La ripresa dopo l’estate è accompagnata da notizie preoccupanti in ambito psichiatrico, laddove il Tar Piemonte ha nei giorni scorsi rigettato i ricorsi presentati da diverse cooperative sociali, tra cui la nostra, ed associazioni di famigliari, sulla DGR 29 relativa al riordino dei servizi residenziali in psichiatria. Preoccupazione per i nostri utenti, le loro famiglie ed i posti di lavoro. Sperando che la prosecuzione di questa vicenda possa trovare soluzioni sostenibili per tutti, vi lasciamo al punto di vista di Metello Corulli della Comunità Terapeutica Il Porto Onlus di Moncalieri ed alle sue considerazioni in merito, che facciamo nostre.
Cari amici, lettori, colleghi,
altre volte vi abbiamo scritto non per segnalarvi un nuovo articolo ma per informarvi sulle preoccupazioni intorno al problema di come si sta evolvendo o distruggendo la cultura della comunità terapeutica, della psichiatria residenziale in Piemonte, in altre Regioni, in Italia. Il lettore saprà che l’Assessore alla Sanità del Piemonte Antonio Saitta ha deliberato due testi legislativi (DG 30, DG 29) di riordino della residenzialità psichiatrica, entrambi sospesi dal Tribunale Ammnistrativo Regionale in quanto avrebbero comportato “danni irreparabili”.
Dopo l’udienza processuale del 7 giugno, in data 8 settembre2017, il Tar ha dichiarato il nostro ricorso respinto. Da quella data l’Assessore ha potere di comunicarci l’ applicazione della DG 29 a partire da novanta giorni dalla sua comunicazione. Nella Sentenza il Tar spiega che l’Assessore ha legittimamente esercitato il suo potere decisionale e noi ricorrenti (Fenascop, Associazioni familiari, Comuni di Torino e del Piemonte, cooperative… ) abbiamo argomenti irrilevanti, insignificanti.
In quanto documenti pubblici, ho pensato di facilitarne la lettura a tutti gli interessati al problema della residenzialità psichiatrica, almeno dei documenti a mio avviso più significativi. Sono convinto che la documentazione raccolta, che potete scaricare ai link seguenti, possa essere di grande utilità per coloro che si trovano a dover difendere e riaffermare l’importanza di un approccio alla cura che sia autenticamente terapeutico, rispettoso e valorizzante. Una visione della cura che rischia di essere sempre più ostacolata da politiche amministrative insensibili ai bisogni primari dei pazienti e dei curanti. Ecco l’elenco dei documenti:
– Parere pro veritate Dott. Prof. Claudio Mencacci – Psichiatra, Direttore Dipartimento Neuroscienze e Salute Mentale, ASST Fatebenefratelli-Sacco, Milano Presidente, SIP Società Italiana di Psichiatria
– Parere pro veritate Dott. Fulvio Giardina Psicologo – Psicoterapeuta, Presidente Ordine Psicologi
– Parere pro veritate Arch. Andrea Ferreri – Perito Tribunale Torino
– Parere pro veritate Lloyd & Moore Audit & Consulting
Dunque pieno potere decisionale dell’Assessore alla Sanità ed insignificante, mentre è ritenuta irrilevante l’opinione dei più importanti cultori della Comunità scientifica che esaminano questo testo di legge e spiegano i motivi per i quali saremo costretti ad effettuare licenziamento di personale esperto da anni, riduzione della quantità e qualità del personale, ridistribuzione dei pazienti come pacchi postali sulla base di “scale di valutazione” e protocolli. Un impoverimento che ci porterà a lavorare in condizioni di assoluta INAPPROPRIATEZZA del lavoro terapeutico, in condizione di INGESTIBILITA’ dei pazienti, con probabilità di eventi dolorosi come agiti auto ed eterolesivi, e il richio di PASSIVITA’ del bilancio annuale (presumibilmente in passivo del 20% ), con il carico della spesa assistenziale che si riversa su familiari e Comuni.
Il lettore potrà valutare il modello di residenzialità psichiatrica cui si orienta la legge regionale DG 29, la congruità o meno con le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ( vedi Parere del Presidente della Società Italiana di Psichiatria ), la congruità o meno con le indicazioni dello Stato Italiano ( vedi relazione del Presidente dell’ Ordine Psicologi ) e molti altri aspetti e criticità.
Prima o dopo la lettura di questi testi, mi permetterei di consigliare al lettore la visione del film del 1999 di Martin Scorsese “Al di là della vita”, con Nicolas Cage e Tom Sizemore, due infermieri della Emergency Medical Service che prestano servizio notturno in New York. Esemplificazione di un modello sociale di una città ove i modelli della psichiatria residenziale sono stati abbandonati e si tampona soltanto l’ emergenza. Non credo che la visione di questo film possa contribuire a migliorare il nostro tono dell’umore, ma forse può aiutarci ad interrogarci del futuro della nostra cultura e società, se vogliamo o meno difendere quello in cui crediamo e che amiamo.
Cordialmente,
Metello Corulli