Correva l’anno 2012 quando, con maggiore tempo libero a disposizione, accolsi con entusiasmo la proposta della Cooperativa di collaborare come volontario nel servizio “trasporto sul territorio” dei ragazzi e delle ragazze verso il centro diurno l’Ippocastano di Neive. L’impegno richiesto mi coinvolgeva principalmente nelle corse del giovedì. L’attività, portata avanti fino al 2018, mi permise di conoscere e confrontarmi con i responsabili della cooperativa, relazionarmi con la sede centrale e le varie comunità, costruire legami di amicizia con gli ospiti, seguire le molteplici iniziative apprezzando sempre la sensibilità e la professionalità degli educatori.
Ogni viaggio rappresentava un’avventura, ad ogni tappa percorsa il pulmino si trasformava in una navicella spaziale diversa, diretta verso mondi sconosciuti. Saliva un ospite e l’atmosfera si animava: saluti, domande, litigi e abbracci, canti a squarciagola e risate; col tempo imparavo a conoscere il carattere di ciascuno, i punti di forza, le singole permalosità, i gusti musicali e le propensioni, le inevitabili fragilità.
Animare quel viaggio era il mio compito principale: come stai? Cosa hai fatto ieri sera? Come è stata la giornata al centro? Bastava un piccolo input per avviare una descrizione dettagliata del menù, il racconto delle feste di compleanno e i regali ricevuti, i programmi televisivi preferiti, il cantante da imitare, le indiscrezioni sui nuovi amori e i sogni per il futuro.
Molto ambiti e occasione di rivalità erano i posti a sedere sui sedili anteriori, vicino al guidatore; ad ogni tappa del ritorno un posto si liberava ed era necessario riassegnare il sedile ambito, secondo una graduatoria definita e condivisa. Ma il divertimento più intenso era senza dubbio rappresentato dalla prestazione canora: un repertorio vario e diversificato, patrimonio di tutti, indistintamente: dai canti dello Zecchino d’oro a quelli popolari, fino ai brani religiosi – in particolare natalizi. Un vero coro stonato e felice, che obbligava a sorridere anche l’automobilista corrucciato di passaggio.
Resta il ricordo indelebile di questi momenti leggeri e spensierati; riguardo ai miei amici passeggeri, mi colpisce ancora oggi la grande attenzione con cui seguivano le conversazioni e la persona che avevano di fronte, la memoria per ogni dettaglio, dai nomi dei famigliari alle condizioni di salute, ai racconti di vita quotidiana.
Un tempo di viaggio che è stato avventura, divertimento e incontro; dove si è vissuta una dimensione comunitaria fatta di saluti, attenzioni, tenerezze e conflitti.
Gianbeppe con Lucilla