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Una finestra sul mondo

Marzo 27, 2015|Cooperativa Progetto Emmaus|NEWS, Uncategorized

sipuòfare

Si può fare! quella che si vede in foto è una parete della cucina del gruppo appartamento Si può fare. Di per sé forse non è molto diversa dalle pareti delle nostre cucine in cui vi abbiamo appeso quadri o foto …. ma credo che molto diverso sia il percorso che ci ha portato alla realizzazione di questa parete.

Gruppo appartamento “si può fare”, un  martedì, ore 11,00, riunione ospiti e tra i  vari punti all’ordine del giorno c’è il punto “uscite-gite”. Alla lettura del punto ecco Marco che, attraversando oggi una giornata nera, inizia a sbuffare e a dire “Di nuovo, basta gite!”; Alfredo, da parte sua, si esprime a favore di una possibile gita solo se per l’ennesima volta si va a Torino, oppure se si va a mangiare il brasato in osteria; e Giulia??? Giulia avanza le sue proposte:  “Milano! e perché non andare a vedere una mostra?”; in tutto ciò Francesco se ne sta in silenzio con lo sguardo basso e solo se interpellato dice “fate voi”.

E’ a partire da questo coro di voci, talvolta in armonia ma il più delle volte no, che si è provato a lavorare sul fuori. A mandar il messaggio di quanto importante sia confrontarsi con il mondo esterno, vivere esperienze nuove, provare ad uscire dalle mura di “Si può fare”, uscire un po’ dal proprio mondo fatto talvolta di voci, paure, insicurezze.

Così di mese in mese ci si siede attorno ad un tavolo  per “contrattare” quale gita fare, dove e con chi andare, stando spesso in equilibrio sul filo del potere contrattuale che si ha con gli ospiti come singoli e come gruppo.

Genova, Spotorno, Bossolasco,Torino, Milano, Finale Ligure, Roddi, Pontechianale, sono solo alcuni dei luoghi che “Si può fare” ha vissuto fuori:  fuori da quella quotidianità, quella routine che per i nostri ospiti spesso è rassicurante, ma che se non contaminata da ciò che c’è fuori rischia di imbrigliare, portare ad una chiusura e al ritiro sociale.

Di ogni singola gita abbiamo provato a catturare momenti di spensieratezza,  sguardi,  sorrisi da poter rivedere e rivivere una volta tornati alla quotidianità.

Bello ed emozionante è stato rivivere con loro quei momenti attraverso i commenti, i loro ricordi alla vista degli scatti fatti, lasciando a loro la scelta delle foto da sviluppare ed appendere a quella parete.

Bello vedere lo stupore nel rivedersi, nello scegliere la foto che meglio li rappresentasse. Bello sentir dire, da chi di solito tende ad isolarsi, a stare in silenzio e a lasciare che siano gli altri a scegliere, “aspetta, mi posso rivedere, scelgo…!”

Sara Bongioanni

Aprile 1, 2015 Cooperativa Progetto Emmaus

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