“Integrazione, territorio, unione, passione, possibilità, speranza, socialità, sorrisi, incontro, innovazione ma anche tradizione”. Sono le parole “fondative” dell’Osteria sociale Montebellina, struttura inaugurata l’8 aprile e gestita dalla nostra cooperativa insieme alla gastronomia “La colomba Coj”. Un evento che sa di rinascita non solo per uno spazio simbolico del quartiere Moretta, ma per un tempo post-pandemico in cui la speranza del nuovo sostituisce la difficoltà generata da oltre due anni di preoccupazione. A dimostrazione della gioia partecipativa generata dal nuovo progetto, i risultati del contest online organizzato per la scelta del logo dell’Osteria: oltre mille persone hanno espresso la propria preferenza.
Racconta Alberto Bianco, presidente di cooperativa: “L’osteria avrà il compito di introdurre nel mondo del lavoro categorie di persone svantaggiate e fragili con la funzione di inclusione sociale e aggregazione all’interno del territorio circostante, nell’ottica di migliorare la qualità di vita promuovendo diritti sociali e civili. Inoltre, il progetto vuole rilanciare l’attività associazionistica del circolo guidato dal presidente Lorenzo Boretto e alcuni volontari. Siamo consapevoli di avere una responsabilità particolare, quella di portare avanti l’eredità della signora Lisa e della figlia Rosanna, che hanno guidato negli ultimi anni il ristorante rendendolo punto di riferimento per la comunità circostante”.
Nelle prossime settimane l’Osteria nei suoi locali ristrutturati accoglierà la cittadinanza, i turisti, chiunque desideri trascorrere momenti piacevoli. Lo sforzo è quello di creare un’aria condivisa, abitata da tanti. Grazie alla collaborazione con varie realtà, dal comitato di quartiere Moretta 2 al borgo Moretta, fino alla scuola dell’Apro e all’amministrazione comunale, è stato possibile allestire uno spazio dalle forme eterogenee, dalle molteplici anime. Le attività della palestra presente nei locali ad esempio saranno affidate a Jungle Gymnastic e La Carovana, mostrando un desiderio di collaborazione, contaminazione reciproca, in un movimento centrifugo e di allacciamento.
Andrea Adriano, titolare della gastronomia La Colomba Coj, conclude raccontando la propria esperienza, il percorso che ha condotto a tramutare un sogno in realtà: “L’idea originaria è nata dalla volontà di portare la nostra attività – prima esclusivamente dedicata al mondo della ristorazione – nel sociale. Avevamo la sensazione che il nostro lavoro fosse diventato un continuo correre, avere fretta, nel tentativo di creare felicità in qualche modo “superficiale”. Da tempo desideravamo dunque collaborare a un progetto rivolto alle persone che ne hanno bisogno. Volevamo proporre qualcosa che andasse oltre le apparenze, la superficie o il semplice gesto di sedersi a un tavolo per “riempirsi la pancia”, ma che fosse capace di generare inclusione e possibilità di incontro reale. Mia sorella lavora per la cooperativa, e nel bar che gestivo qualche anno fa avevo già avuto modo di apprezzare l’incontro con persone straordinarie provenienti dall’universo del sociale, dagli ospiti agli operatori. Mi sento felice di aver potuto unire queste esperienze, mondi dai colori differenti ma non per questo estranei”.
Progetto Emmaus