Ormai ci siamo, a fine agosto siamo giunti al termine di un percorso iniziato nel 2015 con la pubblicazione della DGR 30, riguardante la “Revisione della residenzialità psichiatrica”, poi modificata dalla DGR 29 del settembre 2016. Quello che quattro anni fa ci pareva un percorso quasi impossibile da percorrere, e che molto ci spaventava, siamo riusciti ad affrontarlo con una modalità pro-attiva che ha portato l’area dei servizi psichiatrici a vedere questo cambiamento, imposto e inizialmente mal digerito, come una vera opportunità.
Il percorso degli ultimi tre anni ci ha visti impegnati su più livelli e più fronti: politico, strutturale, operativo e di modello operativo.
Da un punto di vista politico la cooperativa ha continuato a essere presente sui tavoli regionali di Confcooperative cercando di evidenziare le criticità di una norma pensata e scritta senza una vera concertazione con enti gestori, associazioni di famigliari e pazienti.
Per quel che concerne il punto di vista strutturale il 2018, grazie anche al contributo ottenuto dalla Fondazione della Cassa di Risparmio di Cuneo per il progetto “CambiaMenti – il delicato equilibrio tra identità e innovazione”, è stato un anno dedicato a lavori, grandi e piccoli, di adeguamento strutturale che hanno coinvolto la Comunità Emmaus e i Gruppi Appartamento Ariete, Due Passi e Sipuofare.
Un lavoro di restyling che ha permesso di ampliare la comunità (numero di camere da letto e di bagni) potendo ospitare oggi dieci persone, di modificare l’alloggio Due Passi, ristrutturando e sdoppiando il bagno, così che potesse continuare ad accogliere cinque persone e compiendo in tutte le strutture i lavori necessari alla messa in sicurezza, andando a cambiare serramenti interni ed esterni.
Accanto al lavoro che ha coinvolto i “muri” delle case, le equipe di lavoro hanno dato avvio ad un processo che ha portato a ridiscutere e modificare il modello di intervento e l’assetto organizzativo.
Le modifiche apportate dalla nuova norma, per quel che riguarda gli aspetti gestionali che hanno aumentato le ore di presenza degli operatori dei gruppi appartamento e l’aumento di numero di ospiti della comunità (passata da 7 a 10 posti letto) con un’ugual presenza di operatori, hanno portato i gruppi di lavoro delle quattro strutture coinvolte a incontrarsi e confrontarsi su come il modello di lavoro con gli ospiti potesse prendere forme nuove.
In tali confronti sono nate nuove visioni sul lavoro terapeutico nell’ambito della salute mentale, si sono create sinergie tra i gruppi di lavoro e si è dato vita ad un’area psichiatria che ha dato vita a progetti comuni che hanno come beneficiari i 19 ospiti delle strutture. Questi progetti hanno visto anche la collaborazione e il sostegno della rete di associazioni e gruppi del quartiere, che hanno permesso di riprendere temi quali l’integrazione e il re-inserimento sociale.
Arrivare all’accreditamento, traguardo non così scontato all’inizio del percorso, è un successo da condividere con tutti gli operatori coinvolti, con chi in questi anni ha lavorato per i lavori di ristrutturazione e con chi ci ha sostenuto in questo delicato cambiamento come gli enti partner del progetto e la Fondazione della Cassa di Risparmio di Cuneo.
Massimiliano Vullo