Il mondo ha bisogno di gente che nuota controcorrente,
apre nuove strade,
regala nuove possibilità,
intravede sentieri che altri non si sono presi la briga di cercare.
Carlo Gubitosa
Cari Amici,
il 2017 ci ha visti impegnati su diversi fronti, con la continuità del nostro lavoro e le tante nuove attività avviate: dai progetti territoriali ai laboratori, la ristrutturazione dell’asilo ed i nuovi servizi, la nuova annata del Roero Arneis 8mani: in sottofondo, comune a tutto, la passione per il nostro lavoro che ci ha accompagnato per tutto l’anno.
Pur mantenendo con tenacia e professionalità le nostre consuete attività, nuove sfide si profilano all’orizzonte. Quella relativa al Dopo di noi ha avuto una temporanea battuta di arresto, se pensiamo a Mariolino, Angioletta e Silvano partiti in questi giorni, dopo anni di comunità diventata la loro casa, verso la casa di riposo. E’ una sfida che però vogliamo affrontare ancora, affinchè possano essere gli ultimi a doversi trasferire solo perché a 65 anni si passa dall’essere definiti disabili ad anziani. L’augurio è quello di avere le energie per progettare con le risorse della nuova legge 112/2016 sul tema e l’azione di Fondazione Emmaus per il Territorio Onlus, percorsi adatti in strutture adeguate.
Allo stesso modo, il superamento delle doppie frequenze ci stimola a trovare nuove attività ed energie per le persone delle quali ci prendiamo quotidianamente cura, con l’attivazione di percorsi alternativi. La riforma regionale della psichiatria, infine, deve costituire uno stimolo per trovare nuovi equilibri e soluzioni per i pazienti, senza rinunciare a testimoniare convinti il nostro dissenso nelle sedi opportune.
Restano comunque tante le belle cose progettate, sognate, condivise, realizzate. Come tradizione, condividiamo alcune narrazioni, tra le tante emerse in Cooperativa, che hanno tratteggiato l’anno.
Auguriamo a noi stessi e a tutti voi, amici, colleghi, famigliari, utenti e volontari di vivere un sereno 2018, ricco di opportunità, energie e relazioni.
Il Presidente
Gruppo Musica. Un paio di anni fa la passione per la musica ha fatto incontrare Giacomo, ormai “musicista in soffitta” che non prendeva più in mano la chitarra da anni perché bloccato dalla sofferenza mentale, ed Emanuele, operatore e musicista per passione. Lentamente Giacomo ha ripreso a suonare un’oretta a settimana nei locali della comunità. Per Giacomo, come per i suoi compagni di gruppo, lo sforzo compiuto nell’età infantile per il raggiungimento degli scopi primari (nutrimento, affetti e affermazione sociale) ha trovato ostacoli insuperabili nelle relazioni primarie e la sofferenza causata ha determinato la rottura con la realtà, la fuga dalla stessa e il rifugio nella incomprensibilità: la follia. Grazie alla musica però, Giacomo ha potuto nuovamente accedere ad un tempo di rinascita e di spinta vitale.
Emanuele e Michela
Il sapore delle cose. Il progetto di esperienza alimentare è stato proposto con l’obiettivo di permettere ai partecipanti di riappropriarsi del gusto (che ha un ruolo importante nella scelta dei cibi), di migliorare lo stile alimentare, la qualità del vissuto, nonché la conoscenza di sé stessi attraverso questo aspetto di vita. È stato bello vedere come l’iniziale diffidenza e titubanza verso le attività si siano poi trasformate ad ogni incontro in interesse, condivisione e divertimento. I partecipanti hanno saputo mettersi in gioco ed usare lo spazio del laboratorio per rafforzare le relazioni e condividere un aspetto di vita già sperimentato assieme nel quotidiano, ma con un’attenzione diversa. La collaborazione degli operatori è stata una preziosa risorsa per me e per i partecipanti che sono stati accompagnati nell’esperienza con attenzione e cura, nel rispetto delle loro caratteristiche individuali.
