Ciao Cov!
Non ti spiace se mi permetto di chiamarti Cov, vero? Ormai siamo insieme ogni giorno, ogni ora del giorno, da parecchio tempo e allora mi sembra che possiamo essere meno formali…
In realtà a te non interessa nulla della forma, tu sei per la sostanza. Rappresenti la tipologia più elementare di vita: pochi aminoacidi in sequenza, qualche proteina e qualche lipide per tenerti insieme e per poter entrare in contatto con qualche cellula viva, che ti permetta di replicarti. Sei così semplice, che puoi sopravvivere solo come parassita: da solo non ce la faresti mai, hai bisogno di un ospite, che ti faccia entrare nelle proprie cellule e che ti faccia replicare; poi vai al prossimo e così via…
Noi umani siamo all’estremo opposto del processo evolutivo: siamo la creatura più complessa e più autonoma, siamo addirittura autoconsapevoli, cose che tu non sapresti neppure immaginare! Così ci siamo illusi di essere del tutto indipendenti e liberi, padroni del Mondo e capaci di ottenere tutto ciò che la nostra splendida mente (anche questa cosa ti manca…) è capace di desiderare. Abbiamo costruito la nostra vita sul pianeta per millenni fino a diventare…dei parassiti come te!!! Ma dei parassiti stupidi ed inconsapevoli (ma allora la nostra autoconsapevolezza???): tu muti di continuo per adattarti alle situazioni; se diventi troppo letale per i tuoi ospiti, ti trasformi in una versione più gentile, perché se gli ospiti muoiono tutti, muori anche tu; così hai trovato sempre un buon compromesso e continui a vivere indisturbato.
Noi, invece, ci siamo ubriacati di potere e abbiamo voluto credere di essere davvero unici ed invincibili, dimenticando, anno dopo anno, un’epoca dopo l’altra, che siamo parte di un insieme. Tu sai mutare per adattarti, mentre noi abbiamo sviluppato la Tecnologia per far mutare il Mondo intorno a noi: ora ci stiamo finalmente accorgendo che siamo a rischio di distruggere la Terra, ossia l’organismo che ci ospita.
Caro Cov, oggi ci stiamo accorgendo di essere anche noi dei virus come te, solo più presuntuosi e più scollegati dalle regole basilari della Vita. Ci sei voluto tu, con i tuoi quattro aminoacidi e poche proteine, per farci smettere di correre come criceti sulla ruota; c’è voluta la paura, che tu ci fai, per accorgerci che siamo fragili e che dobbiamo prenderci cura della nostra fragilità; c’è voluta la quarantena per farci accorgere di quanto abbiamo bisogno, ogni santo giorno, del contatto con gli altri; c’è voluta questa pausa inattesa, per vedere come la Terra viva molto meglio se noi la smettiamo di vivere alla nostra maniera; c’è voluto l’imprevisto per risvegliarci dall’illusione che la vita sia sotto il nostro controllo.
Ora ti saluto, perché ho tante cose da vivere, mica da fare: oggi voglio leggere un po’ di poesia; ho da telefonare a tante persone che sento vicine anche se non vedo; voglio anche fermarmi nel respiro a meditare, perché me lo voglio godere fino in fondo il respiro finché c’è; vorrei anche perdermi per qualche tempo a guardare la natura, che si sta risvegliando in questa Primavera e che mi ricorda che la Vita non coincide con il mio vivere, ma è molto, molto di più…
Per ora grazie, per quanto mi stai insegnando: quando da ragazzino immaginavo di incontrare nella mia vita un Maestro, mai avrei immaginato che potesse avere pochi aminoacidi ed un guscio di proteine, ma ora so che la vita non la si riesce a prevedere mai, al più la si può vivere…
Luciano Fico