte a una grande contraddizione: da un lato la retorica formale di complimenti rispetto al lavoro del sociale (pensiamo al periodo del Covid, quando venivano chiamati “angeli” gli operatori). Dall’altro, una tendenza a non dare la giusta considerazione sociale a chi lavora in questo comparto. Penso agli educatori, insegnanti, infermieri, oss e tanti altri: queste persone vivono oggi una sofferenza importante dal punto di vista economico, e questo non va bene, diventa un problema per l’intera comunità. I soggetti del terzo settore sono in grado di esprimere concetti di cui oggi il mondo ha enorme bisogno: solidarietà, inclusione e cooperazione. Questo ci restituisce speranza”.
Insomma, il tempo è quello del cambiamento, di chi sceglie di intervenire in un contesto difficile per generare vicinanza e possibilità di incontro. Conclude Bianco: “Non dimenticare le radici e guardare al futuro: vogliamo andare avanti senza dimenticare questi trent’anni, ricordando le tante persone, famigliari, volontari, operatrici, operatori. La cooperativa, che oggi conta oltre 270 tra lavoratrici e lavoratori, ha davanti a sé diverse sfide da raccogliere sul futuro. Tra questa il rinnovo generazionale, con l’ingaggio dei giovani in ruolo di responsabilità”.