Maria Teresa
Laboratorio teatrale. La disabilità viene compresa e valorizzata attraverso il gioco teatrale. Anche la persona con maggior difficoltà comunicativa, nel momento in cui intraprende un percorso teatrale, assimila strumenti che la aiutano nella comunicazione con l’ambiente che incontra. Ogni corpo parla, anche il più apparentemente muto e chiuso, e viene valorizzato all’interno del laboratorio espressivo. Il corpo della persona con disabilità è spesso inaccessibile e nascosto allo sguardo superficiale, indifferente e distratto dalle altre persone. Il teatro, se è teatro, non mette tanto in forma una particolare configurazione della persona ma cerca di svelarne una sostanza nascosta.
Alice
Servizio Civile Nazionale. Quest’anno ha cambiato totalmente il mio modo di pensare, di agire e di vedere le cose; mi sta facendo crescere e maturare: ho anche scoperto di avere lati di me, che forse prima non avevo mai sperimentato, come il cucinare e il creare usando la fantasia. Ogni giorno mi alzo più motivata, con più voglia di affrontare la giornata perché so che sto andando ad imparare cose nuove, sto vivendo un’esperienza che tutti nella vita dovrebbero provare. Penso che non sia un lavoro come un altro: no, qui ti devi mettere nei panni della persona che hai davanti, capire i suoi problemi, vedere quella persona come un diamante prezioso e averne cura, molta cura, aiutandola a brillare e a stare in piedi.
Giulia
Progetto montagna: la camminata consente di ‘curare a cielo aperto’ dando vita a questo gruppo che mensilmente si è ritrovato per sperimentarsi in un ambiente e in un’attività che mettono alla prova la persona e le sue capacità di adattamento, capacità di autocontrollo, flessibilità, fiducia in sé stessi e capacità di sopportare la fatica e le difficoltà che si incontrano. Camminare rappresenta un modo per riprendere contatto con se stessi, con il proprio corpo e la propria mente, aiuta a comprendere il proprio atteggiamento di fronte al cambiamento. Ci permette di riscoprire la funzione del silenzio, la nostra capacità di coglierlo e viverci dentro senza avvertire quell’irrefrenabile desiderio di riempire il vuoto che crea. Quando siamo giunti a destinazione ‘Ce l’abbiamo fatta’ e quando non abbiamo raggiunto la meta che avevamo stabilito ‘Ce l’abbiamo fatta comunque!’ perché siamo stati insieme, abbiamo sostenuto chi era più in difficoltà, rispettando le esigenze di ciascuno e valorizzando le piccole conquiste.
Luana
Fondazione Emmaus per il Territorio Onlus. Il problema del DOPO di NOI, cioè quel momento in cui alla Persona Disabile viene a mancare la cura ed il sostegno dei Genitori, è entrato nel dibattito politico-sociale in questi ultimi anni. Ciò a causa di una maggiore sensibilità e disponibilità delle Istituzioni che se ne sono fatto carico con la Legge 112 del 2016 finalizzata a favorire il benessere, la piena inclusione sociale e l’autonomia delle Persone Disabili. Abbiamo assunto tale problema pensando di contribuire, sebbene parzialmente, alla sua soluzione, mettendo a disposizione CASA NADA, l’edificio ubicato in via Paruzza 15,in Alba che ci è stato donato da M. N. Tale casa, opportunamente ristrutturata, sarà in grado di ospitare una decina di Persone Disabili. Il costo di tale adattamento è notevole (oltre 600.000 euro). Su tale progetto abbiamo avuto alcuni riconoscimenti significativi quali: il Comune di Alba, la Fondazione Ferrero, la Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, la Fondazione Cagnasso, la Ditta Nutkao, il Rotary Club di Alba, Confcooperative Piemonte, l’Associazione Culturale L’Arvangia, l’Associazione Collisioni. Altri Amici, con i quali da lunga data si condividono tali scelte, hanno manifestato l’intenzione di intervenire a sostegno di questa nostra iniziativa. E’ un inizio complesso e faticoso, nel quale però fermamente crediamo e, con determinazione lo perseguiremo sino alla sua realizzazione. Da gennaio, insieme all’associazione La Cordata ed i servizi sociali di Alba e Bra apriremo uno sportello di ascolto ed accompagnamento per le famiglie ed intanto proseguiamo percorsi di confronto e crescita con cooperative e famiglie su altri territori. Un anno intenso va a chiudersi ed un altro altrettanto ricco di iniziative si profila all’orizzonte. L’augurio per tutti è quello di un anno ricco di positività e creatività per affrontare al meglio le nuove avventure che verranno.
Armando