Per alcuni di noi Pollenzo era una località conosciuta e frequentata già da parecchi anni prima che nascesse la Comunità Aurora. Tale conoscenza risaliva agli anni 80, quando un sacerdote di Alba, vice Rettore del Seminario, veniva trasferito in tale parrocchia. Si trattava di don Giovanni Lisa, un sacerdote che aveva anticipato la Chiesa di Papa Francesco.
Per alcuni anni la Parrocchia di Pollenzo era diventata punto di riferimento per molti amici. Dove si sognava una Chiesa aperta, disponibile, attenta all’ascolto. Purtroppo quei tempi non erano ancora maturi e coloro che, profeticamente li anticipavano, venivano emarginati dalla gerarchia. Constatata l’impossibilità di un rinnovamento sostanziale, don Lisa sceglieva, con altri sacerdoti, di trasferirsi in Brasile, nella città di Teòfilo Otoni. L’esperienza di questi missionari tornò utile e preziosa alla Diocesi di Alba negli anni successivi.
La canonica di Pollenzo era ormai vuota e disabilitata, ma la località era viva grazie ad un gruppo di laici che facevano sorgere due belle iniziative: l’Associazione Il Ponte e l’Associazione Aurora. La prima perseguiva finalità promozionali del territorio, la seconda si prendeva a cuore la vita ed il destino delle cosiddette “Lucciole”, donne di strada costrette alla prostituzione.
Un giorno un responsabile di tali associazioni, Giovanni Allocco, venne da me a chiedere consiglio per come meglio utilizzare i locali parrocchiali ormai deserti da parecchio tempo. Gli proposi una comunità per disabili. Tale proposta veniva diffusa nel paese e negli ambienti della curia albese.
L’allora Parroco, don Agostino Garabello, il Vicario don Gianolio ed il Vescovo mons. Dho, si dichiararono subito concordi con tale destinazione. Il comitato di quartiere organizzò una serie di incontri per sapere cosa ne pensava la gente del posto. La maggioranza della popolazione approvò la proposta. Venne allora redatto un progetto di ristrutturazione dei locali.
Poiché la canonica, come la chiesa, erano soggette alla tutela da parte della Sovraintendenza della Belle Arti di Torino, a tale organismo venne sottoposto il progetto. Non fu facile ottenere l’approvazione per una serie di cavilli burocratici che tale ufficio poneva. Alla fine, rimarcando da parte nostra la finalità di tale iniziativa, venne concesso il nulla osta. La ristrutturazione, condotta sotto il vigile controllo della Sovraintendenza, fu complessa e onerosa. Dovemmo ordinare alla fornace San Quirico di Dogliani mattoni e piastrelle in cotto con caratteristiche particolari. Particolare cura fu rivolta ai locali, alla loro funzionalità, destinazione ed arredo.
Il giorno 11 settembre 2006 alla presenza di tanti amici, autorità, rappresentanti della curia albese e cittadinanza, veniva inaugurata la nuova comunità. Decidevamo di chiamarla Aurora in omaggio all’Associazione locale con nome analogo che si interessava delle donne costrette alla prostituzione sulle strade adiacenti e limitrofe di Pollenzo.
Coltiviamo la convinzione che i sogni, per quanto arditi, possano trasformarsi grazie alla fede, alla volontà e determinazione, in realtà. Convinzione che continuiamo a nutrire oggi nel divenire di una storia che, talvolta, avvertiamo essere più grande di noi.
Armando Bianco
Dopo dieci anni che fatica tornare indietro, dopo tante esperienze personali e professionali che ho vissuto nel frattempo. Si affollano i ricordi, si mettono a fuoco visi, voci, esperienze di quei primi giorni.
La nebbia si dirada e mi rivedo in passeggiata tra le vie di Pollenzo, tra gli sguardi misti di curiosità e timori degli abitanti e quelli allegri, e pieni di energia, degli operatori che iniziavano una nuova avventura.
Se gli operatori erano carichi e positivi, non così erano gli ospiti, un pò disorientati a causa dei cambiamenti di quei giorni: chi arrivava da casa e viveva il suo primo vero “distacco” da mamma e papà. Alcuni si spostavano dalle nostre strutture e dovevano lasciare affetti e legami appena consolidati.
Ma sin da quei primi passi la Comunità Aurora dimostrava la tenacia e la voglia di crescere, accogliere, accompagnare chiunque si fosse affacciato sul suo cammino, pur tra le difficoltà ed i cambiamenti che la vita avrebbe riservato a tutti.
Buon compleanno Comunità Aurora!
Cristina Piampiano
I primi giorni molti di noi operatori non si conoscevano fra di loro, avevamo una settimana di tempo per provare a creare un gruppo di lavoro. Così la settimana prima dell’apertura della comunità abbiamo iniziato ad incontrarci per fare delle pulizie interne alla struttura e insieme abbiamo fatto i primi acquisti, e nell’iniziare a prenderci cura della struttura iniziavamo a far gruppo.
Emozionante è stata la prima riunione d’équipe, in cui ci sentivamo la responsabilità dell’organizzazione dei turni, dell’ipotizzare le regole interne della struttura e l’opportunità di essere flessibili nel lavoro con idee innovative.
Purtroppo il tempo era ladro perché la settimana successiva sarebbero arrivati gli ospiti e dovevamo accoglierli nella loro nuova casa trasmettendogli sicurezza. Tutti avevamo una grande voglia di fare, di conoscere gli abitanti del paese ed interagire con loro, ma soprattutto volevamo che ogni ospite si sentisse non in una struttura fredda e sterile, ma in un posto accogliente e gentile, che gli potesse ricordare la vecchia abitazione, senza troppa discrepanza fra il prima e il dopo. Per questo motivo abbiamo deciso, già nelle prime riunioni, di non usare divise ma i nostri abiti, e di fare ogni cosa con gli ospiti, rendendoli partecipi sia nella spesa, nelle pulizie interne ed esterne della struttura, e cucinando con loro.
Iniziavamo così l’avventura, mi sembra ieri e invece sono 10 anni di Comunità Aurora.
Danila Sobrero
Per tutti coloro che con noi vogliono spegnere le 10 candeline di Aurora, l’appuntamento è per domenica 18 settembre a Pollenzo: alle ore 11.15 per la Santa Messa e a seguire aperitivo. Vi aspettiamo.