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Nuovi percorsi di autonomia ad Alba e Bra grazie al progetto “Home Sweet Home, da soli ma ben accompagnati”

Dicembre 14, 2017|Cooperativa Progetto Emmaus|NEWS

Il progetto Home Sweet Home è un’iniziativa promossa dall’Associazione san Giovanni di Bra che ha preso il via a settembre 2016. Il progetto, finanziato grazie al Bando Emergenza Povertà 2016 della Fondazione CRC, si propone di accompagnare famiglie e singoli verso una nuova autonomia. Per attuare gli interventi si sono formate due equipè di lavoro, una operativa sul territorio di Bra e una operativa su quello di Alba, composte rispettivamente da un coordinatore, due operatori della nostra Cooperativa e alcuni volontari. I beneficiari sono stati scelti in collaborazione con i servizi sociali, i comuni e alcune associazioni di volontariato tra coloro che sono stati maggiormente colpiti dalla crisi del 2008 e che hanno subito una riduzione delle entrate economiche. Il progetto si propone di aiutare queste persone nell’evitare un peggioramento della loro situazione, puntando ad arginare le difficoltà prima che vadano ad intaccare altre sfere della vita quotidiana e che si cronicizzino. Gli interventi, che ad oggi coinvolgono 4 nuclei familiari e 3 singoli, sui territori di Alba e Bra, si sono avviati a maggio 2017 e sono tutt’ora in corso. I progetti sono stati formalmente avviati con la firma di patti di adesione che contengono tutte le regole generali e personalizzate che si sono ritenute necessarie prevedere per l’avvio dei percorsi. Questi patti sono stati elaborati con la partecipazione attiva degli utenti, stimolandoli a esprimere i loro desideri in merito al futuro e gli obiettivi che si propongono di raggiungere in questo anno. Gli affiancamenti educativi che stanno portando avanti gli operatori, in collaborazione con i volontari dell’Associazione, si qualificano come interventi “leggeri”, concretizzati in poche ore settimanali dedicate ad ogni beneficiario. Le aree di intervento sono molte: da quella lavorativa a quella abitativa, da quella burocratica a quella familiare. Gli operatori stanno infatti affiancando i beneficiari in azioni di corretta ricerca del lavoro, di mantenimento della casa o di ricerca di un nuovo contesto abitativo, di orientamento sui servizi e negli uffici del territorio. Gli operatori e i volontari guidano poi i beneficiari, sulla base di interventi concordati e sincroni, nelle azioni del quotidiano, andando ad aiutarli nella vita di tutti i giorni anche nel corretto abitare nel contesto in cui vivono. I beneficiari sono quindi spronati ad instaurare nuove relazioni sul territorio, ad inserirsi attivamente nei contesti che frequentano (rapporti di buon vicinato, partecipazione nella vita scolastica dei figli, ecc…) e a sviluppare percorsi di cittadinanza attiva. Lo spirito di Home Sweet Home è infatti anche quello di creare una rete intorno alle persone che hanno deciso di aderire, in modo che una volta terminato il percorso di accompagnamento educativo i soggetti non solo abbiano acquisito gli strumenti necessari per tornare ad una vita autonoma, ma che abbiano anche costruito dei rapporti su cui poter contare e a cui potersi rivolgere in caso di difficoltà. Per gli operatori e i volontari questi percorsi hanno costituito da subito una sfida interessante e stimolante, andando per i primi a coinvolgere una fascia della popolazione nuova rispetto a quelle solitamente interessate agli interventi cui è rivolta la cooperativa, per i secondi poiché ha fornito l’occasione di collaborare con personale formato e confrontarsi su nuovi metodi di aiuto alle persone che solitamente si rivolgono alle loro associazioni.

Proprio a questo proposito il progetto Home Sweet Home si è avviato con una giornata di formazione in merito al corretto metodo di approccio alle famiglie in difficoltà abitativa, tenuta dal Dott. Marco Bertoluzzo, direttore del Consorzio socio-assistenziale Alba Langhe e Roero, rivolta a operatori e volontari, affinchè sviluppassero un bagaglio di conoscenze comuni. L’incontro ha toccato i temi dell’importanza delle regola, di come affrontare la sua eventuale disattesa e della gestione del conflitto. Sempre nell’ottica dell’importanza della formazione e della creazione di un metodo di intervento comune sono poi previsti altri percorsi formativi con il Cicsene di Torino, un organismo di cooperazione e sviluppo locale nato nel 1972 per cercare soluzioni nuove al complesso problema della casa e dell’habitat sociale.

Le famiglie e i singoli coinvolti nel progetto hanno avviato percorsi molto positivi e che, anche se graduali, evidenziano risultati soddisfacenti. L’intento per il 2018 è quindi quello di proseguire fino ad una completa autonomia delle persone coinvolte, per allargare il progetto ad altre famiglie in difficoltà.

 

 

Gli operatori Giulia e Adriano e

i volontari dell’Associazione S. Giovanni Battista

 

Marzo 21, 2018 Cooperativa Progetto Emmaus

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